Rispondendo alle nostre interrogazioni, il Presidente Fugatti, per voce dell’assessore Gottardi, ha confermato che non onorerà l’impegno preso a gennaio 2020 con le Confederazione sindacali.
L’aumento del 4,1% dei contratti del pubblico impiego partirà solo dal 2022. Per il triennio che si sta concludendo, infatti, sanitari – i tanto decantati eroi della pandemia -, insegnanti, dipendenti provinciali e comunali dovranno accontentarsi della vacanza contrattuale dello 0,7% e di una tantum.
Niente aumento delle retribuzioni tabellari, il che significa che per la prima volta nella storia della Provincia si perde un giro di adeguamento contrattuale, unici in tutto il Paese. E lo si fa abdicando alle prerogative statutarie e in violazione della normativa provinciale che prevede il rinnovo triennale. Altro che Autonomia, qui il rischio è che il “prima i trentini” diventi “i trentini per ultimi”.
In sintesi, nonostante abbia ottenuto 120 milioni dallo Stato, il Presidente sceglie di non adeguare gli stipendi e quindi il potere d’acquisto di 35.000 dipendenti e delle loro famiglie, rimangiandosi la parola data ai lavoratori pubblici.
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PAOLO ZANELLA
Futura
SARA FERRARI
PD del Trentino