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VATICANNEWS.VA * ANGELUS: PAPA FRANCESCO, « STUPIRSI DEI DONI DI DIO CHE GUARISCE E DONA DIGNITÀ ALL’UOMO »

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06.06 - lunedì 20 marzo 2023

Il Papa: stupirsi dei doni di Dio che guarisce e dona dignità all’uomo Nella riflessione che precede la preghiera mariana dell’Angelus, Francesco parla ai 25mila fedeli presenti in piazza San Pietro dell’episodio evangelico che vede protagonista un uomo nato cieco al quale Gesù ridona la vista. La miracolosa guarigione suscita però reazioni contrastanti fra la gente. Emergono cuori chiusi, perché non vogliono cambiare, sono bloccati dalla paura, dice il Papa, che esorta a vedere le varie circostanze della vita come occasioni per operare il bene.

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Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Un prodigio accolto in malo modo: si può descrivere così la guarigione da parte di Gesù dell’uomo cieco dalla nascita che suscita reazioni negative tra la gente. All’Angelus in piazza San Pietro, dove sono presenti 25mila fedeli, commentando il Vangelo domenicale, Papa Francesco le descrive una per una, evidenziando quanta poca apertura verso l’altro ci sia nel cuore dell’uomo ed invita a leggere la narrazione di Giovanni, “che fa vedere come procede il cuore umano: il cuore umano buono, il cuore umano tiepido, il cuore umano timoroso, il cuore umano coraggioso”. I discepoli, per primi, si chiedono se quel cieco guarito non vedeva per colpa sua o dei suoi genitori e scadono nel chiacchiericcio, fa notare il Pontefice: Cercano un colpevole; e noi tante volte cadiamo in questo che è tanto comodo: cercare un colpevole, anziché porsi domande più impegnative nella vita.

Stupirsi dei doni di Dio
Tutto questo deve indurre a riflettere, osserva il Papa, a porsi delle domande: “come il cieco, sappiamo vedere il bene ed esser grati per i doni che riceviamo?”, e poi “testimoniamo Gesù oppure spargiamo critiche e sospetti? Siamo liberi di fronte ai pregiudizi o ci associamo a quelli che diffondono negatività e pettegolezzi?”. E ancora, continua il Papa, “siamo felici di dire che Gesù ci ama e che ci salva” o “ci lasciamo ingabbiare dal timore di quello che penserà la gente?” come “i tiepidi di cuore che non accettano la verità e non hanno il coraggio di dire: ‘No, questo è così'”. E come accogliamo le difficoltà e “le persone che hanno tante limitazioni nella vita? Siano fisiche, come questo cieco; siano sociali, come i mendicanti che troviamo per la strada”? Le vediamo “come una maledizione o come occasione per farci vicini a loro con amore?”.

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