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UIL * DOLOMITI ENERGIA HOLDING: ALOTTI, « L’AZIENDA NON SFUGGA AL RUOLO DI CAMPIONE TRENTINO DELLE SOCIETÀ DI PRODUZIONE ENERGETICA, SI VADA AL PIÙ PRESTO VERSO LA QUOTAZIONE IN BORSA »

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09.16 - venerdì 4 febbraio 2022

Dolomiti Energia Holding non sfugga al proprio ruolo di campione trentino delle società di produzione energetica.

La promiscuità pubblico privato dannosa ai cittadini: si vada al più presto verso la quotazione in Borsa di HDE e si apra all’azionariato popolare. Spinelli e la Pat “tirino le orecchie” al management che nega anche solo l’ipotesi di una gestione energetica sostenibile e conveniente per imprese e famiglie trentine.

Le dichiarazioni del Presidente De Alessandri sul “caro – bollette” non piacciono per niente alla UIL del Trentino. Per lo meno riguardo a quanto Dolomiti Energia possa fare per ridurre l’impatto della bolletta dell’energia elettrica, risorsa che HDE produce, a differenza del gas, per il quale è invece anch’essa costretta all’acquisto sul mercato internazionale, imbizzarrito dalle attuali contingenze. L’Italia sta comunque pensando di raddoppiare la produzione idroelettrica per riportarla almeno alla metà della produzione che aveva qualche anno fa.

Per il Segretario Provinciale Alotti quelle di De Alessandri sono l’enunciazione di una linea aziendale espressa più in sintonia con i privilegiati azionisti privati della Holding DE, piuttosto che con gli azionisti maggioritari pubblici. Gli assessori Spinelli e Tonina sembrano, finora almeno solo a parole, attenti alle esigenze delle famiglie residenti in Trentino e delle PMI locali, che difficilmente sopporteranno a lungo questi vertiginosi incrementi del costo dell’energia.

Per la UIL, quando nelle società pubbliche c’è commistione tra interessi dei soci pubblici (Comuni di Trento e Rovereto) e privati che mirano solo ai dividendi, gli interessi di cittadinanza e imprese vengono messi in secondo piano, rispetto alla previsione di tariffe basse e costanti, pur avendo la fortuna di vivere in un territorio dove abbiamo acqua e centrali idroelettriche e dove quindi i bassi costi di produzione dell’energia dovrebbero tradursi in bassi prezzi di vendita agli acquirenti trentini, come avviene anche in altre parti del Trentino e d’Italia.

Per questo motivo da tempo spingiamo per la quotazione in Borsa di HDE e proponiamo l’uscita dei soci privati dalla Holding e l’apertura all’azionariato privato popolare ma diffuso.
Sarebbe possibile quindi un cambio di business (no vendita anticipata alla borsa elettrica con conseguente riacquisto successivo a prezzi più alti, si alla vendita diretta ai trentini) con offerte interessanti e non osteggiate dai soci privati attuali, come quella del consorzio elettrico di Storo o quella della Compagnia Valdaostana delle Acque (CVA).

Quella giudicariese prevede che il costo della bolletta inviata all’inizio del 2022 (ultima bolletta del 2021), a parità di consumo, sia uguale a quello della bolletta inviata ad inizio 2021. La CVA dal 01.10.2021 ha proposto, per rispondere alla nota e preannunciata impennata dei prezzi in bolletta, un’offerta che prevede lo sconto del 40% rispetto al prezzo della componente energia. Non sono risposte definitive che possono risolvere i problemi dei consumatori, delle famiglie, ma almeno vengono loro incontro, cosa che HDE, per voce del Presidente, a causa di una politica di business e commerciale propria, poco attenta al territorio, che non si vuole modificare, non sembra intenzionata a fare.

Rispetto poi alla capacità produttiva ed al forte calo di produzione idroelettrica degli ultimi mesi per la UIL esso è legato certamente alle condizioni meteorologiche e mancate precipitazioni degli ultimi mesi, ma anche a miopi politiche di investimento attuate, che non prevedono diversi e più puntuali utilizzi dei tanti bacini lacuali ed idrici provinciali, con la realizzazione di impianti di pompaggio come quelli della Centrale di Riva del Garda, ad esempio, che integrerebbero la produzione classica dalle acque a cascata.

Un problema e soluzioni complesse, di carattere tecnico, finanziario ma soprattutto politico. Certo, l’escalation dei prezzi, la transizione energetico ambientale, il rinnovo delle concessioni e la nuova centralità del ruolo del “pubblico” potrebbero, anzi per la UIL, dovrebbero, assolutamente portare ad un ripensamento del sistema energetico provinciale anche valutando in alternativa all’azionariato popolare un modello semplificato con la riduzione dei soggetti territoriali e privati che la realizzano (sul modello Alperia che è interamente pubblica) , lasciando spazio ad un attore che oltre alle performances tecniche e commerciali abbia a cuore un beneficio economico per le famiglie e le aziende del territorio trentino.

 

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Walter Alotti

Segretario Generale
UIL del Trentino

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