A seguito dell’evasione di Umberto Reazione dal carcere di Livorno, nel pomeriggio di sabato scorso, venivano avviate le attività di ricerca sul territorio, che tuttavia in prima battuta non fornivano riscontri positivi.
Pertanto, la Procura della Repubblica di Livorno delegava le prime indagini agli uffici investigativi della Polizia Penitenziaria e della Polizia di Stato, individuati nel Nucleo Investigativo Regionale di Polizia Penitenziaria di Firenze e nella Squadra Mobile della Questura di Livorno, che, subito, coinvolgeva nelle indagini la Sezione Investigativa di Firenze del Servizio Centrale Operativo. Importanti contributi informativi venivano forniti dal personale del Reparto di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Livorno che conosceva Umberto Reazione dal settembre 2023, allorquando era stato trasferito nel carcere labronico, nonché dal Nucleo Investigativo Regionale di Polizia Penitenziaria e dalla S.I.S.C.O. di Napoli, uffici che hanno contribuito a ricostruire il contesto delinquenziale di riferimento.
Oltre a imponenti dispositivi finalizzati a perlustrare a tappeto la città e le zone limitrofe. venivano allertati tutti gli uffici di polizia sul territorio nazionale, nonché sviluppate le possibili piste investigative, anche con l’intervento di personale specializzato del Servizio Centrale Operativo e l’acquisizione di molteplici filmati delle telecamere (pubbliche e private) cittadine. Le stesse venivano passate al setaccio, con l’analisi di ore ed ore di filmati, grazie ai quali Umberto Reazione veniva “individuato” dapprima nei pressi del lungomare cittadino, ove, a bordo di un autobus di linea, si portava nei pressi della stazione ferroviaria di Livorno, giungendovi intorno alle ore 10.30 odierne. L’attività di monitoraggio e pedinamento, finalizzata anche a verificare eventuali complicità esterne, si prolungava finché, alle ore 16.45 circa, all’altezza della stazione di Roma Tiburtina, prima che il treno raggiungesse il capolinea – dove l’evaso avrebbe potuto rendere più complesse le operazioni di cattura – i poliziotti del Compartimento Polfer di Roma, previamente allertati, intervenivano solertemente con un imponente dispositivo traendolo in arresto in condizioni di massima sicurezza e senza creare panico o turbative al passeggeri, anche grazie alla presenza, sul posto, di personale del Nucleo
Investigativo Centrale di Polizia Penitenziaria e della Squadra Mobile di Roma. L’attività di polizia giudiziaria finalizzata a riscontare anche ipotesi di “favoreggiamento” dell’evaso, è ancora in corso.
Il detenuto – ristretto alle Sughere per gravi reati connessi alla criminalità organizzata di matrice camorristica e con fine pena previsto per il 2034 – era evaso. eludendo la vigilanza, guadagnando la fuga con un rocambolesco salto dalla recinzione perimetrale alta svariati metri.