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ZANELLA (FUTURA) – INTERROGAZIONE * OSPEDALE S. CHIARA: « PNEUMOLOGIA ED INFETTIVI DI TRENTO, QUALE DESTINO IN QUESTA SANITÀ CHE NAVIGA A VISTA? »

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19.31 - domenica 5 dicembre 2021

Interrogazione a risposta scritta – PNEUMOLOGIA E INFETTIVI DI TRENTO: QUALE DESTINO IN QUESTA SANITÀ CHE NAVIGA A VISTA?

Premesso che:
apprendo che l’U.O. di pneumologia di Trento è stata (temporaneamente?) chiusa dall’oggi al domani, privando l’ospedale di Trento di 12 posti letto dedicati a pazienti con problemi respiratori. Il tutto mentre siamo di fronte alla quarta ondata pandemica di CoViD-19, che vede nella polmonite interstiziale una delle manifestazioni più tipiche delle forme gravi;
il personale operante nell’U.O. pare essere stato colto di sorpresa da questa decisione, difficile da comprendere vista la fase epidemiologica che stiamo attraversando e vista anche la necessità di dare risposte a tutti gli/le altri/e pazienti con problematiche pneumologiche;
pare che la pneumologia sia stata chiusa in particolare per la carenza di personale infermieristico, non più in numero sufficiente per garantire la copertura dei turni. Se così fosse, significherebbe che invece di reclutare personale o recuperarne da servizi “meno essenziali” per rinforzarne uno che la pandemia ha reso fondamentale, si è deciso di chiudere quello essenziale;
il personale della struttura complessa di pneumologia è stato spostato nel reparto di malattie infettive del P.O. S. Chiara di Trento, dove gestirà i casi di CoViD-19 con complicanze respiratorie, ma su un massimo di 14 posti letto degli infettivi. Con questa decisione si tagliano di fatto 12 posti letto che potevano essere dedicati a pazienti con NIV, passando da 26 posti letto complessivi tra infettivi e pneumologia, a soli 14, nonostante la fase emergenziale.

Considerato che:
l’U.O complessa di pneumologia di Trento, che nel piano riorganizzativo dell’ex Direttore generale Bordon doveva diventare unità semplice sotto la struttura complessa di Arco, ha visto invece nell’ultimo anno l’indizione di un concorso, che però non ha portato alla nomina di un primario, e ora all’indizione di un secondo concorso. Ciò evidenzia un pensiero organizzativo diverso da parte di chi oggi governa la sanità trentina, che evidentemente ha deciso di mantenere la struttura complessa di pneumologia anche a Trento. Se l’idea, però, è di lasciare l’unità complessa anche a Trento, si fatica a comprendere questa chiusura, a meno che non sia – come ci si auspica – temporanea;
con delibera di Giunta n. 1287 del 30 luglio 2021 si è andati a rimodulare il “Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera della Provincia di Trento”, approvato con delibera di Giunta n. 808 del 16 giugno 2020, che prevedeva, tra gli altri interventi, l’aumento di 8 posti letto sub intensivi proprio nell’U.O. di pneumologia di Trento. Tale rimodulazione si è resa necessaria secondo quanto riportato nella delibera di luglio perché “l’intervento degli 8 pp.ll di terapia semintensiva per la Pneumologia dell’ospedale S.Chiara di Trento è particolarmente complesso per gli spostamenti propedeutici necessari per liberare l’area (studio coordinatore trapianti, studi cardiochirurgia, ambulatori gastroenterologia e nefrologia, locali squadra trasporti) ed inoltre non trova completa condivisione con il Servizio Ospedaliero Provinciale per quanto riguarda il numero di posti letto, soprattutto per la fase ordinaria e non emergenziale. La soluzione individuata in sede di progettazione preliminare comporta delle criticità oggettive correlate agli spazi disponibili quali superficie per posto letto di terapia semintensiva molto ridotta rispetto agli standard attuali, mancanza di spazi necessari per l’autorizzazione sanitaria che andrebbero ricercati altrove con evidenti difficoltà quali spazio per capo sala, locale soggiorno, spazio attesa visitatori; la soluzione inoltre comporterebbe investimenti suppletivi importanti (dovuti ad opere di messa a norma antincendio, ristrutturazione dei bagni delle stanze, ristrutturazione di locali accessori, importanti rifacimenti impiantistici) nella struttura ospedaliera del S.Chiara per il quale è previsto il trasferimento”. Tutte motivazioni ovviamente non note un anno prima. Gli otto posti letto di semintensiva sono stati spostati all’ospedale di Cles, al posto di quelli che erano stati pensati come posti letto di rianimazione: anche qui ci è voluto un anno per realizzare che “i 6 pp.ll. di terapia intensiva previsti all’ospedale di Cles nel Piano 2020, attualmente nosocomio non dotato di terapia intensiva, richiederebbero una riorganizzazione dei servizi di supporto (Radiologia, Laboratorio, etc.) sulle 24h, anziché le 12h di oggi, con un significativo incremento di costi gestionali ed una riduzione dei posti letto nelle Unità Operative di Chirurgia ed Ortopedia” (tra l’altro lo stesso ragionamento sulla riduzione dei posti letto non viene messo in campo quando, per aprire 16 posti di rianimazione a Rovereto, si vanno a chiudere 27 su 54 posti letto di geriatria, ma si sa, la popolazione sta ringiovanendo…);
in sostanza la volontà di potenziare la pneumologia di Trento è stata nei fatti stoppata il luglio scorso, cosa che alimenta l’ambiguità rispetto il destino di questa U.O..
Visto altresì che:

