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WWF TRENTINO * TURISMO: « CAMPEGGIO DI LUSSO A CAVEDAGO, QUALE FORMA DI SOSTENIBILITÀ SI IMMAGINANO I PROPONENTI E GLI AUTORIZZATORI? »

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18.47 - sabato 21 gennaio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Non troppo tempo fa l’Azienda per il Turismo Dolomiti Paganella presentava, in maniera accattivante, il suo “lungimirante” Future Lab, un progetto finalizzato ad immaginare un diverso futuro turistico per l’Altopiano della Paganella. Secondo il Progetto esiste “una sensibilità condivisa e un impegno reciproco da parte di visitatori, residenti e di tutta la comunità turistica per adottare comportamenti sostenibili” e nella carta dei valori, nata in seno al progetto, vi era l’impegno a ragionare in termini di valore: “non ci baseremo più sul volume (numero di arrivi e di partenze), ma priviligeremo la qualità dell’esperienza del turista… assicurandoci che il turismo evolva in modo sostenibile”.

Difficile credere che questa visione di futuro sia propria di non solo tutti ma almeno di gran parte degli attori turistici del territorio o degli Amministratori che lo governano. L’idea è quella di costruire un campeggio per ricchi (saranno previsti contributi pubblici per l’impresario?) che garantisca un minimo di 1.000 posti per 10 mesi l’anno. Al 01.01.2022, Cavedago contava 563 abitanti: come se la sua popolazione venisse improvvisamente triplicata. Quale forma di sostenibilità si immaginano quindi i proponenti, nonché gli autorizzatori? Smaltimento di acque reflue verso depuratori, forse, già oggi pesantemente sottodimensionati, viabilità ingolfata, gentrificazione che ci immaginavamo confinata ai contesti suburbani milanesi incredibilmente operante persino sugli spazi naturali…

Pubblicizzare la sostenibilità di una iniziativa semplicemente alzandola a qualche metro da terra (“camping con case sull’albero”) non fa sì che un progetto in tutta evidenza altamente impattante diventi qualcosa di diverso: la diversità va anzi giustificata, con numeri, fatti ed intenzioni, non campagne pubblicitarie adatte alla migliore tradizione del marketing trentino. Il luogo scelto lascia ulteriormente perplessi: a meno di 50 metri dai confini del Parco Naturale Adamello Brenta e prossimo alla Valle dello Sporeggio, il luogo che “conservò e protesse” gli ultimi Orsi bruni autoctoni trentini. La zona in cui sorgerebbe il campeggio è ampiamente frequentata dai plantigradi in questione (non per nulla vi è stato costruito l’osservatorio faunistico dei Priori: per poter osservare, con discrezione, questa ed altra fauna) che sono il simbolo del parco.

Molti ricorderanno le incursioni ursine di M57 ai bidoni dell’organico, evidentemente troppo alla portata della specie, avvenute ai danni di un locale che sorge nel medesimo punto in cui verrebbe costruito il campeggio. Ci dobbiamo preparare a squadre di forestali intente ad allontanare orsi che inevitabilmente saranno attratti dall’ulteriore disponibilità di cibo? La convivenza con l’ambiente naturale si realizza anche comprendendo quali siano i luoghi più adatti a realizzare iniziative imprenditoriali, e quali, semplicemente, no.

In un posto quindi così delicato per la fauna selvatica, si vogliono ospitare quanto meno, il doppio degli abitanti di Cavedago. La particolarità unica del Parco (la presenza dell’orso) qua non solo non pare considerata ma anzi sminuita ed allontanata, trasformando un luogo di tranquilla osservazione – che a suo modo potrebbe incentivare ben altre forme di turismo, certamente meno fruttuose per il singolo ma con ricadute sociali e ambientali distribuite orizzontalmente nella collettività – in qualcosa di radicalmente “altro”.

Senza fare i conti con le difficoltà di approvvigionamento idrico, difficoltà che in futuro andranno ad aumentare e per le quali i comuni dell’altopiano non dovrebbero essere immuni. Quanta acqua consumerà un campeggio di lusso per 1000 persone con bagni, saune, piscine e quant’altro?
Questa è la realtà del Trentino oggi: ci si accontenta di una immaginazione pigra, che si rivolge a schemi imprenditoriali del passato cercando vanamente di applicarli ovunque senza considerare specificità, particolarità, ed opportunità che da queste derivano. Le immediate ricadute economiche non possono essere eterna giustificazione dell’inadeguatezza delle proprie idee alle sfide odierne. Si vive il presente, nella consapevolezza che i problemi dei nostri progetti attuali, cadranno in futuro sulle spalle di altri.

 

 

*
Associazione per il WWF Trentino

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