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SAT – SOCIETÀ ALPINISTI TRIDENTINI * “L’ACQUA CHE BERREMO”: « DAL 5 NOVEMBRE TANTI GLI EVENTI PER LA SENSIBILIZZAZIONE E TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE “INVISIBILI” »

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12.01 - giovedì 4 novembre 2021

Dal 5 novembre una serie di appuntamenti organizzati dal gruppo speleologico SAT di Lavis per la sensibilizzazione della tutela delle risorse idriche.
“L’emergenza di tutelare l’acqua, le grotte e i paesaggi carsici, ambienti invisibili e inaccessibili alla maggior parte delle persone, deriva dalla necessità di custodire con scienza e coscienza le riserve idriche di oggi e domani”.

Il 2021 è l’Anno Internazionale per la protezione delle Grotte e del Carsismo, il cui tema “L’Acqua che berremo” coincide con quello di una serie di iniziative che partirà venerdì 5 novembre e che si concluderà venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 novembre al Muse di Trento con la serata speciale “L’acqua che berremo” e le relazioni dei gruppi speleologici nazionali e internazionali.

Gli appuntamenti, organizzati dal gruppo speleologico SAT di Lavis, sono stati presentati in una conferenza stampa che si è tenuta nella sede SAT di Trento e che ha visto la partecipazione di: Anna Facchini, presidente SAT; Enzo Marcon, presidente Commissione Speleologica SAT Centrale; Christian Casarotto, glaciologo MUSE – Museo delle Scienze; Mauro Zambotto, dirigente Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento; Riccardo Decarli, bibliotecario presso la Biblioteca della Montagna -SAT; Andrea Brugnara, sindaco del Comune di Lavis; Andrea Lona, presidente del gruppo speleologico Sat Lavis.

“Questa serie di eventi – spiega Enzo Marcon, presidente Commissione Speleologica SAT Centrale – sono l’occasione per lavorare insieme e riflettere in maniera condivisa su temi di fondamentale rilevanza che, ora come non mai, sono diventati urgenti e pressanti, sia sul breve che sul lungo periodo. L’acqua è vita, è colei che scava e apre la strada alle esplorazioni speleologiche, è la protagonista assoluta del mondo sotterraneo e di quello emerso. L’emergenza di tutelare l’acqua, le grotte e i paesaggi carsici, ambienti invisibili e inaccessibili alla maggior parte delle persone, deriva dalla necessità di custodire con scienza e coscienza le riserve idriche di oggi e domani. Il 17° Convegno di Speleologia Regionale del Trentino Alto Adige rappresenta un importante momento di incontro e scambio di buone pratiche tra i gruppi grotte, regionali, extraregionali e internazionali, in cui vengono presentate e relazionate le attività di ricerca, sia dai punti di vista esplorativi che scientifici”.
“L’acqua che berremo” rappresenta dunque il fil-rouge che accompagnerà varie iniziative aperte a tutti che culmineranno nella due giorni di lavoro (20 e 21 novembre) al MUSE dei gruppi speleologici regionali, nazionali e internazionali.

