(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Fuori moda.
Mi sento terribilmente fuori moda, lo ammetto.
I politici di oggi sono influencer alla ricerca del consenso immediato.
Dicono quello che “la gggente” vuole sentirsi dire.
Prendono like se urlano nei talk, se sposano linee radicali, se banalizzano concetti importanti.
Vogliono cuoricini, insomma. Ma non fanno politica.
Io non sono così.
Purtroppo o per fortuna non sono così.
Fare politica per me è una cosa diversa dall’essere influencer.
Si vede innanzitutto nella politica estera.
Parlano di politica estera con la stessa cognizione di causa del signor Gino al Bar dello Sport.
Si nutrono di slogan che diventano post fatti con la stessa convinzione con cui il giorno prima della partita dei mondiali tutti gli italiani si improvvisano allenatori della Nazionale. Uguale uguale.
Noi siamo fuori moda.
Perché amiamo la politica, non il bar dello sport.
E avanziamo proposte, non tweet da influencer.
Diciamo dal 2022 che l’Europa deve avere un inviato speciale forte per la soluzione diplomatica nella guerra ucraina. Gli euro-burocrati non lo hanno voluto nominare, tutti presi dai loro slogan. E oggi sugli accordi di pace l’Europa non tocca palla. Gli accordi si fanno, se si fanno, a Gedda, in Arabia Saudita.
A proposito di Arabia Saudita, da quanto tempo dico che in quel Paese c’è un nuovo Rinascimento? Gli influencer che allora mi attaccavano oggi fanno la fila per andarci. Non sono cattivi: ci arrivano con cinque anni di ritardo. O con un anno di ritardo come sul dibattito sugli “Stati Uniti d’Europa”.
Tanto chi si ricorda di quello che succedeva ieri o un anno fa o cinque anni fa?
Per la classe dirigente di oggi l’importante è dire qualcosa, scrivere qualcosa, mostrare qualcosa.
Chi propone soluzioni non funziona. Funziona chi urla forte il problema.
Gli influencer della politica vivono in un presente continuo, senza rispetto per la storia e senza passione per il futuro.
Gli influencer sono alla Casa Bianca e a Bruxelles come in tante regioni del mondo.
In Italia l’Influencer in capo è a Palazzo Chigi.
Giorgia Meloni ha una storia totalmente diversa da quella che racconta.
E nessuno ha la forza di ammettere la realtà.
Io ho scritto le cose che nessuno vuole sentirsi dire.
Ho scritto la verità che nessuno ha il coraggio di dire.
E sarò anche fuori moda, ma ho tanta voglia di non lasciare a questi influencer il futuro del nostro Paese, il futuro del nostro Pianeta.
È arrivato il momento di rimettersi in cammino.
Ho scelto di fare cento tappe di presentazione de “L’Influencer” per incontrare le persone. Per confrontarmi. Per restituire alla politica la dignità che questi pazzi tempi le stanno togliendo.Iniziamo da Milano, lunedì alle 18, con il direttore de La Stampa Andrea Malaguti, al Teatro Parenti.
Poi le altre 99 tappe. Con una certezza.
Chi vuole seguire i vari influencer faccia pure.
Io non sarò mai come loro. Non posso, è contro la mia natura.
Preferisco essere impopolare che populista.
Essere fuori moda che fuori di testa.
E ho il dovere di dire le cose che gli altri non dicono.
Perché è difficile andare contro la corrente, ma ci sono dei momenti in cui o vai contro la corrente o vai contro te stesso. Si parte.
È arrivato il momento di rimettersi in cammino.
Ho scelto di fare cento tappe di presentazione de “L’Influencer” per incontrare le persone. Per confrontarmi. Per restituire alla politica la dignità che questi pazzi tempi le stanno togliendo.
Iniziamo da Milano, lunedì alle 18, con il direttore de La Stampa Andrea Malaguti, al Teatro Parenti.
Poi le altre 99 tappe. Con una certezza.
Chi vuole seguire i vari influencer faccia pure.
Io non sarò mai come loro. Non posso, è contro la mia natura.
Preferisco essere impopolare che populista.
Essere fuori moda che fuori di testa.
E ho il dovere di dire le cose che gli altri non dicono.