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RINASCITA ROVERETO * “ LA CACCIA IN TRENTINO – NO ALLA STRAGE DEGLI ANIMALI “: « PRESENTI ALLA CONFERENZA L’AVV. CANESTRINI ED IL CONSIGLIERE DEGASPERI (ROVERETO 20/ ORE 20.30) »

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10.55 - giovedì 16 settembre 2021

Aboliamo la caccia: Uccidere animali per divertimento mentre la natura è in agonia è inaccettabile. In provincia di Trento, come in molte altre zone d’Italia, la situazione degli “abbattimenti”, ossia delle uccisioni legalizzate di fauna selvatica, è drammatica: dal 2014 al 2018 i dati parlano di 14.311 camosci, 1376 mu oni, 23.000 esemplari di beccaccia, 87.166 di cesena, 1.275 galli forcello, 659 fra cornacchie grigie e nere (nel 2021 si è arrivati a mille), 15.988 fagiani, 19.121 ghiandaie e 216.238 tordi (fra bottaccio e sassello).

L’elenco potrebbe continuare per pagine intere: volpi, marmotte, cervi e cerbiatti: ogni specie animale che vive nei nostri boschi subisce quello che ha più le caratteristiche di uno sterminio che di un’attività “sportiva”. Non solo questa attività viene tollerata a livello provinciale, ma vengono puntualmente emanati norme e decreti che favoriscono il fenomeno. Gli animali selvatici dovrebbero invece venire considerati come bene comune, ossia patrimonio indisponibile dello Stato, volto alla loro rigorosa tutela e a consentire a tutti i cittadini di godere a pieno la meravigliosa natura senza il timore di uscire feriti o timorosi da una passeggiata nei boschi.

L’inaccettabile annosa devastazione della fauna selvatica anche nel nostro territorio ha pertanto motivato il gruppo di Rinascita Rovereto anche a predisporre un ricorso alla Corte dei Conti di Trento che evidenzia il danno erariale procurato dalle normative poste in essere dai responsabili della Provincia, che consentendo le stragi degli animali autoctoni procurano un depauperamento molto signi cativo del patrimonio faunistico: un danno subito dall’intera comunità trentina di cui nalmente saranno chiamati a rispondere.

Il referendum promosso dal Comitato Si Aboliamo la Caccia, promosso a livello nazionale, tende ad abrogare due articoli della legge 157 del 1992 che regola tutta l’attività venatoria nazionale, una legge dai buoni propositi iniziali ma che nel dettaglio consente deroghe, commina semplici contravvenzioni e detta parametri variabili e opinabili facilmente adattabili alle esigenze dei cacciatori, autorizzandoli di fatto a entrare in terreni privati e a esercitare il diritto di uccidere con modalità che sono diventate via via più invasive e sfacciate nei confronti della comunità.

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Gloria Canestrini

 

 

 

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