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PATTON (AUT) * NADEF: «IL GOVERNO NON AUMENTI LA FORBICE DELLE DISUGUAGLIANZE, SI CONSOLIDI L’ACCESSO AL CREDITO PER LE IMPRESE » (TESTO INTEGRALE)

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17.34 - mercoledì 9 novembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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“Bene l’approccio prudenziale sui conti pubblici e l’impegno contro il caro-energia, ma l’indirizzo scelto dal Governo per ora non risponde a principi di equità sociale. Per questo esprimeremo un voto d’astensione.”
Così in aula il senatore del Gruppo per le Autonomie Pietro Patton nella dichiarazione di voto sulla Nota di Aggiornamento al DEF.
“Per tenere lontani i rischi di recessione e le incognite internazionali, servono forti misure anticicliche e il completamento del lavoro di Draghi sulle nuove fonti di approvvigionamento energetico e sul PNRR.
Fa bene il Governo ad essere prudente e a destinare tutte le risorse contro il caro energia, ma bisogna anche consolidare l’accesso al credito per le imprese e restituire potere d’acquisto ai pensionati e ai lavoratori con il taglio del cuneo fiscale.
Il punto più critico riguarda le misure del programma elettorale che, per come annunciate in questi giorni, a tutto sembrano ispirate fuorché a principi di equità fiscale e sociale.
Si parla di strette al reddito di cittadinanza e di cancellazione di tutta una serie di piccoli benefici fiscali che interessano i redditi medio-bassi per spostare queste risorse a favore dei redditi autonomi sopra i 65mila euro. Si continua a parlare di pensioni senza neppure un accenno all’occupazione giovanile e al fatto che le giovani generazioni una pensione non la vedranno mai. E si parla di pace fiscale senza distinguere tra chi quelle tasse non è stato in grado di onorarle e chi ha scelto di non pagarle.
Abbiamo seri dubbi su questo indirizzo. Per come si prospetta non è il massimo dell’impegno per le famiglie in difficoltà e per quelle imprese che possono sostenere lo sviluppo economico.”

 

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Grazie Presidente.

La contrazione dei margini di crescita richiama alla necessità di forti misure anticicliche per tenere lontano i rischi di recessione.

La nota di aggiornamento stima per il 2023 un margine di crescita del PIL dello 0,6% ma è una previsione che può essere smentita dalle incognite del quadro internazionale, dall’efficacia del price cap, dalla capacità del Governo di portare a compimento il percorso intrapreso da Draghi sulle nuove fonti di approvvigionamento energetico e del PNRR, mantenendo e incrementando gli stanziamenti già previsti per la ricerca.

Guardando ai prossimi anni, una partita altrettanto importante sarà quella europea sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita. È evidente a tutti che se si dovesse ritornare a regole particolarmente stringenti per l’Italia sarebbe un grave problema; noi oggi facciamo nuovo deficit, 22 miliardi aggiuntivi per il 2023, con un ritmo di discesa del peso del debito sul PIL nettamente inferiore rispetto al tendenziale di settembre.

Gran parte del nostro destino si gioca quindi in Europa ed è legato all’evoluzione del quadro internazionale.

 

Per intanto fa bene il governo ad avere un approccio prudenziale sui conti e a destinare praticamente tutte le risorse disponibili per contrastare quell’aumento dei prezzi energetici che rischia di stritolare le imprese e far scivolare nella povertà centinaia di migliaia di famiglie.

Bisogna rafforzare le misure messe fin qui in campo, favorendo anche l’accesso al credito delle imprese che scontano gravi problemi di liquidità e un forte intervento per il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati attraverso un importante taglio del cuneo fiscale.

Quello che ancora non è chiaro è il modo con cui il Governo andrà a reperire le risorse per tenere fede alle proprie promesse elettorali, a cominciare dall’estensione della flat tax per i lavoratori autonomi a 85mila euro.

Stando alla Nota d’Aggiornamento delle due l’una: o si tagliano interventi in essere o si aumentano le tasse. Nella fase che attraversiamo nessuna delle due strade è percorribile.

La flat tax a 65mila euro ha agevolato, come si legge nella relazione accompagnatoria, delle particolari forme di evasione IRPEF. Ma ha generato una disparità fiscale importante tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti che, l’estensione a 85mila euro, non farebbe altro che aumentare.

Bisogna invece ridurre la pressione fiscale su tutti i lavoratori autonomi attraverso una progressività più equa e delle fiscalità di vantaggio soprattutto per le donne e i giovani che intraprendono un percorso da liberi professionisti, così come previsto dalla legge sulla delega fiscale del precedente Governo.

Il punto vero è che nel loro insieme gli interventi prospettati non sembrano orientati a un principio di maggiore equità sociale.

Si ragiona sulle strette al reddito di cittadinanza e di cancellazione di tutta una serie di piccoli benefici fiscali che interessano i redditi medio-bassi per spostare queste risorse a favore di altre categorie sociali; si continua a parlare di pensioni senza neppure un accenno all’occupazione giovanile e al fatto che le giovani generazioni una pensione non la vedranno mai; si parla di pace fiscale senza distinguere tra chi quelle tasse non è stato in grado di pagarle e chi ha deciso di non pagarle.

Per tutte queste ragioni, Presidente, il nostro Gruppo esprimerà un voto d’astensione. Da un lato apprezziamo l’approccio prudenziale di questa Nota d’Aggiornamento; dall’altro però abbiamo seri dubbi sull’efficacia di una strategia generale che rischia di allargare la forbice delle disparità, non facendo il massimo per chi ha bisogno e per quelle imprese che possono spingere per la crescita economica.

Grazie.

Senatore Pietro Patton

 

 

 

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