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TRENI LOCALI: UIL TRENTINO, DALLA PAT NO PRETESE SERVIZIO CONTROLLERIA A TERRA

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16.54 - mercoledì 23 agosto 2017

(Fonte: Uil Trentino) – La Uiltrasporti di Trento trova doveroso effettuare alcune precisazioni sulle ferrovie in Trentino e su come la politica dovrebbe intervenire al riguardo.

Sulle tratte regionali (es. Valsugana) operano due diverse aziende – Trenitalia e Trentino Trasporti – con due contratti assolutamente distinti.

Per quanto riguarda il personale Trenitalia, nella normativa contrattuale vengono richieste, ante partenza, molte attività accessorie.

Tra queste, però, non è previsto specificamente il controllo dei biglietti a terra. Per inciso, la cosiddetta “controlleria a terra” consiste nel mantenere, prima della partenza, una sola porta aperta ed effettuare un controllo dei viaggiatori in modo che possano salire a bordo solo se muniti di titolo di viaggio valido e convalidato.

Quest’attività, com’è facilmente intuibile, comporta il concreto rischio per i lavoratori di incorrere nelle ire – con tutti i pericoli del caso – di balordi e malintenzionati “portoghesi” che trovano sul loro percorso, come unico ostacolo, un solo dipendente sostanzialmente indifeso.

In molti casi, peraltro, si tratta di donne in viaggio da sole (dal momento che il macchinista non può abbandonare la cabina di guida) su corse notturne.

A conferma di quanto detto ricordiamo che un anno fa, il 19 agosto 2016, un capotreno di Trentino Trasporti e un agente della polizia ferroviaria furono aggrediti proprio durante il servizio di controlleria a terra. Non serve, comunque, andare così a ritroso. Recentemente ci sono state decine di simili episodi, l’ultimo proprio lo scorso 17 agosto.

Ecco quindi che la Provincia Autonoma di Trento dovrebbe senz’altro smetterla, una volta per tutte, di pretendere dal personale (attraverso intimidazioni e contestazioni disciplinari) un servizio di “controlleria a terra” che, lo ribadiamo, non è previsto dal contratto – in cui non è menzionato in alcun modo – e che moltiplica esponenzialmente le probabilità di scatenare aggressioni verbali e fisiche.

In secondo luogo, sarebbe opportuno un interessamento diverso – in termini di investimenti e personale – da parte della Pat sul tema della sicurezza in generale, lontano da schemi commerciali e propagandistici e finalizzato, invece, alla pragmatica risoluzione dei problemi di ordine pubblico a bordo dei mezzi, ma anche nelle stazioni, divenute ormai in molti casi dormitori nonché zone di spaccio e delinquenza.

 

 

 

 

In allegato il comunicato stampa:

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