(Fonte: Openpolis) – Il governo Gentiloni sale a 9 questioni di fiducia in 4 mesi. Nella settimana prima di pasqua altri due voti su due diversi decreti. Il rapporto leggi approvate-questioni di fiducia sale al 50%, superato il record del governo Monti. Nelle ultime due legislature, nessun esecutivo era arrivato a queste cifre.
Insediatosi il 12 dicembre 2016, il terzo governo di questa legislatura si sta caratterizzando per un utilizzo ricorrente dei voti di fiducia. In poco più di 4 mesi, in ben 9 occasioni si è fatto ricorso a questo strumento. Ultimo voto in ordine di tempo quello sul decreto sicurezza urbana del ministro Minniti.
In allegato la tabella grafica contenuta nel comunicato stampa:
In precedenza era stata utilizzata due volte per il decreto salva banche (sia alla camera che al senato), due volte per il milleproroghe (sia alla camera che al senato), due volte per il decreto migranti (camera e senato), per l’approvazione al senato del ddl sul codice penale e a inizio mese per il decreto terremoto al senato.
Un’analisi sempre rilevante quando si osservano le questioni di fiducia è il loro rapporto con le leggi promulgate. Osservare con attenzione questo parametro è importante. Spesso la questione di fiducia viene usata per velocizzare il dibattito in aula su determinanti provvedimenti, serrando i ranghi della maggioranza e legando quindi il destino dell’atto a quello dell’esecutivo. Un’azione che per forza di cose assicurerà l’approvazione, salvo nel caso di una crisi di governo.
Con l’esecutivo Gentiloni sono stati approvati dal nostro parlamento 18 testi. Questo vuol dire che in media l’approvazione di 1 legge su 2 (il 50%) ha richiesto un voto di fiducia, percentuale più alta fra gli ultimi 5 governi. Con gli ultimi due voti prima nella settimana di pasqua è stata superata la percentuale del governo Monti (45,13%).
