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SCIOPERO PORFIDO: CGIL-CISL, 200 ADDETTI AL PRESIDIO DAVANTI CONFINDUSTRIA

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18.23 - venerdì 24 marzo 2017

(Fonte: Cgil del Trentino) – Hanno risposto con un’adesione massiccia i lavoratori del porfido alla prima giornata di sciopero proclamata da Fillea Cgil e Filca Cisl per il rinnovo del contratto integrativo di settore, revocato dalle parti datoriali a dicembre scorso, sei mesi prima della scadenza.

Oltre duecento hanno partecipato anche al presidio davanti alle sede di Confindustria Trento mentre era in corso il primo incontro tra sindacati e associazioni datoriali (Confindustria, Associazione Artigiani e Federazione delle Cooperative). Confronto che si è concluso con una prima apertura: la disponibilità a spostare in avanti la scadenza dell’attuale contratto, che dopo la disdetta di dicembre è in vigore solo fino al 31 maggio. I mesi in più dovrebbero servire alle parti per arrivare alla definizione di un nuovo accordo di secondo livello.

Se la direzione sarà questa si saprà già ad inizio settimana prossima: Fillea e Filca e associazioni datoriali si incontreranno nuovamente lunedì mattina per discutere un documento politico che dovrà contenere anche lo slittamento in avanti della durata del contratto. Il testo, se ritenuto ricevibile, verrà dunque discusso in assemblea con i lavoratori che dovranno dare mandato ai sindacati di entrare nel merito della trattativa.

Su un punto comunque i sindacati sono stati netti, come hanno spiegato i due segretari Maurizio Zabbeni e Fabrizio Bignotti, al termine delle tre ore di discussione: non si accetteranno proposte che taglino il salario dei lavoratori. “L’incontro di oggi è stato positivo – ammettono -. Se ci sarà il rinvio della disdetta allora si potrà entrare nel merito della questione contrattuale.

Puntiamo ad un rinnovo che garantisca qualità delle condizioni di lavoro e mantenga il potere d’acquisto. Non accetteremo proposte che taglino il salario dei lavoratori o peggiorino le loro condizioni”. Per questa ragione l’attenzione resta altissima e lo stato di agitazione dei lavoratori prosegue.

Il contratto integrativo di settore riguarda circa 600 addetti. L’attuale accordo risale al 2004 e sono quattro anni che si tenta, senza esito, di aprire il confronto sul rinnovo.

Per i cavatori si tratta di un contratto significativo e che incide per circa 500 euro sulle buste paga dei lavoratori, oltre che a regolare diversi aspetti normativi tra cui il cottimo. L’eventuale venire meno del contratto vorrebbe dire, per la prima volta nella storia di questo settore, lavorare senza cottimo.

 

 

 

 

 

Foto: archivio Pat

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