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UIL FPL SANITÀ * TRENTINO: «2.000 EURO AL GIORNO (12 ORE) A MEDICI COOP BOLOGNA IN SERVIZIO A CAVALESE E CLES? L’APSS PRENDA ATTO DEL CROLLO DI QUALITÀ»

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08.31 - sabato 9 novembre 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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UIL FPL SANITÀ: Ennesima debacle della sanità trentina.

Cosa deve ancora accadere prima che la direzione generale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) di Trento si svegli e prenda atto del crollo della qualità del servizio sanitario trentino? L’ultimo scandalo è quello che, per garantire la sostenibilità dell’Unità Operativa di ostetricia/Ginecologia di Cles e di Cavalese si è ricorso ad una cooperativa Bolognese per reclutare medici pagati 2000,00 euro al giorno, decisione scandalosa e discriminatoria nei confronti dei medici strutturati che vengono remunerati molto meno e con un contratto scaduto dal 2019.

Negli ultimi cinque anni, l’APSS ha mostrato una gestione dissennata delle risorse mediche, frutto di una totale assenza di progettualità e di un piano strategico di programmazione.

Secondo le recenti notizie, la mancanza di investimenti adeguati ha portato a errori clamorosi nell’allocazione delle risorse, lasciando i reparti cruciali in una situazione di precarietà. Le strutture di pronto soccorso, ad esempio, continuano a registrare tempi di attesa inaccettabili, che superano le medie nazionali, creando una pressione insostenibile sulle strutture esistenti.

In aggiunta, ci troviamo di fronte a un’assenza totale di un piano per coinvolgere gli ospedali periferici. Con la necessità di affidarsi alle strutture esistenti per almeno altri dieci anni, è incredibile assistere a una mancanza di strategie per integrare e supportare gli ospedali locali. Se l’ospedale centrale Santa Chiara continua a essere lasciato solo a fronteggiare la crescente domanda di assistenza sanitaria, il risultato sarà un collasso totale del sistema. Le recenti dichiarazioni da parte dei sindacati sottolineano come questa situazione stia diventando insostenibile, con un aumento delle lamentele da parte dei professionisti sanitari riguardo la loro sicurezza e il benessere.

E non possiamo ignorare il fallimento evidente delle chirurgie e delle ortopedie nelle strutture periferiche, con numeri che parlano di una situazione a dir poco allarmante. Secondo i report, la performance di queste unità è ben al di sotto degli standard minimi richiesti, generando frustrazione tra i pazienti e i professionisti. È inaccettabile che i cittadini trentini si trovino a dover affrontare un servizio sanitario che non riesce a garantire nemmeno le cure più basilari.

Mentre per la carenza di ortopedici, l’unico provvedimento a distanza di anni è quello di una promessa che nei prossimi mesi sarà assegnato un medico in più, soluzione insufficiente visto che siamo alle porte della stagione invernale sciistica. Queste carenze si ripercuotono sia nelle unità operative citate ma soprattutto in Pronto Soccorso dove la situazione è drammatica per il fatto che, tra medici gettonisti e carenza di personale infermieristico la sicurezza dei professionisti in forza presso questa unità operativa è limite.

Chi deve rendersi conto dell’insostenibilità dell’attuale stato delle cose è l’assessorato e, soprattutto, la presidenza della Provincia Autonoma di Trento, quest’ultima troppo concentrata sulla transizione universitaria, e interessata a questioni di vanità piuttosto che al bene della cittadinanza.

Questa distrazione dai problemi reali della sanità ha portato a un deterioramento della qualità dei servizi, lasciando i cittadini a chiedersi se le priorità siano realmente in linea con le loro necessità.

In conclusione, l’assessorato deve rendersi conto che l’attuale stato delle cose è insostenibile. È tempo di prendere decisioni coraggiose e di ristrutturare profondamente l’organizzazione sanitaria, restituendo dignità e qualità ai servizi offerti. I cittadini trentini meritano un’assistenza sanitaria all’altezza delle loro necessità e non possono più tollerare un sistema che sembra sempre più orientato al fallimento. È ora di agire, perché ogni giorno che passa è un giorno in cui il diritto alla salute dei cittadini viene a mancare.

 

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Giuseppe Varagone
Segretario Generale della UIL FPL Sanità del Trentino

 

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