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TRENTINO-PONTI E FRANE: CIVETTINI, CHI DEVE CONTROLLARE E QUANTE LE AREE DI CRISI?

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06.21 - venerdì 11 agosto 2017

(Fonte: Claudio Civettini) – Il Trentino che frana tra ponti pericolanti e valanghe di rocce. Quali sono i controlli periodici sul territorio? A chi competono e quante sono le aree di crisi gia note?

Mentre qualcuno sta cercando di fare bacini di raccolta acqua in val di Stava, per le giuste esigenze invernali, bastano situazioni di gravita metereologica di media entità, a far franare alcune strade del sistema viario di montagna, con i danni incalcolabili che, in questo caso riguarda il rifugio Gardeccia, ma anche la val di Fassa intera.

Così, tra ponti che improvvisamente collassano come quello di Strembo e montagne che franano, non passa certo una buona immagine dell’Autonomia trentina che come motto dovrebbe essere “fare di più con qualche cosa di meno”.

Una preoccupazione diffusa, visto il clima impazzito ma ancor di più, mentre improbabili guru dell’impossibile, della politica trentina, progettano e promettono interramenti della ferrovia a Trento, il Trentino frana e si scopre indifeso alle nuove manifestazioni del clima, che sembra si esasperi, nel caldo e nelle improvvise intemperie, quasi fosse il firmamento della politica italiana.

Eventi, che i nostri tecnici provinciali, galvanizzati da coloro che governano il Trentino, avrebbero dovuto avere ben chiaro, tanto che, colti impreparati a detti eventi, si scopre la fragilità di un sistema che era già ben nota e che, si ritiene, dovesse avere meccanismi automatici di monitoraggio, tanto da evitare, non tanto gli eventi, quanto gli effetti che generano.

 

 

*

Tutto ciò premesso, Il sottoscritto Consigliere interroga Il Presidente della Giunta provinciale e l’Assessore provinciale competente

 

Quali siano i sistemi di monitoraggio delle montagne trentine e della loro viabilità di accesso, che al primo presentarsi di una situazione meteorologica di una certa importanza, dimostrano la loro fragilità, tanto da franare pericolosamente creando danni importanti al sistema turistico-in questo caso-delle valli di Fassa e Fiemme;

A chi sia affidato il monitoraggio periodico delle strade che danno accesso alle vie delle montagne trentina, ma di più, nel caso specifico, quali siano stati i collaudi e le verifiche della strada di accesso al Gardeccia;

Se la struttura provinciale, con tutti i suoi comparti tecnici, sia preparata alle evenienze di questo genere e come si intenda prevenire eventuali danni derivanti certamente dalle perturbazioni particolarmente intense, ma anche da una evidente fragilità conclamata del territorio;

Quali sia, per quanto di conoscenza le aree montane e non, che si stanno monitorando in modo particolare per la possibile fragilità e tenuta delle reti viarie di accesso o direttamente per i fenomeni di crolli dei parte delle nostre vette.

A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.

 

 

 

In allegato l’interrogazione contenuta nel comunicato stampa:

 

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