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SEN. CONZATTI (IV) * CONCESSIONI IDROELETTRICHE: « IN TRENTINO SONO 17 LE AUTORIZZAZIONI IN SCADENZA, PARI ALL’82% DELLA PRODUZIONE LOCALE DI ENERGIA »

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09.26 - martedì 15 marzo 2022

A livello nazionale con il Ddl concorrenza è iniziato il confronto sul futuro delle grandi concessioni idroelettriche.
Il Ddl prevede la modifica delle disposizioni in materia di concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico, eliminando ogni ipotesi di proroga o di rinnovo automatico delle attuali concessioni: una modifica che coinvolge direttamente il Trentino. A ciò si aggiunge, a livello normativo, un differenziato regime di scadenza tra le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche delle Province autonome di Trento e Bolzano, rispetto alle concessioni presenti sul restante territorio nazionale.

 

Cosa implica la modifica della norma che elimina la proroga o il rinnovo automatico delle attuali concessioni?
Implica molto per il Trentino, perché è una modifica normativa che coinvolge direttamente Dolomiti Energia che, nel settore delle grandi derivazioni idroelettriche, rappresenta il quarto operatore nazionale quanto a produzione (TWh) e il terzo in quanto a capacità installata.

Il Trentino e Dolomiti Energia cosa rischiano?
Tale modifica normativa porta alla nostra attenzione sia il tema delle gare per la assegnazione delle grandi concessioni idroelettriche sia quello della lettura coordinata tra la normativa nazionale con quella dell’articolo 13 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige con le diverse date di scadenza per celebrare le gare di assegnazione. L’iter di conversione del Ddl Concorrenza si prospetta quindi complesso dal punto di vista giuridico, industriale, ma soprattutto territoriale e di salvaguardia delle specificità dell’autonomia.

Giovedì si è svolta una riunione a Palazzo Chigi che ha anticipato il termine di deposito degli emendamenti sul Ddl Concorrenza fissato per il prossimo 15 marzo. Cosa accadrà?
Nel corso della riunione si è preliminarmente discusso della normativa europea e quindi della procedura di infrazione eurounitaria che aveva censurato parte della disciplina in quanto non favoriva l’indizione di procedure di selezione trasparenti, imparziali e tempestive per l’aggiudicazione di concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e riconosceva eccessivi vantaggi al concessionario uscente. L’infrazione è stata chiusa il 23 settembre 2021 con l’impegno dell’Italia a modificare la propria normativa.
Quindi il Ddl Concorrenza corregge la disciplina nazionale nelle parti oggetto di contestazione europea. Il Ddl Concorrenza introduce anche il modello competitivo del partenariato pubblico privato, il medesimo che abbiamo ottenuto per il rinnovo della concessione A22, il tutto tenendo presente la competenza legislativa esclusiva statale in materia di concorrenza, materia che anche le Province autonome devono necessariamente rispettare pur godendo di potestà legislativa primaria in materia di assegnazione delle concessioni per grandi derivazioni idroelettriche in base all’articolo 13 dello Statuto d’autonomia. Le Province autonome disciplinano quindi con propria legge modalità, procedure di assegnazione, norme procedurali per lo svolgimento delle gare, criteri di ammissione e di aggiudicazione, requisiti finanziari, organizzativi e tecnici dei partecipanti.

Se le Province autonome godono di potestà legislativa primaria in materia di assegnazione delle concessioni per grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico, perché c’è bisogno di salvaguardare le specificità dell’autonomia?
A livello normativo sussiste un differenziato regime di scadenza tra le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche presenti sul territorio delle Province autonome di Trento e Bolzano – per le quali lo Statuto di autonomia prevede il termine del 31 dicembre 2023 – rispetto alle concessioni presenti sul restante territorio nazionale, il cui termine di scadenza è invece stato prorogato. Nella riunione di maggioranza a Palazzo Chigi ho quindi avanzato delle precise richieste.
La prima è stata quella di allineare le scadenze delle gare di assegnazione al fine di garantire parità di condizioni su tutto il territorio nazionale. È evidente come il celebrare le gare delle sole derivazioni idroelettriche della Provincia in via anticipata le esporrebbe ad una asimmetria competitiva, con il rischio di renderle appetibili per investitori.
Ho inoltre chiesto massima prudenza sia sulle scadenze sia in merito alle modalità di svolgimento delle procedure di assegnazione. Ritengo che stiamo vivendo una grave crisi energetica per via dell’ingiustificabile attacco di Putin all’Ucraina e inoltre che le priorità della transizione energetica verso fonti rinnovabili e della maggiore indipendenza energetica nazionale richiedano prudenza nell’esporre beni di interesse strategico nazionale a rischi. Non va accelerata la messa a gara ma anzi la norma contenuta nel Ddl, in sede di conversione, deve essere resa più flessibile affiancando la richiesta di maggiori investimenti sulle infrastrutture e a tutela del territorio per gli attuali concessionari. Ho inoltre ottenuto riscontro positivo circa la prospettiva di potenziare la normativa sulla Golden Power nei settori strategici come l’idroelettrico per limitare la non leale concorrenza di investitori.

La Lega però ha chiesto la gara.
Sì, spiace constatare come in quella riunione il solo rappresentante della Lega, con motivazioni esattamente opposte rispetto a quelle che quel partito usa per difendere le proroghe delle concessioni dei balneari, abbia invece chiesto la messa a gara. E come il Presidente della Provincia del suo stesso partito non gli abbia chiesto di spendersi per il Trentino. Vediamo se almeno in fase emendativa si rifaranno vivi. Certamente vivo è il confronto con l’Assessore Tonina.

 

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