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ZANELLA (FUTURA) – INTERROGAZIONE * SANITÀ – LISTE ATTESA: « QUANTI UTENTI RINUNCIANO ALLA PRESTAZIONE URGENTE CON CODICE RAO A – B – C? »

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16.15 - venerdì 18 marzo 2022

Molti cittadini e cittadine si lamentano che nel prenotare visite al CUP con RAO B (10 giorni) e C (30 giorni) vedono sforare i tempi per l’appuntamento di parecchio. In compenso in libera professione – o presso strutture private – i tempi riescono quasi a rientrare in quelli stabiliti dal codice RAO di priorità.

Qualcosa non quadra. Il Programma attuativo aziendale per il governo delle liste di attesa per il triennio 2019-2021 prevede che per quelle prestazioni dove si verifica uno scostamento eccessivo dei tempi di attesa tra il regime istituzionale e quello libero professionale (e qui parliamo di RAO prioritari!) la libera professione vada sospesa.

Per fare chiarezza ho chiesto i dati all’assessorato (vedi interrogazione allegata) con un forte sospetto in sottofondo: chi non ottiene un appuntamento con RAO prioritario nei tempi previsti e rinuncia a prenotarlo, decidendo di rivolgersi al regime libero professionale, scompare dai radar delle prenotazioni in regime istituzionale, non utilizzando l’impegnativa del medico che per la libera professione non è necessaria. Motivo per cui i tempi di attesa registrati potrebbero non discostare in modo così significativo da arrivare a far sospendere temporaneamente il regime libero professionale, per recuperare ore dei professionisti da dedicare alle visite a carico del SSP.

La libera professione dovrebbe essere un’attività integrativa e non sostitutiva delle prestazioni essenziali. Si paghino di più i professionisti sanitari che possano erogare le prestazioni a carico del pubblico e senza gravare sull’utenza, specie sulla più fragile.

 

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PAOLO ZANELLA

Consigliere provinciale del Trentino – Futura

 

 

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Interrogazione a risposta scritta n.
TEMPI D’ATTESA INACCETTABILI PER VISITE SPECIALISTICHE URGENTI: IL PUBBLICO ARRANCA, LIBERA PROFESSIONE E PRIVATO RINGRAZIANO
Premesso che:
è da tempo che le cittadine e i cittadini denunciano tempi d’attesa inaccettabili per vedersi programmate visite specialistiche ed esami strumentali anche con RAO prioritari (Raggruppamenti di Attesa Omogenei A, B e C);

secondo le indicazioni dell’APSS “in provincia di Trento, vengono garantiti tempi di attesa differenziati per le richieste con priorità (dai 3 giorni dei casi RAO A, ove previsto, ai 10 giorni dei casi RAO B, ove previsto, ai 30 giorni dei RAO C, ove previsto). Per le richieste senza priorità il tempo massimo di attesa previsto è di 90 giorni. Tali livelli temporali di garanzia riguardano le prime visite / primi accessi (escluse pertanto le prestazioni di controllo che devono avere tempi programmati dalle strutture proponenti i controlli stessi) ove il cittadino ha accettato il primo posto libero offerto nell’ambito delle strutture aziendali. Il tempo di attesa va globalmente garantito, rispetto ai livelli di garanzia, al 90% dei cittadini prenotati”. ”;

la pandemia da SARS-CoV-2 ha messo sotto stress la sanità pubblica già provata da carenze di organico legate ai pensionamenti senza sufficiente ricambio per indisponibilità sul mercato di professionisti, ma anche per la scarsa attrattività che il SSP sta avendo per il personale. A questo ora si sono aggiunte anche le sospensioni a causa del rifiuto della vaccinazione da parte di alcuni professionisti sanitari che riducono ulteriormente i professionisti che possono erogare prestazioni;
anche l’invecchiamento della popolazione con l’aumento delle patologie – in particolare cronico degenerative – sta contribuendo ad aumentare progressivamente le richieste di visite specialistiche ed esami strumentali. Ma se ci soffermiamo principalmente alle prime visite, notiamo come alcuni

settori come ad esempio cardiologia, pneumologia, dermatologia, neurologia, ecodoppler, ecografie e risonanze magnetiche registrano le maggiori difficoltà nel rispettare i tempi previsti dal Piano attuativo aziendale per il governo dei tempi d’attesa 2019-2021 dell’APSS;

molti cittadini e cittadine segnalano che per diverse prestazioni i tempi di attesa vengono sforati – anche di molto – persino per i RAO A, B e C. Prenotando però la stessa prestazione in libera professione questa viene data in tempi nettamente inferiori, anche entro i termini che il codice RAO prevederebbe per la prestazione in regime istituzionale;
l’utenza è quindi costretta a rivolgersi agli stessi medici del SSP, ma a pagamento in regime libero professionale, oppure ad andare di tasca propria presso strutture della sanità privata. In questo modo, laddove i tempi non siano rispettati, accade che chi può permetterselo ottiene una prestazione nei tempi appropriati e chi non può farlo è costretto ad attendere, finendo spesso per rivolgersi al pronto soccorso sempre più in affanno.

Considerato altresì che:
il Programma attuativo aziendale per il governo delle liste di attesa per il triennio 2019-2021 sui tempi di attesa delle prestazioni in regime libero professionale prevede che “in linea con il Piano attuativo provinciale, in caso di criticità sui tempi di attesa individuati dal presente Piano attuativo provinciale, nei casi di eccessivo scostamento dei tempi medi di attesa di specifiche prestazioni ambulatoriali erogate in regime istituzionale rispetto alle stesse prestazioni erogate in regime di libera professione, la predetta Commissione [paritaria di sanitari] si dovrà riunire in modalità integrata con i rappresentanti della Consulta provinciale (di cui all’art. 5 L.P. 16/2010), per le valutazioni inerenti il blocco dell’attività libero professionale, fatta salva l’esecuzione delle prestazioni già prenotate, nel rispetto dei vincoli normativi.”;

da quanto riportato da diversi cittadini/e pare proprio che la situazione appena descritta di scostamento eccessivo dei tempi di attesa per specifiche prestazioni tra il regime istituzionale e quello libero professionale si stia verificando, anche per prestazioni che dovrebbero essere effettuate in regime istituzionale prioritario con RAO A, B e C;
la libera professione intramoenia deve avere natura integrativa e non sostitutiva di prestazioni fondamentali, come quelle richieste con RAO prioritario. Per le prestazioni essenziali dovrebbe essere il pubblico a sostenere le spese (non solo con un contributo), pagando direttamente le ore di lavoro aggiuntive ai professionisti sanitari.
A seguito di queste premesse

SI INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E L’ASSESSORA ALLA SALUTE PER SAPERE

1. i tempi di attesa medi e mediani per le singole visite ambulatoriali ed esami strumentali in RAO A, B e C;

2. le ultime analisi di scostamento prodotte dalla Commissione paritaria di sanitari tra i tempi di attesa per le medesime prestazioni erogate in regime istituzionale e in regime libero professionale;

3. quanti utenti rinunciano alla prestazione urgente con codice RAO A, B e C in regime istituzionale per prenotare una visita in libera professione intramoenia o in strutture private (se non reperibile, si chiede il numero di impegnative con prestazione in RAO A, B o C non prenotate dall’utenza);

4. se l’attività libero professionale in qualche ambito specialistico sia mai stata sospesa per recuperare i gap nei tempi di attesa tra regime istituzionale e libera professione intramoenia, come previsto dal Programma attuativo aziendale per il governo delle liste d’attesa 2019-2021.

 

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PAOLO ZANELLA Gruppo consiliare FUTURA

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