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TRENTINO BOOK FESTIVAL: SUL PALCO FERRUCCIO DE BORTOLI ED ANDREA SCANZI

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00.22 - lunedì 19 giugno 2017

(Fonte: Ufficio stampa Trentino Book Festival) – Gli interventi di Ferruccio De Bortoli ed Andrea Scanzi, relatori di Trentino Book Festival, a Caldonazzo, per l’edizione 2017

 

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Ferruccio De Bortoli ha offerto molti spunti ai visitatori del Tbf17 al Palazzetto in un incontro ad ampio raggio su politica, economia e giornalismo assieme al direttore del Corriere del Trentino Enrico Franco. «In Italia mancano “poteri forti” responsabili» l’incipit di De Bortoli.

Un concetto non molto diverso da quello espresso venerdì al Tbf da Alessandra Sardoni.

«Non abbiamo molti marchi trainanti a livello internazionale, ma nel 2016 siamo riusciti ad avere il saldo della bilancia commerciale maggiore della storia, con 417miliardi di euro di export. Soprattutto da direttore del Corriere della Sera De Bortoli ha avuto l’opportunità di incontrare molti personaggi internazionali.

Nel racconto parte dal mondo ecclesiale. Il cardinal Martini ad esempio ha accompagnato De Bortoli in un cammino di riavvicinamento alla fede. «Una figura ascetica – ha spiegato De Bortoli – un gesuita molto diverso rispetto a Bergoglio. Martini è stato un padre supplente per molti e rispondeva personalmente a tutti i lettori che gli scrivevano».

Passando alla politica De Bortoli non le manda a dire a Renzi. «La sua è una bulimia del potere personale. Non riconosce radici né prepara eredità. Riconosco meriti a Renzi per le riforme, ma lo ho contestato per la gestione del potere e per essersi circondato più di amici che di persone competenti».

E Berlusconi? «Vuole piacere a tutti, parla di reddito di cittadinanza anche se sa che non ce lo possiamo permettere».

All’inizio del millennio De Bortoli intervistò Assad e riconosce un suo errore di valutazione: «pensavo potesse cambiare il profilo politico della Siria». Degli altri paesi europei De Bortoli loda la saldezza delle istituzioni, che funzionano nonostante «ci siano politici come ad esempio Theresa May o David Cameron che hanno dimostrato sprovvedutezza politica».

Quindi in ambito giornalistico De Bortoli torna sul suo rapporto fatto di litigi e riappacificazioni con Oriana Fallaci, «della quale ammiro forza, coraggio e lungimiranza. “La rabbia e l’orgoglio” è un atto d’amore verso l’Italia. Lei aveva capito prima di altri il torpore nel quale si trova l’Occidente».

De Bortoli ha negato la possibilità di iniziare un percorso politico, ha lodato invece il valore del volontariato, «che vuol dire avere fiducia nel nostro Paese». Infine un accenno alle tematiche giovanili.

«Purtroppo in Italia non c’è un conflitto generazionale perché molti ragazzi decidono di andare all’estero, con buoni risultati che mostrano come la formazione sia di qualità. Preoccupano i 2milioni di giovani tra i 15 ed i 32 anni che non studiano né lavorano».

 

 

 

 

 

 

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Andrea Scanzi, giornalista aretino, ha chiuso le presentazioni del Tbf17 al Palazzetto di Caldonazzo con “I migliori di noi”. In aprile Scanzi, classe 1974, è riuscito ad intervistare uno degli eroi della sua gioventù, Roger Waters dei Pink Floyd.

«Nei primi cinque minuti pensavo di aver buttato via l’occasione, ma fortunatamente ho indovinato la terza domanda».

Nel suo romanzo due amici, Max e Fabio, si incontrano dopo 25 anni. Si parla di una brutta canzone, “Dammi il bikini”, che però ha riscosso successo. Scanzi inserisce nel suo libro anche Luciano Ligabue ed il rocker di Correggio è il primo di una lista di personaggi con i quali non scorre buon sangue.

Scanzi è divisivo, ma più volte ha fatto capire come veda questo fatto come assolutamente naturale.

Durante la presentazione Scanzi ha teso la mano a Jovanotti, col quale gli attriti risalgono a quando, da cronista de La Stampa, seguì il matrimonio del cantautore di Cortona citando anche dei suoi episodi di gioventù.

Scanzi viene criticato di passare come un “tuttologo”, visto che si occupa non solo di politica, ma anche di sport, vino, cultura. «Sapessi che noia – la sua risposta – avere a che fare con una persona che scrive o parla sempre della stessa cosa…».

E sul fatto di essere narcisista? «Quale giornalista non lo è? Diffidate di chi fa finta di essere umile, poi magari a riflettori spenti ha dei comportamenti peggiori rispetto a chi è considerato narcisista».

Nell’incontro moderato da Andrea Tomasi de L’Adige si è parlato di sport, visto che Scanzi seguì il motomondiale dal 2009 al 2011. «Valentino Rossi – spiega – per furbizia e capacità comunicative mi ricorda un po’ Adriano Celentano.

La sua è una storia simile a quella di Francesco Totti, avrà anche lui una “sindrome da ritiro” quando smetterà l’attività agonistica».

Cosa vota Scanzi? «L’etichetta è un vizio di questo Paese. Con Travaglio siamo stati gli unici a capire più di dieci anni fa il fatto che un movimento legato a Grillo avrebbe avuto successo politico.

Il miglior Grillo è stato quello del teatro di controinformazione ad esempio su Parmalat o sui bond argentini». Sulla scelta alle urne Scanzi si sente di essere fra gli italiani che sono indecisi fra «l’astensione, il supporto al Movimento 5 Stelle oppure ad una nuova sinistra. Se il centrosinistra diventa troppo simile al centrodestra in cosa posso riconoscermi?».

Si conclude parlando di cani. «Mi piace mettere la dimensione emotiva dei cani all’interno di un libro, così come fecero grandi scrittori come Saramago, Pennac e Benni».

L’amore per gli animali è al centro di un altro celebre “scazzo” di Scanzi, con Giuseppe Cruciani de “La Zanzara”, «che mi ha fatto molto arrabbiare per il modo nel quale ha voluto prendere in giro i vegetariani».

 

 

 

 
Foto: da comunicato stampa

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