(Fonte: Italia Nostra sezione Trentina) – In merito alla realizzazione del Vallo Tomo a Mori. Nella pubblica assemblea svoltasi a Mori il 9 maggio 2017, i tecnici della Protezione Civile della Provincia autonoma di Trento (ing. Cristofori, ing. De Vigili, geologo Nardin) hanno comunicato tra l’altro:
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che il volume della roccia da demolire è stato ricalcolato in 1360 m3, quasi
triplicando il volume di 500 m3 precedentemente calcolato;
che si ribadiva l’intenzione di demolire il cosiddetto diedro con l’esplosivo per
concludere i lavori in minor tempo;
che non è stata prevista alcuna barriera a valle capace di ricevere il materiale
disgregato e di bloccarne la discesa, affidandosi alla sola capacità di rallentamento del bosco; e che se la frana indotta artificialmente dovesse coinvolgere le superstiti fratte, si provvederà a risarcire i danni.
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Tutto ciò sinteticamente premesso, i presenti all’assemblea annuale della sezione trentina di Italia Nostra, svoltasi a Mori, sabato 10 giugno 2017, rivolgono le seguenti domande ai tecnici della Protezione Civile della Pat, che saranno inviate per conoscenza anche al sindaco di Mori e all’assessore provinciale competente in materia, nonché alle Autorità tenute a eseguire e a sovrintendere l’esecuzione di lavori, che interessano la pubblica sicurezza, la collettività, i beni pubblici, l’ambiente, il paesaggio e le proprietà private.
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1. Perché il volume da demolire è passato da 500 a 1360 m3 senza alcuna dimostrazione della necessità di tale incremento? La dimensione è rilevante non solo sotto profilo paesaggistico ma anche sotto quello economico, dato che la demolizione costituisce la voce principale dell’importo a base d’asta.
2. Perché è stato ritenuto necessario accelerare l’intervento per mezzo dell’esplosivo? Dopo tanti anni (dal 2007) la somma urgenza non è invocabile: si proceda quindi con la necessaria calma e cautela allo scopo di evitare ulteriori danneggiamenti.
3. Perché non è stata prevista a valle una barriera capace di bloccare il materiale disgregato?
4. Per quale ragione s’intende sacrificare il bosco e i superstiti terrazzamenti sopra via Teatro? Non è sufficiente il danno già inferto all’ambiente e al paesaggio di Mori?
5. Quali risorse sono disponibili per risarcire i nuovi danni e da quale capitolo di bilancio saranno prelevate?
In attesa di vostre comunicazioni, si inviano cordiali saluti.
Il Consiglio Direttivo della sezione trentina.
In allegato la mozione contenuta nel comunicato stampa:
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Foto: archivio Consiglio provinciale Pat