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WWF * UOMO-ORSO IN TRENTINO E ALPI: « INVIATO IL DOCUMENTO AL MINISTERO DELL’AMBIENTE, PER MIGLIORARNE LA COESISTENZA »

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12.00 - mercoledì 10 maggio 2023

Lavorare per costruire un sistema di convivenza che garantisca la sicurezza degli orsi e delle persone in Trentino è possibile. A condizione che si cominci a lavorare da subito per affrontare gli evidenti limiti che la gestione “politica” ha prodotto negli ultimi anni e che si abbandoni una gestione basata su demagogia e strumentalizzazioni.

Facendo seguito alla riunione dello scorso 26 aprile, il WWF ha inviato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica un documento di proposte basate sulle conoscenze tecnico-scientifiche più aggiornate e delle migliori esperienze in tema di coesistenza tra grandi carnivori e comunità umane.

Le responsabilità di una gestione non adeguata della presenza dell’orso da parte della Provincia Autonoma di Trento negli ultimi anni sono evidenti in diversi ambiti.

Il WWF auspica che il Ministero dell’Ambiente voglia effettivamente assumere un ruolo più diretto nella gestione dell’orso in Trentino mantenendo un tavolo di confronto tra istituzioni, istituti di ricerca e portatori di interesse.

Il PACOBACE (il Piano di gestione dell’Orso sulle Alpi, sottoscritto anche dalla Provincia Autonoma di Trento) prevedeva interventi di comunicazione, formazione ed educazione rivolti alle comunità locali che in larga misura risultano inattuati. Non si è lavorato sufficientemente sulla prevenzione dei danni, sul favorire la diffusione della popolazione sull’arco alpino centro-orientale, sulla prevenzione di comportamenti problematici negli orsi.
La proposta di rimozione e/o spostamento di un cospicuo numero di orsi, come ipotizzato dalla Provincia Autonoma di Trento, è inattuabile, non ha alcun fondamento scientifico ed è in contrasto con la normativa e la pianificazione vigenti.

Per il WWF è quindi necessario un cambio di passo che superi gli opposti estremismi che stanno caratterizzando il dibattito e indirizzi invece l’azione di tutti verso l’obiettivo della convivenza.

COMUNICAZIONE. È urgente una forte campagna di comunicazione volta a informare e sensibilizzare sui corretti comportamenti da tenere durante le uscite in natura di turisti, escursionisti, ciclisti, cacciatori, fungaioli, tartufai e qualsiasi altra categoria di persone che usufruisca del territorio montano ricadente nell’areale dell’orso sulle Alpi. Vista la complessità, la campagna di informazione deve essere predisposta avvalendosi del supporto di specialisti.

PREVENZIONE DELL’ABITUAZIONE. Va migliorata la messa in sicurezza delle risorse organiche nei pressi dei centri abitati attraverso un piano di gestione dei rifiuti organici che tenga conto del potenziale effetto attrattivo questi esercitano nei confronti degli animali selvatici. I Comuni ricadenti nell’areale dell’orso devono adottare in modo capillare dei cassonetti per i rifiuti con dispositivi anti-orso, attraverso la stipula di specifici protocolli d’intesa con le aziende responsabili dello smaltimento dei rifiuti.

LEGALIZZARE BEAR SPRAY. Va consentito l’utilizzo del bear spray (spray al peperoncino anti-orso) da parte del personale della Forestale, degli altri corpi di sorveglianza ambientale e anche delle persone che frequentano le aree forestali e montane ricomprese nell’areale dell’orso sulle Alpi. L’utilizzo del bear spray ha mostrato la sua efficacia in Nord America e in altri Paesi nel gestire i rari casi di aggressione di orsi ad escursionisti, prevenendo effetti gravi o fatali a danno delle persone coinvolte e condizionando negativamente gli orsi che mettono in campo tali comportamenti, pertanto limitando la probabilità che si ripetano in futuro.

REVISIONE DEL PACOBACE. A distanza di 8 anni dalla precedente modifica, va rivisto il PACOBACE di concerto con il Ministero dell’Ambiente e l’ISPRA. La revisione deve prevedere l’inserimento di criteri più stringenti per la definizione delle categorie di orso problematico, dannoso e pericoloso, e un adeguamento nella valutazione delle azioni gestionali previste in risposta ai differenti comportamenti di un orso, lasciando minore discrezionalità nelle decisioni e riducendo così i margini interpretativi e i relativi conflitti (anche giudiziari e mediatici). Il concetto chiave della definizione di orso dannoso nel PACOBACE è la “ripetitività” degli eventi di danno a beni materiali o di frequentazione di fonti di cibo legate all’uomo. Ma in questa definizione non viene quantificato né il numero di eventi, né il livello economico di danno rispetto al quale definire un individuo dannoso: tale mancanza comporta un’elevata discrezionalità, che può divenire arbitrarietà, nella classificazione dei comportamenti di singoli orsi che si rendono protagonisti di danni e non tiene in alcun conto il grado di messa in sicurezza della risorsa.

CONNETTIVITÀ ECOLOGICA. Va avviato un tavolo per l’individuazione di corridoi ecologici per migliorare la connettività tra l’areale centrale della popolazione alpina di orsi (corrispondente a grandi linee con il Trentino occidentale) e altre aree limitrofe idonee. Occorre da un lato individuare le principali aree potenziali di connessione (anche grazie ai dati di radiotelemetria disponibili) e dall’altro progettare interventi per migliorare la permeabilità del territorio, così da favorire l’espansione naturale della popolazione lungo l’arco alpino e mantenere la densità di orsi nel Trentino occidentale a livelli compatibili ecologicamente e socialmente nel lungo periodo.

RISPETTO DELLE REGOLE. Va garantito, anche attraverso un sistema sanzionatorio, il rispetto delle regole di comportamento essenziali per evitare incidenti con gli orsi: obbligo di conduzione del cane al guinzaglio su sentieri, sterrate e altri percorsi escursionistici e comunque nelle zone di presenza dell’orso; obbligo di mantenimento della distanza minima di 100 m in caso di avvistamento di un orso; divieto di effettuare trekking e passeggiate fuori dai sentieri segnati durante i periodi di maggiore attività dell’orso (es. in orari crepuscolari e notturni, e durante i periodi riproduttivi e di iperfagia); divieto di lasciare cibo a disposizione degli orsi e di attrarli con esche alimentari.

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