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ROSSI (TRENTINO IN AZIONE) – INTERROGAZIONE * COVID: « PERCHÉ NON DOTARE TUTTE LE CLASSI DI RILEVATORE LIVELLI CO2? »

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12.30 - mercoledì 12 gennaio 2022

Perché non dotare tutte le classi di un rilevatore dei livelli di CO2 e monitorare così la qualità dell’aria? Giusto tenere aperte le scuole ma servono anche interventi concreti che Azione ha chiesto da tempo.

Per esempio fornire alle scuole mascherine FFP2 a misura di bambino e in particolare con questa interrogazione dotare le classi di rilevatori per garantire il monitoraggio della qualità dell’aria e quindi l’aerazione dei locali.

In poco tempo e con costi contenuti si può’ fare un’azione concreta per agevolare l’obiettivo di garantire il più’ possibile la scuola in presenza.

*
Consigliere provinciale Ugo Rossi

Trentino in Azione

 

 

LA PROVINCIA HA VALUTATO LA FORNITURA ALLE SCUOLE DI MISURATORI DEI LIVELLI DI CO2?

Il confronto dei dati più recenti relativi a contagi, ricoveri e decessi rispetto alla situazione determinata dalla pandemia COVID-19 nello stesso periodo dello scorso anno indica chiaramente l’efficacia degli interventi messi in atto nel nostro Paese – in primis la campagna vaccinale – nel contenere la diffusione virale. Tuttavia, l’insorgenza di nuove varianti virali, il fenomeno di waning dei vaccini insieme alle condizioni favorevoli al contagio determinate dall’inizio della stagione fredda, stanno determinando nelle ultime settimane un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione.

È ormai evidente come per controllare i contagi sia necessario integrare e attuare molteplici approcci che, nel loro complesso, contribuiscano a mantenere il più basso possibile il rischio di diffusione virale, unitamente alla sua pronta rilevazione e tracciamento.

Il recente report dell’Osservatorio GIMBE n. 2/2021 analizza l’efficacia delle diverse strategie preventive individuali e ambientali attuabili per migliorare la sicurezza COVID-19 nelle scuole, tutte necessarie per garantire elevati livelli di sicurezza per gli studenti e per il personale scolastico: in primis la vaccinazione, che deve essere accompagnata da utilizzo delle mascherine chirurgiche, attuazione di uno screening periodico degli studenti, rispetto del distanziamento, implementazione di sistemi di aerazione e ventilazione dei locali chiusi.

Dall’analisi emerge chiaramente la criticità nella gestione dei bambini della fascia 0-6 anni, non ancora eleggibili per la vaccinazione, e per i quali non è previsto l’uso delle mascherine. Oltre alla vaccinazione del personale scolastico, la principale strategia preventiva su cui è possibile operare nei nidi e nelle scuole dell’infanzia è l’implementazione di interventi che garantiscano una adeguata aerazione e ventilazione dei locali scolastici, soprattutto alla luce della crescente rilevanza della modalità di trasmissione per via aerea del Sars-CoV-2 (contagio attraverso aerosol) evidenziata da numerosi studi.

In Trentino a maggio 2020 il Dipartimento protezione civile, con la collaborazione del tavolo tecnico-sanitario allo scopo costituito, ha redatto un documento contenente le prime misure per la gestione degli impianti di ventilazione e climatizzazione nell’ambito generale delle misure di contenimento del contagio da Sars-CoV-2.

Successivamente, nell’ambito delle misure di contenimento del contagio da Sars-CoV-2 all’interno delle aule scolastiche, ha effettuato alcuni test di monitoraggio della qualità dell’aria, dapprima all’interno di alcune scuole materne e successivamente all’interno di un’aula dell’istituto “A. Manzoni” di Trento durante le prime fasi dell’anno scolastico 2020-2021.

