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SICUREZZA TRENTO: SINDACATO POLIZIA, SERVE LEGGE DALLA NOSTRA PARTE NON È COSÌ

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04.22 - giovedì 13 luglio 2017

(Fonte: Coisp – Sindacato indipendente della Polizia di Stato) – Hanno spuntato gli artigli alla Pantera. Con una puntualità che oramai non sorprende più, ecco sbucare con comunicati, mozioni e proclami i politici nostrani, paladini della sicurezza, esperti dell’ordine della nostra già tranquilla Provincia.

Con poca originalità tra esponenti di ogni schieramento, i nostri al eri ora si contendono le stesse ricette cambiando solo il nome ai medesimi ingredienti: rigore, fermezza, ordine, espulsioni, accompagnamenti, identi cazioni, denunce, arresti.

Peccato che tutte queste paroline, grazie alla costante attività di demolizione e di delegittimazione messa in atto negli ultimi anni, abbiano nella sostanza perso gran parte del loro signi cato. Depenalizzazioni in serie, indulti, sanatorie, modi che legislative, tagli ai fondi sono solo alcune delle picconate mosse contro l’apparato sicurezza che seppur con di icoltà, riusciva a tenere sotto controllo una situazione che stava cambiando in peggio ed in maniera pericolosa ma che negli eleganti salotti della politica non si poteva ancora dire.

Cosa sbraitano ora i politici locali, specialmente coloro che poi in Aula hanno partecipato all’approvazione di leggi fatte apposta per soggiogare le Forze dell’Ordine a vantaggio di chi delinque?

Nessuno può chiamarsi fuori da queste responsabilità; non certo chi ha emanato un indulto dopo appena un mese dall’insediamento al Governo; non chi ha mutilato una Legge sull’immigrazione che di fatto rende quasi impossibile eseguire un’espulsione; non chi ostacola da sempre l’utilizzo di strumenti non letali per le Forze dell’Ordine al posto delle micidiali pistole e mitragliette (legalmente e con successo utilizzati in tutta Europa ma qui no, visto che va di moda paragonarci ai colleghi europei); non chi ancora insiste per numerare i poliziotti in ordine pubblico ma inorridisce davanti ad una identi cazione dei clandestini; non chi ha votato o si è astenuto facendo passare la legge sulla tortura, una nuova arma a favore dei delinquenti ma un freno psicologico per tutti i poliziotti; non chi ha di fatto reso un arresto una procedura quasi impraticabile e quando possibile eccola trasformata in una notte in carcere e poi via; non chi approva tagli su tagli: del personale col risultato di avere i poliziotti di Trento più vicini ai cinquant’anni che ai quaranta; dei fondi, col risultato di avere materiale scassato e nuove forniture fortemente carenti.

(Basti pensare che l’ultima consegna delle nuove divise operative per il personale impiegato in ordine pubblico a Trento Riva del Garda e Rovereto, che così nalmente non dovranno più rincorrere in giacca e cravatta i clandestini trentenni in scarpe ginniche (regalate da noi), è giunta senza cinturoni e senza magliette. Pistola in mano e torso nudo! La riscossa dei cinquantenni!)

Il partito trasversale dell’anti-polizia ha spuntato le nostre armi, ci ha invecchiati e spesso umiliati.

Nonostante questo, il nostro lavoro lo abbiamo continuato a fare, col poco che avevamo ma con immutata passione, acquistandoci guanti per difenderci e web-cam per riprenderci sul lavoro e non nire nel vortice della gogna mediatica.

Perché questo è il nostro primo pensiero quando usciamo in servizio. Non nire sotto le videocamere e le grin e di chi ci vuole per forza tutti cattivi ed è pronto a montare processi mediatici per un po’ di notorietà, per puro odio verso le divise o per un posto in qualche partito compiacente. E’ facile e scorretto adesso riversare sulle Forze dell’Ordine il problema delle decine, centinata di persone senza controllo, senza regole ma soprattutto senza nulla da perdere che a ollano Piazza Dante e si allargano in città. Lo è ancor più dopo averne sminuito in maniera così evidente la forza di contrasto, dopo aver limato le unghie e i denti alla nostra Pantera. E’ come togliere il bisturi al chirurgo, la scopa allo spazzino o la penna al giornalista. Inutile poi arrabbiarsi se il loro lavoro non riescono a farlo come si dovrebbe.

Non abbiamo bisogno di consiglieri, di bacchette magiche né di supereroi per a rontare la situazione.

A noi serve la Legge. Dalla Nostra parte. E per ora non pare sia così.

 

 

*

Sergio Paoli

Segretario Provinciale Generale Coisp – Sindacato indipendente della Polizia di Stato

 

 

 

 

In allegato il comunicato stampa:
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