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VEGLIA PASQUALE: TESTO E FOTO OMELIA DEL VESCOVO TISI IN CATTEDRALE (ORE 21)

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22.31 - sabato 15 aprile 2017

(Fonte: Ufficio stampa Arcidiocesi di Trento) – In allegato il testo integrale dell’omelia dell’arcivescovo Lauro nella Veglia Pasquale di sabato sera in cattedrale, con inizio alle ore 21.00.

La lunga liturgia, la più solenne dell’anno, è caratterizzata dalla benedizione del fuoco all’esterno della chiesa e dall’accensione del cero pasquale, simbolo di Cristo Risorto, luce del mondo. Seguono brani della Sacra Scrittura che ripercorrono la storia della salvezza fino al Vangelo della Risurrezione.

Quindi la benedizione dell’acqua e la liturgia battesimale nel corso della quale l’arcivescovo battezzerà due donne, Ilaria e Jonida (quest’ultima albanese). Altri 19 catecumeni vengono battezzati questa sera in Diocesi. Il gruppo più importante (13) a Rovereto nella parrocchia della Sacra Famiglia.

 

 

 

 

 

 

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OMELIA 15 APRILE 2017 – VEGLIA PASQUALE
(cattedrale di Trento)

Questa è la più solenne e più santa di tutte le veglie. Abbiamo sentito l’annuncio dell’angelo: “Non abbiate paura! So che cercate Gesù, il Crocifisso. Non è qui. È risorto” (Mt 28, 5-6a). Senza la risurrezione di Gesù, sarebbe vuoto il nostro credere e il nostro sperare.

Siamo qui per sperimentare la gioia vissuta dalle donne e dai primi discepoli per l’evento della Risurrezione. La gioia propria dei cristiani nel corso delle generazioni, la gioia dei santi e dei martiri, la gioia della nuova creazione scaturita dal Risorto. Vogliamo condividerla reciprocamente e augurarla a ogni uomo e a ogni donna della terra.

Era buio quando la terra era informe e deserta, e le tenebre ricoprivano l’abisso. Ma Dio con la forza della sua Parola ha fatto passare le cose dal nulla all’essere. Creando la luce, Dio ha manifestato la volontà di fare del mondo un luogo d’incontro e di libertà, di bene e di amore, ponendo al centro della sua creazione l’uomo e la donna.

Era notte nel cuore di Abramo, quando salì sul monte col figlio Isacco. Fidandosi di Dio, Abramo vinse la prova. Nel suo dramma c’è tutta la gioia della Chiesa che canta il Dio della vita, il Dio che non vuole vittime, ma misericordia e fedeltà.

Notte profonda per gli ebrei, quando gli egiziani li inseguivano; Dio è sceso in loro aiuto, facendoli passare illesi attraverso il Mar Rosso.

Notte per la comunità di Israele in esilio, ma Dio è intervenuto e ha vinto le tenebre dell’afflizione, offrendo la sua perenne alleanza di pace e la possibilità di ricominciare.
Notte, quando le donne vegliavano preparando aromi e profumi per ungere il corpo del loro Maestro.

In quella notte anche Dio Padre vegliava sul Figlio, nel sepolcro sigillato, a sua volta custodito dalle guardie.

In quella notte “il Figlio sperimentava l’amore del Padre che è più potente della morte” (Dives in misericordia, 8).

Anche intorno a noi c’è notte. Notte sempre più fonda. Ma la Veglia che stiamo vivendo non è puro ricordo di fatti lontani. E’ partecipazione viva e reale all’evento della Risurrezione.

Il Risorto è qui, in mezzo a noi. E’ negli occhi pieni di gioia di Ilaria e Jonida Anna Chiara, che ho conosciuto in questi mesi. La loro scelta sia per noi salutare provocazione a tornare a cercare il Risorto. Non lasciamoci rubare la vita che Gesù di Nazareth ci ha regalato.

 

 

+ Arcivescovo Lauro

 

 
Foto: da comunicato stampa

 

 

In allegato l’omelia in Pdf:

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