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SINDACATO SBM – TRENTO * SAIT: «LICENZIAMENTO COLLETTIVO, ABBIAMO ALLERTATO I NOSTRI LEGALI AFFINCHÉ DISPONGANO TUTTE LE DENUNCE PENALI NECESSARIE »

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16.54 - martedì 4 luglio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Come noto, il 13 giugno 2022 il SAIT CONSORZIO DELLE COOPERATIVE DI CONSUMO TRENTINE SOCIETA’ COOPERATIVA di Trento avviava una procedura di licenziamento collettivo per “liberarsi” di 75 operai dell’area organizzativa MAGAZZINI DI STOCCAGGIO E DISTRIBUZIONE situata nell’area interportuale di Trento Nord. Il servizio sarebbe stato esternalizzato ad una cooperativa, nello specifico la MOVITRENTO con sede legale a Rovereto, cedendo loro tutti lavoratori con elevata anzianità di servizio.

Tale cessione di attività, secondo quanto riferiva la dirigenza del SAIT in sede di procedura, sarebbe avvenuta senza soluzione di continuità, mantenendo inalterato posto di lavoro e retribuzione per ogni singolo licenziato.

La prima, evidente stranezza di tale operazione è la sua anti-economicità. E’ di tutta evidenza che un conto è esternalizzare parte di un proprio settore produttivo per risparmiare sul personale in termini di numeri di posti di lavoro e di ridotte retribuzioni, altro è esternalizzare a parità di costo del lavoro e di organico. Perché, nel secondo caso (cioè la strada scelta da SAIT), alla spesa inalterata delle maestranze va aggiunto il compenso alla cooperativa che subentra assumendo tutti i licenziati. E le spese aumentano!

La seconda bizzarria è l’espulsione dal ciclo produttivo di personale esperto. Operazioni di questa portata, soprattutto per società cooperative come il SAIT, si fanno per razionalizzare i costi ed aumentare l’efficienza produttiva, non certo per accrescere la spesa a scapito della qualità del servizio. In questo secondo caso – essendo una contraddizione in termini – gli obiettivi sono altri e per ora sconosciuti.

Di questo gli operai licenziandi se ne sono resi subito conto ed hanno spinto affinché la procedura venisse annullata. Ma la dirigenza SAIT tirava dritto ed il 27 agosto 2022 espelleva 53 operai, perché nel frattempo qualcuno fra i licenziandi aveva scelto strade diverse.

Diciassette operai “cacciati” si rivolgevano allo scrivente Sindacato di Base Multicategoriale che, escluso dalla trattativa, impugnava immediatamente i licenziamenti già a fine agosto dello scorso anno e, nel contempo, avviava le procedure per tentare una conciliazione avanti la Commissione provinciale costituita presso il Servizio Lavoro della PAT. Nonostante i numerosi incontri tenutisi, non risultava possibile alcun accordo, attesa la rigidità della dirigenza SAIT che intendeva offrire “briciole” agli operai espulsi.

Venivano pertanto depositati i ricorsi giudiziali che, per quanto riguarda i 17 licenziati associati a SBM, sono in corso, patrocinati dall’avv. Angela Modena.

Nel frattempo, ai primi di giugno 2023 usciva la prima sentenza del Tribunale di Trento che annullava alcuni licenziamenti di operai iscritti ad altra organizzazione sindacale.

Una prima pesante tegola su SAIT, che si vedeva costretta a reintegrare circa una ventina di ex dipendenti espulsi, dovendo pagare loro tutte le retribuzioni dalla data del licenziamento a quella della ripresa del lavoro, nonché dover ricostruire per ciascuno di essi tutta la posizione contributiva ed assicurativa con ulteriori costi, a cui vanno aggiunte le spese di giudizio.

Ieri un nuovo colpo incassato dal SAIT: in base alle odierne informazioni assunte dai mass media locali, le categorie della triplice (CGIL-CISL-UIL) avevano, dopo la procedura di licenziamento collettivo, presentato in autonomia un ricorso per condotta antisindacale, così come prevede lo Statuto dei Lavoratori, avanti il Tribunale di Trento.

Ora la legge specifica (l’articolo 28 della n. 300 datata 20 maggio 1970) prevedrebbe che il magistrato adito si esprimesse entro 48 ore, trattandosi di uno speciale rito del processo del lavoro. Invece, per quanto è dato capire, il Tribunale ha impiegato mesi prima di decidere ed ha stabilito solo ieri che tutta la procedura di licenziamento collettivo attuata da SAIT ha natura antisindacale perché avrebbe conculcato i diritti sindacali dei lavoratori, danneggiando altresì il ruolo delle OO.SS. nel procedimento medesimo.

E qui arriva l’assurda decisione della direzione di SAIT: in meno di 24 ore emetteva lettere di reintegra per tutti i lavoratori da loro licenziati e non ancora reintegrati da sentenza del giudice, con un preavviso di sole 17 ore, ordinandogli di presentarsi al lavoro oggi alle ore 8:00, ordinandogli altresì di restituire – sempre entro oggi – tutti i soldi ricevuti, al tempo del licenziamento, a titolo di trattamento di fine rapporto e di indennità sostitutiva del preavviso.

Una follia, se solo si pensa che si è in periodo estivo, molti dei licenziati hanno intrapreso un’altra attività lavorativa e, soprattutto, un ordine di poche ore (nemmeno fosse una mobilitazione generale di guerra), praticamente del tutto inattuabile. Ai reintegrati sono state chieste somme lorde che arrivano anche a superare i 40.000 euro entro oggi, peraltro dagli stessi incassate nette, come se i dipendenti dovessero sostituirsi all’imprenditore (che per legge è il sostituto d’imposta) ed andarsi a recuperare in proprio le tasse ed i contributi pagati tramite prospetto paga al tempo del licenziamento.

S.B.M. ha contestato questa operazione, che sa di rappresaglia, ed ha proclamato da oggi uno sciopero ad oltranza in tutte le unità produttive del SAIT fino al ritiro definitivo di tali pretese.

Ciò che acceca la dirigenza SAIT – tanto è il disprezzo per gli operai licenziati – è che le immediate richieste non rispondono in alcun modo agli ordini ricevuti dal giudice di Trento che ha emesso il decreto di antisindacalità. E il mancato rispetto del decreto comporta la denuncia penale avanti la Procura della Repubblica per il reato previsto dall’articolo 650 del codice penale.

Quindi SBM ha allertato i propri legali affinché dispongano tutte le denunce penali necessarie, da presentare avanti l’Autorità Giudiziaria, contro i dirigenti SAIT affinché rispondano di eventuali reati che dovessero commettere nel violare il decreto del giudice.

Il Sindacato di Base Multicategoriale continuerà nella sua lotta in difesa dei licenziati ma, al tempo stesso, lancia un allarme sulle condotte dell’attuale dirigenza SAIT la quale, lungi dal valutare tutte le conseguenze antieconomiche adottate fino ad oggi, sta spingendo nel baratro l’intera cooperativa.

Perché alla fine di questa assurda storia, il bilancio della cooperativa vedrà decurtati alcuni milioni di euro fra spese giudiziarie, somme per il reintegro di lavoratori ingiustamente licenziati, costi previdenziali ed assicurativi, risarcimenti danni da erogare che SAIT avrebbe tranquillamente potuto evitare, solo avesse accolto l’idea di una trattativa meno sbrigativa e più responsabile, a tutela sia delle maestranze sia dei soci.

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Sindacato di Base Multicategoriale – Trento

 

 

 

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