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RIFORMA STATUTO PAT: CONSULTA, INCONTRI BIBLIOTECA DI TRENTO DAL 3 ALL’8 LUGLIO

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06.28 - lunedì 3 luglio 2017

(Fonte: Ufficio Stampa Consulta riforma Statuto) – Sala Manzoni, Biblioteca Comunale di Trento, dal 3 all’8 luglio.

Comincia lunedì 3 luglio alle 18.00 nella Biblioteca Comunale di Trento, un ricco programma di incontri per conoscere i temi trattati nel documento preliminare che la Consulta ha predisposto in previsione di una riforma dello Statuto di autonomia del Trentino Alto Adige/ Südtirol.

“Autonomia? Parliamone”, fino all’8 luglio (lunedì-venerdì alle 18.00, sabato alle 10.00) in Sala Manzoni, alla Biblioteca Comunale di Trento, in compagnia di Fulvio Cortese, Pietro Nervi, Gianfranco Cerea, Donata Borgonovo Re, Andrea Leonardi e Carlo Borzaga.

Opportunità di confronto e dibattito per capire i contenuti essenziali della Specialità del Trentino Alto Adige/ Südtirol. Per conoscere la realtà degli assetti fondiari collettivi, “veri costruttori di ambiente vivo e vivibile per collettività sostenibili e vitali”.

Per riflettere sui costi della nostra autonomia. Perché tante risorse e tanto potere? Per capire dove va la montagna e dove va la nostra autonomia speciale. Perché nel dibattito sulla riforma dello Statuto parlare di cooperazione e autogoverno è opportuno.

Per due settimane Sala Manzoni ospita una mostra di libri e documenti sull’autonomia del Trentino Alto Adige/Südtirol. Perché i libri aiutano a farsi un’opinione sulle cose.

Autogoverno, solidarietà, territorio: le radici salde del Trentino. Diversità culturali e linguistiche, terra che accoglie: il Trentino Alto Adige/Südtirol ripensa il proprio Statuto di Autonomia. Per la prima volta, insieme ai cittadini. Ci sei?

L’iniziativa è organizzata dalla Consulta in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Trento.

 

 

 

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“AUTONOMIA? PARLIAMONE”

 

3 luglio, ore 18.00
Perché cambiare lo Statuto?

FULVIO CORTESE

Di autonomia speciale oggi, si torna a discutere per tanti motivi. Sul piano nazionale, il dibattito pubblico è animato da un’intenzione fortemente critica: gli Statuti delle Regioni speciali e delle Province autonome vengono spesso concepiti come strumento di difesa di privilegi in parte obsoleti, in parte ingiustificati.

Anche la riforma costituzionale bocciata dagli elettori nel dicembre scorso ha contribuito a rilanciare il tema del possibile superamento dell’attuale regime giuridico delle autonomie speciali.

Non è un caso che, quasi contestualmente, sia a Trento sia a Bolzano, si siano attivati processi specifici di redazione di un nuovo Statuto.

Un po’ per difendere e ribadire le peculiarità di un territorio e di una cittadinanza storicamente cresciute in condizioni particolari di autonomia.

Un po’ per immaginare un’esperienza istituzionale nuova, che sappia fare della specialità il fronte avanzato di ogni autonomia.

 

 

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4 luglio, ore 18.00
Assetti fondiari collettivi

PIETRO NERVI

La nuova stagione degli “usi civici” inizia sul piano legislativo con l’approvazione della legge 431/1985 che fa emergere il sistema storico degli assetti fondiari collettivi e ne tutela le terre di collettivo godimento come beni naturalistici ed ambientali.

Ma è sul piano giurisprudenziale che si avvia una nuova fase di elaborazione culturale della materia.

Per tutte: le sentenze 46/1995, 310/2006, 310/2014 e 103/2017 della Corte Costituzionale.

La realtà documenta come gli assetti fondiari collettivi, la cui gestione è dominata dalla tutela e dalla conservazione al meglio del demanio collettivo, debbano essere riconosciuti come “veri costruttori di ambiente vivo e vivibile per collettività sostenibili e vitali”.

 

 

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5 luglio, ore 18.00
Quanto mi costi?

GIANFRANCO CEREA

Nel 2017 il bilancio della Provincia Autonoma di Trento si assesterà su un volume di spesa pari a circa 4,3 miliardi di euro, cui corrisponde un importo per abitante di circa 8100 euro.

Si tratta di un importo quattro volte maggiore del pro capite che si osserva per le Regioni a statuto ordinario e molto vicino al dato del bilancio dello Stato, comprensivo degli interessi sul debito pubblico.

