Richiedenti asilo: non si possono cacciare sulla strada. A una quarantina di richiedenti asilo, ospiti della residenza Fersina a Trento, la Provincia di Trento ha comunicato che non avranno più i pasti quotidiani (che dal mese di ottobre erano pagati dal Comune di Trento) e da venerdì non hanno più diritto neppure al posto letto nel dormitorio gestito dalla Croce Rossa. Dunque, sarebbero costretti anche loro, come altri stranieri non inclusi nei programmi di assistenza, a dormire nei parchi pubblici o sotto i ponti con temperature sotto lo zero.
Oggi, in un vertice sull’ordine pubblico, d’intesa con il commissario del governo e con il questore, il sindaco di Trento ha ribadito la disponibilità del Comune a continuare il programma di assistenza, nel quadro delle norme vigenti e dei trattati internazionali che garantiscono i diritti dei richiedenti asilo, oltre che per un principio di tutela della dignità di ciascun essere umano. Il presidente della Provincia, a fine riunione, si è riservato di valutare la situazione d’emergenza, fatte le necessarie verifiche.
Mettere sulla strada quaranta persone, che comunque sono costrette a stare a Trento in attesa della risposta alle loro domande di asilo, al di là degli aspetti umanitari, anche dal punto di vista dell’ordine e della vivibilità generale, è un atto che aumenta e non riduce l’insicurezza sociale.
I consiglieri provinciali dell’Alleanza democratica e popolare per l’autonomia (Pd, Futura 2018, Upt) sono molto preoccupati per la situazione e chiedono al presidente della Provincia di affrontare il caso senza forzature e senza decisioni drastiche e affrettate. Collaborando con il Comune di Trento e con le associazioni e le cooperative, si può e si deve trovare una soluzione diversa.
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I consiglieri provinciali di Pd, Futura 2018, Upt