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TRENTINO-NEVE ARTIFICIALE: ROMANO, BACINI IDRICI AMPLIATI ROSSI SI DIMETTA

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13.26 - venerdì 21 luglio 2017

(Fonte: l’Altra Trento a sinistra) – Dopo il provvedimento sull’ampliamento dei bacini idrici per l’innevamento artificiale chiediamo le dimissioni di Ugo Rossi.

L’ultimo provvedimento approvato in consiglio provinciale, la mozione 591 proppsta da Detomas, accresce ulteriormente le preoccupazioni legate alla profonda ignoranza dello stato di emergenza climatica in cui versiamo.

Ampliare il numero dei bacini idrici per l’accumulo di acqua da utilizzare per l’innevamento artificiale è la scelta miope di chi si ostina a non voler fare i conti con la necessità di modificare la visione del Trentino come meta di turismo invernale legato quasi esclusivamente agli sport sulla neve..

Il cambiamento climatico e l’innalzamento delle temperature sta determinando da anni la diminuzione dell’innevamento naturale e lo scioglimento dei ghiacciai.

Tra il 25 aprile e l’1 maggio il fiume Adige non è riuscito a sfociare nel mar Adriatico causando un ingresso di acqua marina nelle letto del fiume per circa 12 km.

Il ricorso alll’innevamento artificiale, per garantire le stagioni invernali, oltre a impattare negativamente sui naturali corsi di acqua e sui laghi, comporta un  impiego di risorse energetiche in netto contrasto con quella che dovrebbe essere una politica di risparmio e di tutela a lungo periodo.

Non è certo con questi provvedimenti che si tutelano gli interessi delle categorie che si occupano di turismo.

È solo con un rovesciamento della visione turistica della montagna, da vivere e far vivere apprezzandone tutte le altre innumerevoli risorse che si potrà rispondere alla tendenza,  per il momento non modificabile, della perdita di neve.

L’altra Trento a sinistra nel constatare l’assenza di soluzioni valide al problema del dover comunque sostenere un’economia basata sul turismo di montagna in un contesto a forte cambiamento climatico, ritiene doveroso segnalare la pericolosità di quest’ultimo provvedimento e chiedere, per il bene del nostro futuro e della nostra economia di montagna, le dimissioni di Rossi e la fine di un governo provinciale politicamente povero e dannoso ad ampio spettro.

 

 

 

 

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