Dice Anna Facchini, presidente SAT: “Anche le nostre abitudini hanno un forte impatto ambientale e come SAT stiamo lavorando alla sensibilizzazione sulla sostenibilità anche attraverso la divulgazione scientifica. Questo convegno va proprio in questa direzione con, da una parte, l’alto profilo dei relatori e dall’altra l’impegno alla tutela di una risorsa importantissima per la nostra vita come lo è l’acqua. Cosa succederà nei prossimi anni? Perché dobbiamo dedicare così tanta attenzione alla risorsa acqua? E perché riservare un’attenzione particolare anche all’acqua che non vediamo e che scorre nelle profondità della nostra terra? Di questo parleremo insieme a speleologi, scienziati, ricercatori, climatologi di tutto il mondo. Per avvicinarsi ad uno stile di vita che rispetti e tuteli l’ambiente occorre conoscere il valore dei beni che stiamo consumando. Seppur possa sembrarci banale, dobbiamo riscoprire in prima persona l’importanza dell’ambiente. Nostro compito è incentivare l’insorgere di un innato rispetto per esso”.
Dunque al centro del dibattito l’impatto ambientale delle nostre abitudini e la sensibilizzazione alla sostenibilità. Così Christian Casarotto, glaciologo MUSE: “Le grotte sono ambienti dinamici che ci raccontano il passato, ci fanno vedere il presente e ci danno indicazioni sul futuro. Pensiamo solo alle stalattiti e alle stalagmiti precisi indicatori del clima di un tempo, o ancora le grotte glaciali che ci restituiscono precise informazioni e parametri sul sistema climatico che stiamo vivendo. Abbiamo una responsabilità non solo di conservazione di questi luoghi sotterranei ma anche di studio e monitoraggio per capire cosa stiamo facendo e cosa dovremmo fare. I cambiamenti climatici sono in atto e per evitare disastri ambientali che sono sotto gli occhi di tutti dobbiamo guardare anche alle profondità della terra”.

E di profondità della terra parla anche Mauro Zambotto, dirigente del Servizio Geologico del Dipartimento Protezione Civile, Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento: “Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un continuo aumento della domanda di acqua potabile di qualità, ma nel contempo osserviamo anche un costante incremento delle richieste per utilizzo agricolo e industriale. Nei prossimi decenni le risorse idriche, ed in particolare quelle di buona qualità, potrebbero subire un progressivo degrado conseguente sia a processi di sfruttamento eccessivo, sia ad inquinamenti di origine antropica. Questi ultimi stanno via via interessando anche le zone di montagna alle quote più elevate.

I massicci carsici rappresentano uno dei principali sistemi di immagazzinamento e di restituzione del bene acqua e tra questi le Dolomiti di Brenta, con la loro estensione di 556,8 kmq rappresentano la più estesa idrostruttura del Trentino. Considerate le formazioni geologiche affioranti si può stimare che circa il 60% del territorio sia interessato da circolazione carsica profonda: pertanto, gli acquiferi carsici delle Dolomiti di Brenta sarebbero in grado di fornire complessivamente 12 mc/s di portata media annua. In generale, gli acquiferi carsici rappresentano una delle fonti di approvvigionamento principali della provincia, e pertanto saranno una risorsa strategica nel quadro della crescente domanda di acqua sia potabile sia per utilizzo industriale e agricolo”.

 

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Davvero fitto il calendario dell’ACQUA CHE BERREMO
Venerdì 5 novembre al Muse di Trento serata dedicata a Gino Tomasi con uno spettacolo teatrale a cura di Alessandra Bassi e Lorenzo Betti, il coro SOSAT, una breve proiezione di un film a carattere speleologico. Sabato 6 Novembre a Palazzo de Maffei a Lavis l’inaugurazione della mostra fotografica sulla storia della speleologia trentina e la figura di Antonio Iviani Ivancich fotografo e speleologo di inizio ‘900.
Venerdì 12 novembre si torna al Muse con la serata pubblica sul clima “Il cuore bianco delle montagne: segreti e salute dei ghiacciai” con Christian Casarotto, glaciologo MUSE. Sabato 13 novembre all’Auditorium di Lavis la serata pubblica “Antropocene” indagherà sulla storia umana che diventa epoca geologica “anche le grotte parlano”.

Gran finale venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 al MUSE. Venerdì la serata pre-convegno organizzata dal Gruppo Speleologico SAT Lavis con, tra gli altri, Mario Tonina, assessore all’Urbanistica, Ambiente e Cooperazione; Anna Facchini, presidente della SAT; Sergio Orsini, presidente della Società Speleologica Italiana; Andrea Gobetti, speleologo, scrittore e sceneggiatore; Fausto De Stefani, alpinista e scrittore. Sabato e domenica la presentazione dei lavori e le relazioni dei gruppi e ospiti extra regionali con interventi internazionali.

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