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RCC * IN CARCERE 22 ANNI DA INNOCENTE, GULOTTA: « HO CHIESTO RISARCIMENTO MA NON SO QUANTO VALGA UNA VITA ROVINATA DA 18 A 55 ANNI »

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10.36 - lunedì 28 gennaio 2019

In carcere 22 anni da innocente, Gulotta: “Ho chiesto risarcimento ma non so quanto valga una vita rovinata da 18 a 55 anni. Se arriverà lo devolverò alla fondazione che ho costituito con i miei legali che ha l’obiettivo di aiutare chi è rimasto vittima di casi di malagiustizia. Fiducia nella giustizia? La ferita è sempre aperta, ma non ce l’ho con i giudici e le forze dell’ordine”.

 

Ha scontato in carcere 22 anni da innocente. Adesso chiede allo Stato un risarcimento di oltre 66 milioni di euro. Protagonista della storia è Giuseppe Gulotta, ex muratore di Certaldo (Firenze), vittima di un errore giudiziario. Venne arrestato nel gennaio del 1976 per l’omicidio di due carabinieri della stazione di Alcamo Marina (Trapani), Salvatore Falcetta e Carmine Apuzzo. Allora diciottenne, venne condannato all’ergastolo, ma dopo nove processi e 22 anni di carcere ingiusto, nel marzo 2012 fu assolto dalla corte d’appello di Reggio Calabria che stabilì come la confessione venne estorta con sevizie e torture da parte dei militari dell’Arma dei carabinieri.

Giuseppe Gulotta è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

“Qualcuno ancora è convinto della mia colpevolezza, malgrado ci sia una sentenza che parla chiaro: un’assoluzione per non aver commesso il fatto –ha affermato Gulotta-. Purtroppo sono stato condannato per una dichiarazione falsa rilasciata ai carabinieri sotto tortura. La condanna si è basata solo sulla confessione. Purtroppo sotto tortura ho detto che sono stato io. La svolta è arrivata nel 2007 in una trasmissione televisiva, è stato detto che i presunti colpevoli erano stati tutti assolti, quando in realtà io ero ancora in carcere. Una persona, tramite internet, ha scritto che era disposto a dire la verità.

Era un ex carabiniere, che fu interrogato dalla procura di Trapani e raccontò le stesse cose che raccontai io su quella vicenda. La speranza non si era mai spenta, avevo attorno a me la mia famiglia, avevo la fede e mi reggevo sulla consapevolezza della mia innocenza. Le sentenze purtroppo, giuste o sbagliate, bisogna accettarle, io ho scelto la via del carcere, altri invece se ne sono andati e sono rimasti latitanti. Adesso ho 61 anni. Ho una famiglia che ho ritrovato quando sono uscito dal carcere. Io sono stato dichiarato innocente quando ormai la pena l’avevo scontata tutta, perché mi era stata concessa la libertà condizionata, ma io lotto comunque per la giustizia perché voglio che vengano trovati i responsabili di questo omicidio. Risarcimento di 66 milioni? La richiesta sicuramente verrà fatta.

Io non so quanto valga una vita rovinata da 18 a 55 anni. Io ho ricevuto una somma dallo Stato per ingiustizia detenzione, il risarcimento è un’altra cosa. Se arriverà lo devolverò alla fondazione che ho costituito con i miei legali che ha l’obiettivo di aiutare chi è rimasto vittima di casi di malagiustizia. Fiducia nella giustizia? La ferita è sempre aperta, però mi consola il fatto che se dei giudici hanno condannato indotti dagli errori nelle indagini, altri giudici mi hanno assolto. Non ce l’ho con le istituzioni e con le forze dell’ordine”.

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