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TRANSDOLOMITES * FERROVIE DI MONTAGNA: GIRARDI, « IL PROBLEMA DI BOLZANO È “AVERE TROPPI PROGETTI”, MENTRE TRENTO NON NE HA NEMMENO UNO »

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09.53 - mercoledì 26 dicembre 2018

Nei giorni scorsi è pervenuta a Palazzo Widmann e Municipio di Bolzano la proposta del consorzio d’impresa Ratp (Règie autonome des transports parisiens ) che prevede la possibilità che i privati si accollino i costi di costruzione delle strutture di trasporto, per poi poterne gestire le infrastruttura -per 20 anni- di due linee tramviarie a Bolzano; la linea 1 che da Ponte Adige per raggiungere il centro cittadino e la linea 2 che da Piazza Adriano dovrebbe raggiungere Via Resia.

Il confronto con Bolzano crea sempre una reazione di fastidio soprattutto nella classe politica trentina. Il problema non è questo, semmai avere l’accortezza da fare delle valutazioni che analizzino la diversità tra le due province in tema di traporti. Anche da questo confronto si può trarre una risposta come ad esempio la differenza tra le due province autonome riguardo il reddito pro-capite anno, confronto che vede Bolzano in avanti di circa 6.000 mila euro in più rispetto al Trentino.

Questa partita si gioca anche sul tema dei trasporti dove -mentre a Trento si discute di grandi opere stradali- a Bolzano le grandi opere sono sulla “cura del ferro “ e sul continuo potenziamento dei servizi di mobilità pubblica. Le scelte in tema di mobilità pubblica non sono scelte di mera natura ambientale, ma anche determinate dalla volontà di far star meglio i propri cittadini.

La ricchezza e il benessere sociale non sono inversamente proporzionali al numero di auto possedute. Meno auto di possesso maggiore ricchezza a disposizione delle famiglie, meno spesa pubblica per i danni da traffico. Altra differenza sostanziale è che il problema di Bolzano è “avere troppi progetti” per le nuove infrastrutture ferroviarie, mentre Trento non ne ha nemmeno uno.

Mentre Bolzano ha una capacità di ascolto attraverso le proprie istituzioni, a Trento per troppi anni si è preferito mettere alla berlina chi le idee le aveva , e ancora le ha, seplicememnte dando dei visionari a chi ha avuto il coraggio civile di dare un proprio contributo al progresso sociale .

La storia però dimostra che utopista non è colui che genera idee, ma colui che nell’immobilismo pensa di cambiare il corso della storia. Una irresponsabilità che tocca non solo certa classe politica, ma anche una parte della dirigenza provinciale del Trentinon con incarichi di responsabilità.

Le elezioni del 21 ottobre 2018 hanno decretato un cambio della guardia. Troppo presto per esprimere giudizi, ma una occasione importante si prospetta già il 4 gennaio 2019 a Ponte di Legno (Bs) in un convegno dal titolo: “Quali ferrovie per le nostre montagne?”.

Si tratta di un incontro tecnico che pone sul tavolo il ragionamento sulle future prospettive ferroviarie per le Alpi centrali e le Dolomiti: sono stati invitati vari rappresentanti istituzionali, tra i quali il Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e l’Assessore al Turismo Roberto Failoni.

Questo convegno anticipa quello che l’associazione Transdolomites prevede di tenere a Trento al Muse a fine febbraio 2019, sul tema Olimpiadi invernali 2026 e le nuove infrastrutture ferroviarie per le Alpi centrali e le Dolomiti.

Esprimiamo apprezzamento nel leggere confermata la presenza del Governatore Maurizio Fugatti all’evento di Ponte di Legno. Chi siede alla guida delle istituzioni ha l’incarico di prendere delle decisioni, ma le decisioni si prendono anche sulla base delle conoscenze che si assumono. Per capire cosa sta dietro il significato di una proposta -quale una nuova ferrovia- bisogna “esserci e sapere ascoltare”, perché strade e ferrovie non si valutano con lo stesso criterio.

Ed in questi anni passati molto pochi sono stati coloro che si sono degnati di ascoltare ed imparare: non da Transdolomites, ma per bocca dei tanti esperti che in anni anni di nostri convegni si sono presentati al Trentino.

 

 

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Massimo Girardi
Presidente di Transdolomites

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