È guardando dati come questi che si alimenta la polemica nei confronti della nostra autonomia speciale: perché così tante risorse e così tanto potere? La sensazione che a pagare il conto siano gli altri italiani è dunque del tutto legittima? Per rispondere a questi quesiti occorre conoscere i meccanismi che governano la finanza dell’autonomia e le scelte che ne hanno condizionato lo sviluppo.

Paradossalmente si potrebbe affermare che gli attuali assetti dell’autonomia sono il frutto di un successo che non ha eguali nel resto del Paese e la cui origine ha radici lontane.

 

 

 

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6 luglio, ore 18.00
Dove va la montagna?

DONATA BORGONOVO RE

Dove va la montagna? E dove va la nostra autonomia speciale? I due interrogativi sono tra loro strettamente intrecciati: le nostre montagne e le nostre valli hanno tratto evidenti benefici dall’esercizio delle funzioni e dei ruoli istituzionali connessi alla speciale autonomia di cui gode la Regione Trentino Alto Adige-Südtirol.

L’esperienza della limitrofa Provincia di Belluno lo dimostra con drammatica chiarezza.

Se vogliamo evitare che “la montagna frani a valle” (con le intuibili conseguenze nefaste anche per la pianura) dobbiamo assicurare adeguate condizioni di vita e di lavoro alle popolazioni che la abitano.

Il principio di autogoverno, attraverso forme di autonomia politico-amministrativa e finanziaria, è requisito fondamentale per realizzare tali obiettivi.

La Provincia Autonoma di Trento, al pari della Provincia di Bolzano e della Regione Valle d’Aosta, è un territorio tipicamente alpino – anche se talvolta sembra dimenticarsi di esserlo – e costituisce un riferimento importante per il dibattito, anche europeo (Risoluzione 10 maggio 2016 del Parlamento Ue), sulle regioni montane.

Contro i destini di subalternità e di marginalità politica, culturale, economica e sociale delle montagne (e non solo di quelle italiane) la nostra autonomia ha già fatto molto, ma ancora molto può fare.

 

 

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7 luglio, ore 18.00
Cooperazione e autonomia

ANDREA LEONARDI

Nella maturazione della società locale e nella trasformazione del sistema economico, dalla fine del XIX in poi, in Trentino, un ruolo di protagonista spetta alla capacità messa in campo da organismi di natura mutualistica, cresciuti e sviluppatisi in un clima solidale.

Le diverse espressioni assunte dalle imprese cooperative non si sono accompagnate semplicemente con la trasformazione economica della società locale.

Esse hanno rappresentato un humus particolarmente fertile, capace di conferire sempre nuova linfa e costante concretezza anche all’idea autonomistica.

L’affermazione dell’idea cooperativa, così come la formulazione consapevole di un’istanza autonomistica, affondano nel Trentino le proprie radici nello stesso humus.

Sono legate alla volontà di riscatto della popolazione locale, attraverso l’adozione di strumenti di natura economica e sociale di carattere innovativo, e alla capacità di autogoverno come strumento per valorizzare le proprie potenzialità.

 

 

 

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8 luglio, ore 10.00
Capitale sociale e autogoverno

CARLO BORZAGA

La capacità di una comunità di affrontare e risolvere i propri problemi, anche creando istituzioni innovative e stabili gestite in modo coerente con le finalità dichiarate è una delle ragioni a sostegno dell’autonomia della Regione Trentino Alto Adige e delle Province che la compongono.

Tale capacità dipende dal grado di fiducia reciproca e dalla disponibilità dei suoi componenti a cercare e implementare soluzioni possibili – al bene comune – anche a discapito di qualche vantaggio personale o di gruppo.

Dipende cioè dalla dotazione di quello che gli studiosi hanno chiamato “capitale sociale” e in particolare da quel tipo di capitale sociale che crea connessioni tra persone e gruppi non interessati da legami di parentela.

Pur con qualche difficoltà la dotazione di capitale sociale è misurabile – ricorrendo a diverse variabili – ed è quindi interessante utilizzare i dati disponibili per verificare quale sia la situazione delle due Province, anche rispetto alle altre regioni italiane e all’Europa.

I diversi indicatori consentono di sostenere che le province di Trento e Bolzano godono di un buon livello di capitale sociale comunque venga misurato, senza significative differenze tra di loro.

Tuttavia se messe a confronto con la media europea, presentano ancora margini di miglioramento.

Miglioramento a cui dovrebbe contribuire anche la riforma dello Statuto di Autonomia attraverso la previsione di regole e istituti in grado di favorire la formazione di capitale sociale.

 

 

 

 

 

 

 

In allegato il comunicato stampa

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