Contestualmente ai monitoraggi e con le medesime finalità è stata effettuata un’installazione pilota di dispositivi di segnalazione della concentrazione di anidride carbonica (CO2) nelle aule del liceo scientifico “G. Galilei” e della scuola secondaria di primo grado “A. Manzoni” di Trento. In considerazione dei risultati ottenuti, nelle aule in cui è emersa una scarsa aerazione, è stata effettuata un’installazione pilota di alcuni dispositivi per il ricambio dell’aria.

Gli aerosol emessi dalle persone possono accumularsi in ambienti chiusi scarsamente ventilati, aumentando il rischio di trasmissione di SARS-CoV-2.

I sensori di CO2 misurano la qualità dell’aria, e rappresentano uno strumento semplice ed economico in grado di avvertire i presenti della scarsa ventilazione dell’ambiente e dell’opportunità di intervenire con un’azione adeguata, come aprire le finestre o uscire dalla stanza in cui ci si trova. Sono una soluzione ancora poco utilizzata che può essere utile per contrastare la pandemia, soprattutto nelle scuole.

È ormai noto che gli aerosol emessi dalle persone contribuiscono alla trasmissione di SARS-CoV-2, soprattutto negli spazi chiusi scarsamente aerati, con un elevato numero di occupanti, permanenza prolungata dei presenti o attività ad elevata emissione virale come, ad esempio, parlare a voce alta o cantare. Misurare la concentrazione di aerosol emessi dalle persone presenti in una stanza sarebbe utile e auspicabile per rilevare se il ricambio d’aria è sufficiente a garantire la permanenza sicura in un ambiente chiuso o se, invece, occorre aumentare la ventilazione, ad esempio aprendo le finestre. Purtroppo, misurare gli aerosol direttamente è impegnativo e non scalabile. Tuttavia, un semplice dispositivo – un sensore di CO2 – fornisce la soluzione a questo problema. La concentrazione di CO2 è un’ utile misura per valutare la concentrazione di aerosol esalati dalle persone in una stanza. La concentrazione di CO2 è giá spesso usata per valutare la qualità dell’aria in ambienti chiusi e in molti paesi è il parametro adottato per definire gli standard di aerazione degli edifici.

I sensori di CO2 sono economici e semplici da usare e non invasivi. Permettono un monitoraggio continuo e, quando necessario, aiutano a intervenire con azioni appropriate e immediate (ad esempio, aprire le finestre o uscire temporaneamente dalla stanza). I sensori di CO2 continueranno a essere utili anche a pandemia finita, in quanto consentono di garantire una buona qualità dell’aria per gli occupanti di un ambiente chiuso, in particolare nelle aule scolastiche.

Questi dispositivi rappresentano uno strumento semplice, economico e ancora poco utilizzato per aiutare a ridurre la trasmissione di SARS-CoV-2. Il loro impiego potrebbe contribuire a mantenere le scuole aperte anche in caso di un peggioramento della situazione epidemiologica. Uno scenario auspicabile nelle scuole sarebbe quello di avere ogni aula e ogni spazio comune (mensa, biblioteca, ecc.) dotati di un sensore di CO2. Il personale scolastico può essere facilmente istruito per intervenire, ad esempio aprendo le finestre, quando il sensore si attiva per indicare che la qualità dell’aria è insufficiente. L’introduzione sistematica di sensori di CO2 nelle scuole sensibilizzerebbe inoltre la popolazione riguardo a questo approccio e ne faciliterebbe un più ampio uso anche in altri settori (ad esempio nei ristoranti).

Considerato che il costo medio di un rilevatore non supera gli 80 euro, considerato che appare assolutamente necessario mettere in campo ogni soluzione per evitare la chiusura delle scuole e garantire la didattica in presenza,

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

1. se abbia valutato la possibilità di fornire a tutte le scuole trentine almeno un rilevatore dei livelli di CO2, per ogni classe;

2. quale sia l’esito della predetta valutazione;

3. eventualmente in che tempi intenda completare la dotazione alle scuole

A norma di regolamento si chiede risposta scritta.

Ugo Rossi

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