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SBM – SINDACATO DI BASE MULTICATEGORIALE / TRENTINO * DECENNALE: « IL 18 GIUGNO 2011 A TRENTO CIRCA UN CENTINAIO DI LAVORATORI E LAVORATRICI DIEDERO VITA ALLA NOSTRA REALTÀ »

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13.13 - venerdì 18 giugno 2021

Oggi il Sindacato di Base Multicategoriale compie 10 anni di vita.

Il 18 giugno 2011 a Trento circa un centinaio di lavoratori e lavoratrici diedero vita al sindacato, approvando l’atto costitutivo (con 18 fondatori) e lo statuto, nonché raccogliendo una cospicua somma per consentire l’affitto di un locale ove collocare la sede legale e l’ufficio. Fu eletto un organismo esecutivo provvisorio (costituito dai promotori), due responsabili per gli atti amministrativi e legali, due portavoce in attesa che il 1° congresso eleggesse gli organismi rappresentativi.

La nascita del sindacato (in sigla S.B.M.) fu la conseguenza di un’aspra battaglia sulla democrazia di alcuni rappresentanti sindacali e delegati della CGIL, soprattutto del settore trasporti, durata circa un anno, che si concluse con l’espulsione di 17 fra loro, da parte della segreteria della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, all’epoca diretta da Susanna Camusso.

L’allora segretario della CGIL (era Paolo Burli) dichiarò, stizzito, alla stampa: “Al momento non si possono che definire un’aggregazione. Bisognerà vedere cosa riusciranno a fare materialmente… A oggi però non mi risulta che abbiano firmato accordi o contratti, quindi vedremo se riusciranno a diventare un sindacato a tutti gli effetti come dicono” (TRENTINO del 3 luglio 2011,pag. 10). Fu un insulto gratuito e privo di significato tanto giuridico quanto logico, per ovvie ragioni. Anti-giuridico, perché è l’articolo 39 della Costituzione della Repubblica Italiana a sancire la libertà di organizzazione sindacale, non certo altri sindacati o gli imprenditori o le associazioni di questi ultimi; illogico, perché S.B.M., all’epoca delle riferite dichiarazioni, era appena stato fondato e non avrebbe potuto materialmente firmare alcun accordo o contratto. Ci ha pensato la storia a smentirlo!

Lo statuto approvato il 18 giugno di dieci anni fa pose subito alcuni principi cardine al proprio articolo 2: “I principi irrinunciabili dell’Associazione sono: la difesa e l’evoluzione delle condizioni di vita e di lavoro di tutti i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati e le pensionate, i/le migranti, i disoccupati/inoccupati e le disoccupate/inoccupate appartenenti alle classi sociali meno abbienti, deboli ed emarginate della società.

L’uguaglianza, la libertà, la fratellanza e la solidarietà sono i principi fondanti dell’Associazione che dichiara la propria contrarietà ad ogni forma di discriminazione razziale, etnica, sessuale e religiosa; assicura la difesa e l’ampliamento delle libertà individuali e collettive di opinione e di organizzazione; sostiene il superamento delle logiche di sfruttamento dell’essere umano sull’essere umano, contro l’egemonia del profitto e della mercificazione della società.

L’Associazione dichiara la propria indipendenza da istituzioni, partiti politici, organizzazioni padronali e governative; dichiara l’incompatibilità della carica di parlamentare, consigliere comunale, provinciale, regionale oppure di assessore negli enti locali o di direzione in partiti o altre strutture sindacali con quella di portavoce e/o membro dell’Esecutivo dell’Associazione.

L’Associazione ripudia ogni forma di privilegio e di clientelismo tipica del sindacalismo di professione. Tutte le cariche sono elettive e rispondono al principio di revocabilità in qualsiasi momento.

L’Associazione, che non ha scopo di lucro, intende difendere e tutelare gli interessi generali di tutti i soggetti indicati nel precedente paragrafo 1, promuovendo e coordinando le iniziative necessarie a tali fini su tutto il territorio provinciale, nonché i necessari collegamenti nazionali ed internazionali, anche mediante attività di servizio e assistenza diretta di pubblica utilità in tutte le sue forme.

L’Associazione si propone di agire in ogni sede per la tutela dell’incolumità psicofisica dei soggetti citati nel suddetto paragrafo 1 e in particolare dei propri/e associati/e. Si propone altresì la difesa in ogni sede della propria immagine, delle proprie strutture, organi e iscritti/e, ovunque e comunque minacciati e/o vilipesi.

L’Associazione promuove ed appoggia ogni iniziativa ed ogni lotta a partire dall’autorganizzazione dei bisogni materiali, culturali ed ideali dei soggetti indicati al paragrafo 1; si propone di contrastare e, in prospettiva, di superare un’organizzazione della società e del potere basata esclusivamente sul profitto economico, sul mercato e sul denaro.

L’Associazione svolge attività sindacale, sociale e culturale, rappresentando anche le categorie in essa organizzate nella contrattazione a livello provinciale e, all’occorrenza, nazionale ed internazionale”.

Oggi S.B.M. può vantare centinaia di associati ed affiliati, decine di accordi collettivi sottoscritti con aziende trentine dei vari settori merceologici privati; centinaia di verbali di conciliazione in sede stragiudiziale; varie RSA e RSU costituite ed elette in alcune importanti fabbriche della provincia; milioni di euro recuperati in favore dei lavoratori e delle lavoratrici a seguito di vertenze individuali, molte delle quali sfociate in controversie giudiziali, anche con sentenze che hanno fatto giurisprudenza. Col sindacato collaborano 8 legali, a cui va rivolto un grazie immenso per la dedizione e l’impegno profusi in questi anni. S.B.M. ha anche stipulato patti federativi con altri sindacati di base e collabora, a vario titolo, con tutte le organizzazioni di base (COBAS).

S.B.M. è stato anche protagonista di numerose lotte e battaglie sindacali, anche aspre. Alcune di queste hanno portato anche a processi penali nelle aule giudiziarie; altre, invece, a conflitti con gli esecutivi provinciali, come nel caso dell’occupazione del palazzo della P.A.T. o dell’aula del consiglio regionale per le distinte vicende dei licenziati Arcese Trasporti, Martinelli Trasporti e Whirlpool.

S.B.M. infine può vantare anche una solidità economica, potendo affermare che le proprie entrate provengono esclusivamente dai contributi volontari e dalle quote sociali dei lavoratori e delle lavoratrici. Non un centesimo pubblico, non un centesimo dalle imprese o da partiti oppure da fondazioni politiche, né contiguità con le associazioni degli imprenditori.

Domani 19 giugno 2021 al TERRENO NOTAV di Acquaviva (tra Mattarello e Calliano) si terrà un’assemblea (aperta a tutti e tutte) ove si ripercorreranno le tappe principali della vita SBM in questi dieci anni. Il motto è sempre lo stesso di dieci anni fa: CHI LOTTA PUO’ ANCHE PERDERE, CHI NON LOTTA HA GIA’ PERSO. NOI OPPRESSI MAI!

 

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Fulvio Flammini

Sindacato di Base Multicategoriale – Trento

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