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SEN. MATTEO RENZI (IV) * ENEWS: « TUTTO CIÒ CHE ANDREMO A FARE LO FAREMO DAL BASSO, MACINANDO CHILOMETRI SULLA STRADA CON IL CAMPER COME DIECI ANNI FA »

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20.17 - lunedì 7 febbraio 2022

La rielezione del Presidente Mattarella è stata accolta con un sospiro di sollievodai tanti che in Italia e all’estero erano preoccupati dalla potenziale instabilità del Paese. Le parole del Presidentedavanti al parlamento riunito in seduta comune sono state efficaci e chiare, specie sulla necessità di cambiare molto sui temi della giustizia, di cui torneremo a occuparci presto. Ma soprattutto il nuovo clima che si è creato mostra – una volta di più – come l’area riformista sia stata decisiva in questa legislatura per sgonfiare i populisti. E come sarà decisiva – con qualunque legge elettorale – nella prossima legislatura.

Per questo Italia Viva è tornata centrale. E in questi giorni in tanti guardano a noicon rinnovato interesse. Voglio essere esplicito: il nostro futuro non si costruisce in provetta o con operazioni dall’alto. L’area riformista – che qualcuno chiama centro, che qualcuno chiama polo liberal democratico, che qualcuno non chiama proprio perché pensa di poter fare a meno di noi – è un’area che nel Paese c’è già. Sono quelli che stanno dalla parte del JobsAct e di Industria 4.0 e non dalla parte del reddito di cittadinanza. Sono quelli che tifano per un’Europa dal volto umanoe non per il sovranismo dei muri. Sono i garantisti, non i giustizialisti. Sono quelli che vogliono l’uguaglianza in partenza, non l’uguaglianza all’arrivo. Sono quelli del merito, non dei sussidi. Sono quelli dei doveri, non solo quelli dei diritti. Quelli che vogliono le riforme costituzionali, non i post sui social. Quelli che parlano con le leggi approvate, dalle Unioni Civili al Family Act, non quelli che vivono di manifestazioni inconcludenti. Quelli che investono sulla cultura, non quelli che la cultura vorrebbero cancellarla.

Italia Viva c’è stata: non c’è uno che possa smentire la semplice verità per la quale senza la nostra iniziativa politicanon avremmo mai avuto Mario Draghi a Palazzo Chigi e Sergio Mattarella al Quirinale. Ma soprattutto Italia Viva c’è e ci sarà. Come? Ne discuteremo il 26 febbraio nella nostra Assemblea Nazionale. In tanti oggi ci cercano, per fare strada insieme, dai gruppi parlamentari nazionali ai progetti condivisi all’estero. Io dico che questo rinnovato interesse è un fatto positivo. Ma che tutto ciò che andremo a fare lo faremo dal basso, macinando chilometri sulla strada col camper, esattamente come dieci anni fa. E partendo dalla risorsa più grande: i nostri amministratori locali, i punti di riferimento sul territorio, le storie di persone che si mettono in gioco ripartendo da zero.

Ci vediamo sabato 26 febbraio. In presenza. Felici! Ho molte cose da dirvi, ho molte cose da ascoltare.

 

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Settimana intensa per la Rai.

Prima il Festival di Sanremo decisamente straordinario, specie pensando alla varietà di talenti e di generazioni che anche semplicemente il podio mostra, spaziando da Blanco a Gianni Morandi. Ora che la musica è stata debitamente celebrata (a maggior ragione lo facciamo oggi nel giorno del compleanno numero 70 del grande Vasco Rossi) possiamo fare i complimenti ad Amadeus e ai suoi ragazzi, con un pensiero particolare per il mio amico Lucio Presta.

E complimenti anche a Fabio Fazio che è riuscito a portare Papa Francesco in TV. Tante le cose dette dal Pontefice che fanno pensare: i lager criminali per fermare i migranti, il ruolo dei genitori nel gioco coi figli, il valore dell’amicizia, il senso dell’umorismo. E per i credenti i riferimenti alla preghiera, alla confessione, al ruolo della Chiesa.
Talvolta il servizio pubblico funziona, e – da Sanremo a “Che tempo che fa” – è giusto riconoscerlo.

 

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Purtroppo, tra le preoccupazioni del Papa espresse ieri, ve n’è una che riguarda la comunità dei nostri ragazzi, che frequentano la scuola “Meritare l’Europa”. Uno di loro, uno di noi, si è tolto la vita, proprio nelle ore in cui il Papa parlava in tv dell’aumento dei suicidi giovanili. Davanti a un gesto così drammatico e estremo credo che nessuno abbia parole da condividere, se non il dolore. C’è una bellissima canzone di Fabrizio de Andrè, “Preghiera in gennaio”. Penso a quella mentre ho voglia di abbracciare la famiglia e i ragazzi che erano con noi a Ponte di Legno. Ricorderemo Giuseppe a Ventotene. E porteremo con noi il suo sorriso, la sua voglia di impegno civile, e il suo dolore, la sua fatica esistenziale.

 

 

 

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