dopo quasi due anni dallo scoppio della pandemia il reparto di malattie infettive non è ancora stato completamente adeguato alla gestione della pandemia (per l’accesso all’area sporca si transita ancora dal balcone esterno per il secondo inverno di fila) e forse solo ora si procederà a un adeguamento;
i due gruppi medici e infermieristici del reparto di pneumologia e malattie infettive, stremati da venti mesi di ritmi serrati, saranno uniti e chi sarà in “esubero” (nonostante la scarsità del personale presente nelle due UU.OO, si passerà comunque dal gestire 26 posti letto a 14) verrà probabilmente assegnato ad altre UU.OO.;
il personale infermieristico di malattie infettive pare non essere addestrato alla gestione di pazienti in NIV, e dovrà quindi essere rapidamente formato alla gestione della ventilazione per garantire la sicurezza del paziente.
Tutto ciò premesso interrogo il Presidente e l’assessora alla salute per sapere
1) se la chiusura dell’U.O. di pneumologia sia da considerarsi definitiva o abbia carattere temporaneo e in questo caso per quanti mesi è prevista;
2) quali motivi abbiano portato a questa decisione;
3) quanti medici, infermieri e OSS operavano nell’U.O. prima della chiusura;
4) perché non si è rinforzato l’organico infermieristico per prevenire la chiusura di una U.O. così importante in questa fase epidemiologica, assumendo personale o sacrificando piuttosto servizi “meno essenziali”;
5) come si pensa di compensare la chiusura di 12 posti letto di pneumologia in una fase così delicata della pandemia, che vede rialzarsi contagi e ricoveri;
6) per quale motivo dopo venti mesi di pandemia il reparto di malattie infettive non ha ancora visto la realizzazione di lavori strutturali per garantire un’adeguata vivibilità della “zona sporca”, attualmente ancora su balcone all’aperto;
7) se il personale infermieristico, medico e OSS del reparto di malattie infettive, prima del trasferimento di quello dell’U.O. di pneumologia, era in numero sufficiente per le esigenze del reparto e per garantire un adeguato recupero psicofisico;
8) se il personale infermieristico del reparto di malattie infettive è stato addestrato per la gestione della NIV o quale piano formativo si abbia intenzione di attuare per garantire la rapidamente la sicurezza degli utenti;
9) se eventuale personale in esubero dopo l’unione dei due gruppi professionali sarà assegnato ad altre UU.OO. e a quali;
10)se durante la chiusura della pneumologia si approfitterà per effettuare lavori di riqualificazione – ed eventuale ampliamento – che la rendano più adatta alla gestione di pazienti con problematiche infettivologiche.

 

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PAOLO ZANELLA

Gruppo consiliare FUTURA

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