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SMI TRENTINO * SANITÀ: « BENE “LE CASE DI COMUNITÀ“ CON I 20 MILIONI PNRR, PURCHÉ RIMANGANO I DISTRETTI DELLA RIORGANIZZAZIONE ATTUALE »

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18.12 - giovedì 6 luglio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Prendiamo atto con piacere che Assessore alla salute e Direttore Generale Apss sono in viaggio sui nostri territori trentini a presentare alle Comunità “Progetti” e “Protocolli d’intesa” riguardanti future “Case di Comunità”, “Ospedali di Comunità”, Strutture di Cure intermedie.

Concordiamo come Sindacato di maggioranza della medicina generale sul fatto che le “Case di Comunità” siano, secondo l’interpretazione pubblica locale, “di prossimità” alla popolazione tutta, nonostante al Governo nazionale ci sia chi prospetta il loro ridimensionamento, intendendo per “prossimità” alla popolazione, piuttosto, le farmacie dei servizi e gli ambulatori medici, uno per ognuno dei 166 Comuni trentini, collegati anch’essi in telemedicina con i nostri pazienti non deambulabili.

Corre l’obbligo, pur tuttavia, evidenziare che un conto sono i protocolli, progetti e desiderata riguardanti muri, spazi, volontà future; un conto è la programmazione attuativa del modello per la medicina generale che attendiamo dall’art.8 dell’ACN 28 aprile 2022, ed ad oggi non è ancora stato programmato dall’Assessorato alla salute di Trento.

Non solo. Alla luce delle dichiarazioni odierne di parte della stessa maggioranza, che segnala pubblicamente la necessità di “radicalmente riformare la sanità” voluta dall’Assessore Segnana e dal Direttore Generale Apss dr. Ferro, ci viene il dubbio che la mancata convocazione della Delegazione trattante della medicina generale in Assessorato, che ora avverrebbe fuori tempo massimo, sia legato proprio alle affermazioni di chi vorrebbe tutta un’altra impostazione e modello della nostra sanità e dei nostri medici a ruolo unico.

Ci viene anche il dubbio che le Reti professionali territoriali della medicina generale, previste oltre due anni fa, non siano state ancora formate per la stessa ragione. E con esse non siano stati nominati i Coordinatori delle AFT, i coordinatori delle UCCP, i referenti delle Reti stesse. Ed allora: come potremmo immaginare “equipe multidisciplinari” con i medici di medicina generale, quando i medici di famiglia non sono ancora stati inseriti né nelle reti professionali, né nelle aggregazioni funzionali territoriali né nelle Unità Complesse di Cure Primarie, uniche realtà (dalla Legge Balduzzi all’ultimo accordo nazionale del 2022) contrattualizzabili?

Oggi ci presentano la data “2026” per aprire tutte e dieci le Case di Comunità trentine con i sovvenzionamenti del Pnrr, anche per noi medici di famiglia, dopo che un ennesimo accordo provinciale aveva definito, nero su bianco, sarebbero state 25 AFT entro il “1 gennaio 2017″anche a Predazzo, Ala e Cles.Non ci risulta ancora soppresso quel modello.

Al contrario, in prossimità dei 166 Comuni trentini, i medici di medicina generale, anche ora, continuano a lavorare pagandosi l’affitto degli ambulatori, le utenze; pagando i mutui e i tassi aumentati per acquistarsi gli studi adibiti al pubblico.Per acquistare il materiale di medicazione, la strumentazione diagnostica di 1 livello, il cloud, i cellulari, perfino la carta per fare le ricette e le impegnative!

Ben vengano, allora, anche le Case di Comunità con i venti milioni di euro del Pnrr, intese come strutture murarie a disposizione della popolazione, nella speranza che rimangano i Distretti parte fondante della riorganizzazione attuale. Ci auguriamo, tuttavia, che non si voglia fare distinzione tra medici di famiglia di serie “A”, al loro interno dotati di telemedicina e attrezzature diagnostiche di 1 livello; e di serie “B”, all’esterno delle stesse. Perché agli uni e agli altri sono legati oltre 500 mila trentini, tutti con eguali diritti di trattamento.

In definitiva: se non si faranno i contratti e gli accordi su dipendenti medici e convenzionati da inserirvi (quest’ultimi neppure baciati dal bonus covid provinciale una tantum), o addirittura si mettessero insieme dipendenti con liberi professionisti (?!) senza contratto comune, prima di fine anno, ne riparleremo come le ennesime cattedrali nel deserto, materia per la Corte dei Conti, come a suo tempo fu per Pinzolo per la AFT o per Malè per le guardie mediche dipendenti!

 

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Dr. Nicola Paoli

Segretario SMI Trentino

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