“Non confondiamo l’Home Working che abbiamo vissuto durante il lockdown con lo smart working: sono due mondi diversi.
Il secondo è una modalitá di lavoro regolato bene dalla Legge 81/2017 conosciuta come lavoro agile.
Il primo,invece, è quella soluzione di emergenza adottata in pandemia per poter svolgere qualche attività ed è stata attuata con la L 81/2017 decisa nel Decreto Rilancio DL 34/2020.
Se dobbiamo individuare del positivo nell’esperienza di home working è stato il cambio di giudizio che i 7 milioni di lavoratori e le aziende che lo hanno sperimentato ne danno: “si può fare”.
Ed è un primo passo! Ora bisogna strutturare il vero smart working con flessibilità di tempo e luogo di lavoro, con dotazioni informatiche, formazione ed una organizzazione aziendale che valuti per risultati. Non serve una legge nuova, serve attuare la 17/81 e servono non solo gli accordi individuali ma accordi sindacali di secondo livello con parti sociali e fattoriali che costruiscano il salto di qualità.
Lo Smart non deve trasformarsi in un mero strumento di conciliazione solo per le lavoratrici, che le penalizza in termini di reddito di carriera, ma invece in un modo nuovo di lavorare che riguardi uomini e donne adatto a quella flessibilità e personalizzazione dei prodotti e servizi che molti ora chiedono.” Così la senatrice Donatella Conzatti segretaria della commissione bilancio intervenendo al convegno “Donne, lavoro e pandemia” promosso dall’Acli.
“Nessuno dimentichi che la base per lo Smart working è quella trasformazione digitale che il PNRR ci indica a partire dal rapido completamento delle reti di connessione in fibra in grado di connettere tutte le parti d’Italia” conclude la senatrice di Italia Viva.
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Senatrice Donatella Conzatti