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PATTON * (AD- P-A) * ELEZIONI: « L’ASTENSIONISMO INDICA UN ATTEGGIAMENTO CRITICO E NEGATIVO, ESPRIME DISINTERESSE – SFIDUCIA – RASSEGNAZIONE »

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15.18 - mercoledì 7 settembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Si dice spesso, ed è vero, che la democrazia non si risolve nell’andare a votare. La democrazia è un modo con cui la nostra società mantiene il suo funzionamento: si basa sulla partecipazione dei cittadini alla formazione delle decisioni che li riguardano, sulla sovranità delle regole, sul bilanciamento dei poteri, sul controllo delle decisioni pubbliche. Il momento del voto è solo una parte del processo democratico, ma è anche un indicatore dello stato di salute della democrazia nel suo complesso. Da questo punto di vista, non si può ignorare che, nel corso degli anni, il numero di persone che vanno alle urne è costantemente diminuito.

Secondo i sondaggi, il partito di maggioranza relativa è quello delle persone che non sanno per chi voteranno e non sanno nemmeno se andranno a votare. Questo comportamento, l’astensionismo, indica un atteggiamento critico e negativo: esprime disinteresse, sfiducia, rassegnazione. Certo, negli ultimi anni l’interesse dei cittadini si è spostato dalla dimensione pubblica verso quella privata, ma questo è anche il segno di una politica che non riesce a rendersi pienamente attendibile.

Chiedere il voto – come liste, come coalizioni, come candidati – vuol dire chiedere la fiducia degli elettori. Ma se questa fiducia non c’è, avrebbe detto don Abbondio, uno non se la può dare. Creare (o ripristinare) una relazione di fiducia nelle istituzioni democratiche e nelle persone che hanno un ruolo pubblico è certamente una delle priorità della politica per gli anni a venire. È vitale soprattutto perché le sfide che il nostro Paese dovrà affrontare saranno immense, e potremo avere una qualche speranza di uscirne indenni e rafforzati solo se si uscirà da uno scenario di campagna elettorale permanente. Una campagna che non è politica, ma solo un’opportunistica tecnica di galleggiamento.

Scaricare la colpa sui governi precedenti può essere una tattica per uscire da una situazione delicata e per cercare di volgere a proprio favore i sondaggi, ma di sicuro non risolverà nessun problema. Ma c’è anche un motivo immediato e concreto per sollecitare le elettrici e gli elettori ad andare a votare: le decisioni che ci riguardano, nel bene e nel male, verranno prese comunque. Dunque, la politica ci sarà anche se non ci piace e se ce ne allontaniamo. E deciderà per noi. Se avrà ricevuto una forte legittimazione popolare, sarà davvero rappresentativa e avrà una maggiore credibilità a livello internazionale.

Proprio per questo, perché non è possibile delegare le nostre scelte agli altri, sarà fondamentale valutare due cose. Innanzitutto le proposte: valutiamo quelle che ci sembrano più giuste, quelle più concrete, quelle in cui crediamo davvero. Ma dovremo anche valutare le persone che ci sono dietro a queste proposte. Fidiamoci di quelle persone che sono più preparate, fidiamoci di quelle che lasciano parlare le loro azioni e i loro risultati. È questa la garanzia più grande che potremo avere per una politica in cui riporre di nuovo la nostra fiducia.

 

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Pietro Patton

Candidato di Alleanza democratica per l’Autonomia nel collegio Senato – Trento

 

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