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PATTON (AD-P-A) * CHIUSURA CAMPAGNA ELETTORALE: « IL TOUR TERRITORIALE A, SARCHE – BONDONE – PALAZZO REGIONE TRENTO – UNIVERSITÀ VIA VERDI – “PUNTO D’INCONTRO” »

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17.15 - venerdì 23 settembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Oggi Pietro Patton conclude la campagna elettorale con un giro nel territorio del collegio. Al Punto d’Incontro si è tenuta la tappa conclusiva: qui gli ultimi temi e le ultime immagini della giornata.

 

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12:30 Sarche: il biologico e il distretto vitivinicolo

La dimensione biologica è sembrata a lungo una scelta di nicchia nella produzione e nel consumo di cibo, quasi un vezzo riservato a una minoranza di persone che non avrebbe mai raggiunto una soglia critica. Poi ha iniziato a farsi strada una nuova e diversa consapevolezza. I consumatori sono diventati sempre più attenti, e perciò sempre più esigenti. Hanno iniziato a chiedersi che cosa ci sia davvero in quello che mettono in tavola, quanta acqua sia stata consumata per produrlo, da dove provenga, chi l’abbia coltivato.

Un aspetto distintivo di questo bellissimo cuneo di Mediterraneo in mezzo alle Alpi è quello della filiera vitivinicola. Segno caratterizzante del paesaggio, elemento centrale dell’economia, espressione dell’unicità del territorio, la produzione di vini fermi e mossi, di grappa, di vini da meditazione rimane un segno forte di una tradizione che si rinnova e diventa un linguaggio che appartiene alla nostra cultura materiale. Un linguaggio che per questo parla di noi.

 

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14:30 Bondone

Parlare del Bondone, ammettiamolo, è come parlare della salita da parte di Charly Gaul. Il Bondone, da qualunque punto di vista lo si guardi, è una cosa maledettamente complicata e mai risolta. È una corsa in salita.

C’è però, come ci ha fatto vedere il giro d’Italia, chi questa salita l’ha domata nonostante tutto. Mi riferisco a una generazione storica di operatori turistici che in fondo, se non fossero stati davvero innamorati di questi luoghi, avrebbero potuto andare da un’altra parte. Se il Bondone ha un presente e un futuro lo dobbiamo soprattutto a loro.

Il futuro della montagna di Trento è ora legato alla realizzazione di un collegamento funiviario. Purché si ricordi che il collegamento è un mezzo, non un fine; che l’interpretazione di questo comprensorio ambientale deve andare oltre la sola stagione invernale, sia per la competizione con altre località sciistiche, sia per i cambiamenti climatici.

 

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15:45 Trento, Palazzo della regione: l’Autonomia

Il nodo cruciale della nostra Autonomia non è costituito dalle sue radici lontane né dal suo ancoraggio novecentesco è costituito dalla capacità di darne un’interpretazione aggiornata. Oggi, di fronte alla crisi fiscale dello Stato e alla progressiva quanto irreversibile contrazione delle risorse provinciali, succede di sentirsi disorientati. È comprensibile, ma è anche sbagliato: non possiamo interpretare l’Autonomia esclusivamente o nei termini di una dotazione di risorse che possiamo spendere come vogliamo.

L’Autonomia non può essere solo una tecnica di galleggiamento, di una forma di sopravvivenza che sarebbe sempre più difficile da legittimare. A Roma non vogliamo portare un Trentino a scartamento ridotto, ma una terra che, senza presunzione, possa essere di esempio in uno dei più difficili momenti del nostro Paese.

 

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16:00 Trento, Università Via Verdi: l’Università

Se per un momento provassimo a immaginare il Trentino senza università, avremmo un senso di spaesamento. L’università è stata un momento di riscatto, di apertura, di confronto, di crescita. Oggi il rischio che si corre è quello di considerare scontata questa conquista. Parlo di conquista, un termine che non mi piace, perché in fondo c’è stato un conflitto quando l’università ha dovuto farsi accettare dalla comunità.

Oggi sembra tutto più facile. Si parla di “terza missione”, cioè del rapporto con il territorio, come se non ci fosse un pregresso. La verità è che l’università ha cambiato le nostre vite, ha fatto “girare l’aria”, ha portato a Trento il mondo e ha portato Trento molto al di là dei propri confini. Proviamo a immaginare: se non ci fosse? Saremmo più piccoli, più soli, disorientati. In una parola, saremmo più poveri perché privi di un presente solido e di un futuro migliore.

 

 

16:15 Trento, Punto d’incontro: volontariato ed emarginazione sociale

Le politiche sociali sono cambiate profondamente negli ultimi decenni. In parte perché hanno dovuto e saputo adeguarsi a problemi inediti o emergenti, invece in parte perché sono cambiati i presupposti e gli obiettivi dello Stato sociale. Storicamente l’azione pubblica nasce per contrastare la perdita del lavoro: le politiche sociali erano dunque essenzialmente politiche di contrasto alla povertà materiale.

. Certo, la misura del disagio è resa sfacciata nelle condizioni di marginalità estrema, nelle quali il principio evangelico dell’amore del prossimo (che è anche un principio costituzionale, quello dell’uguaglianza sostanziale) è sfidato messo alla prova. Il valore dell’accoglienza, il rispetto per la persona, sono capisaldi non negoziabili.

Vite esemplari come quella di don Dante sono per noi inarrivabili, ma restano esemplari dell’esigenza e della possibilità di costruire un orizzonte autenticamente umano, per ciascuno, ma a partire dagli ultimi.

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