Pasquino (politologo): “Astensionismo non è fenomeno qualunquista, spesso dipende dall’impossibilità di votare. Campanello d’allarme per i partiti? Nel migliore dei casi è un campanellino, i dirigenti dei partiti contano i voti che arrivano ma non si preoccupano dell’astensionismo”
Il Prof. Gianfranco Pasquino, politologo, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus.
Sull’astensionismo. “Non è un fenomeno qualunquista, parliamo spesso di impossibilità di votare. E’ un problema che riguarda anche l’informazione, se non so bene su cosa sto votando preferisco evitarmi l’imbarazzo. A volte è anche un problema logistico, perché sono impossibilitato ad andare. Ci vorrebbero soluzioni tecnologiche, o anche semplicemente un voto per posta, per chi è all’estero. Molti Paesi lo fanno. La chiarezza del quesito e la chiarezza dell’importanza della posta in gioco produce certamente maggiore affluenza. Campanello d’allarme per i partiti? Nel migliore dei casi è un campanellino, i dirigenti dei partiti contano i voti che arrivano ma non si preoccupano dell’astensionismo. Non vanno mai sul territorio e questo produce conseguenze negative. Non importa se i cittadini credono o meno nella politica perché la politica c’è, se tu non ti interessi di politica la politica non si interessa di te e quindi ti freghi. Dopodichè il problema è più sociale, se guardate i film degli anni 40-50 si vedono lunghe file di famiglie alle elezioni, oggi invece gli elettori sono prevalentemente singoli. C’è stato uno sfaldamento dei rapporti interpersonali, questo produce meno interesse e meno partecipazione”.