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ROBERTO SIMONI (CANDIDATO PRESIDENTE FEDERCOOP) * COOPERAZIONE: « DUE BINARI PARALLELI PENA IL DERAGLIAMENTO, L’ISPIRAZIONE MUTUALISTICO-SOLIDALE E L’EFFICIENZA-CONCRETEZZA ECONOMICA »

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08.01 - giovedì 30 luglio 2020

Come tutta la società trentina, anche la Cooperazione ha fatto i conti in questi anni con i cambiamenti epocali del nostro tempo.

Cambiamenti non solo economici e sociali, ma anche culturali e perfino antropologici.

Si sono affermati nuovi scenari economici che hanno reso sempre più globali ed interdipendenti le dinamiche di produzione del “valore”.

Ed è cresciuto il ruolo della dimensione individuale rispetto a quella collettiva: ciò ha messo a dura prova i “valori” tradizionali.

La Cooperazione Trentina – allo stesso modo della stessa Autonomia Speciale – ha dovuto perciò affrontare due sfide difficili: quella del “valore economico” e quella dei “valori di fondo”.

Stefano Zamagni parla spesso di una Cooperazione che deve procedere dentro due binari paralleli, pena il deragliamento. Il binario della sua ispirazione mutualistica e solidale e quello della efficienza ed efficacia della sua concretezza economica.

Tutti due questi binari sono “eticamente importanti”.

Poiché senza i valori di solidarietà, di radicamento e di partecipazione si spegne il motore sociale della sua esperienza. Ma senza una rinnovata forza della sua dimensione di impresa non capitalistica si disperde un patrimonio anche economico che non appartiene a singoli imprenditori, ma a tutta la comunità e deriva dal sacrificio e dall’impegno di intere generazioni trentine.

Sento talvolta, anche nel dibattito tra di noi, giudizi sprezzanti e sentenze ingiuste verso le strutture del movimento (consorzi), che hanno il compito di rendere forte, organizzata e competitiva la dimensione economica e finanziaria della cooperazione.

È un errore. Un movimento come la Cooperazione ha bisogno anche di forza economica e finanziaria, perché essa è al servizio non del profitto di pochi, ma della crescita e del benessere di tutto il movimento e soprattutto dell’intera comunità.

Siamo nati in una stagione di povertà; abbiamo conosciuto la lunga stagione della ricchezza e delle opportunità; abbiamo però difronte a noi una fase incerta, a livello globale e locale, che non ci permette di ritenere garantito per sempre ciò che oggi abbiamo.

La forza anche economica, aziendale e finanziaria della Cooperazione sarà un valore inestimabile per una Comunità chiamata a resistere al rischio di una nuova marginalità e del possibile declino.

Non possiamo essere così egoisti e inconsapevoli da evitare questa nostra peculiare responsabilità.

In questi anni tutti i settori cooperativi hanno subito evoluzioni organizzative e strutturali di grande portata. Gli scenari economici e le nuove normative le hanno rese necessarie.

Una parte della nostra base sociale le ha vissute e le vive con preoccupazione e talvolta con disorientamento: me ne rendo conto.

Ci sono state anche forzature nei tempi e nei modi: lo so bene.

Ma questo non è il tempo di tornare indietro; di sognare il ritorno ad un passato che, in quei termini, non tornerà più.

Rendiamocene conto.

È tempo, invece, di riflettere ed agire con coraggio e unità per costruire nuove soluzioni che rendano questi cambiamenti più sostenibili sul piano della democrazia interna, più rispettosi del coinvolgimento effettivo di tutti i soci, più attenti al ruolo della rete cooperativa di base e più radicati sul territorio.

Le soluzioni si possono e si devono trovare, anche con strumenti innovativi.

E spetterà alla Federazione accompagnare questo processo di “umanizzazione dei cambiamenti” e di rafforzamento della partecipazione e del protagonismo di tutti i soci e di tutti i territori.

La Cooperazione (e tutto il Trentino) hanno bisogno di “forza condivisa” fiduciosa nel futuro, non di “debolezza diffusa” prigioniera della nostalgia.

Ne abbiamo bisogno nei settori più consolidati della nostra presenza, che stanno affrontando sfide inedite.

Ne abbiamo bisogno anche per costruire la nostra presenza in settori per noi meno conosciuti.

Più la società si frammenta ed i bisogni tendono a diventare solo individuali, più cresce la domanda di “nuove forme comunitarie”, sia sul piano sociale e relazionale che su quello economico.

È la grande duplice scommessa di una Cooperazione che rinnovi il suo progetto di Comunità e sia esempio concreto di un modello di sviluppo fondato sull’economia civile, sull’inclusione, sulla responsabile valorizzazione dei beni comuni materiali ed immateriali.

Una Cooperazione Trentina che non guarda indietro; che fa tesoro degli errori; che non deraglia rispetto ai due binari paralleli, mutualità e solidarietà da una parte e sostenibilità economica dall’altra.

La mia candidatura alla presidenza della federazione nasce con questo spirito.

Ho l’onore di aver guidato una struttura importante come il Sait, per fiducia dei soci,  ma non mi sento affatto portabandiera di una “casta”.

Sono consapevole del disagio e della inquietudine di molta parte della nostra base sociale ed intendo impegnarmi per recuperare con essa un rapporto di verità e di condivisione, anche costruendo soluzioni innovative sia centrali che nei territori, ma non voglio essere un profeta di demagogia e di populismo associativo.

Perché con questi atteggiamenti si può magari anche vincere una Assemblea, ma non si porta avanti una esperienza secolare e straordinaria come la nostra Cooperazione.

 

*

Roberto Simoni.

Candidato alla Presidenza della Federazione trentina della Cooperazione

 

 

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