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PROVINCIA AUTONOMA TRENTO * PICCOLI DI CERVO E CAPRIOLO: «NON VANNO TOCCATI PERCHÉ LA MADRE POTREBBE ABBANDONARLI»

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15.29 - martedì 28 maggio 2024

Piccoli di cervo e capriolo: non vanno toccati perché la madre potrebbe abbandonarli.Ecco le raccomandazioni del Servizio Faunistico anche per le operazioni di sfalcio.

In questo periodo dell’anno, passeggiando nelle aree verdi, è possibile imbattersi in piccoli ungulati nascosti nella vegetazione. La raccomandazione del Servizio Faunistico della Provincia autonoma di Trento è di non avvicinarsi, né tantomeno accarezzare questi animali: ne va della loro sopravvivenza. I piccoli di capriolo o cervo possono sembrare apparentemente abbandonati, ma le madri si allontanano solo per andare alla ricerca di cibo e va dunque evitato l’incauto istinto di raccoglierli. I piccoli si acquattano immobili nell’erba, mentre il manto maculato e l’assenza di odore li proteggono dai predatori. Nello stesso periodo, un’altra situazione di pericolo è rappresentata dallo sfalcio dei campi con mezzi meccanici, che possono ferire o uccidere alcuni di questi piccoli.

 

Se si trova un piccolo esemplare da solo.

Non accarezzarlo, perché l’odore umano allarmerà la madre, che smetterà di allattarlo; tenere il cane al guinzaglio, che potrebbe disturbare, ferire o persino uccidere i selvatici presenti; rimanere a distanza evitando di calpestare l’erba nelle vicinanze, affinché il nascondiglio dell’animale non diventi più visibile. Qualora il piccolo sembrasse ferito, contattare la Stazione forestale, i guardiacaccia di zona o la Centrale unica di emergenza 112.

 

Come ridurre il pericolo di ferire i piccoli durante lo sfalcio.

Spesso i prati scelti da cervi e caprioli per i parti coincidono con quelli da sfalciare: le situazioni più a rischio sono rappresentate dalle aree con vegetazione oltre i 30 centimetri, nelle quali sono state ripetutamente avvistate femmine. Per ridurre il pericolo di ferire gli animali, è bene adeguare il metodo di sfalcio procedendo in senso centrifugo, dal centro verso l’esterno, garantendo così agli animali una via di fuga.

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