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PATT * VALDASTICO – USCITA ROVERETO SUD: MARCHIORI, « BASTA IDEOLOGIE, SI ASCOLTINO I TERRITORI E SI PORTINO SOLUZIONI AI PROBLEMI »

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15.36 - martedì 1 novembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Progetto di completamento della Valdastico con uscita a Rovereto Sud.PATT: “Sulla Valdastico basta ideologie. Si ascoltino i territori e si portino soluzioni ai problemi!”.

Quando si parla di Valdastico si tende sempre a utilizzare il binocolo rovesciato dell’ideologia: assolutamente favorevoli coloro che ne hanno fatto una bandiera dello sviluppo e del progresso ad ogni costo, dogmaticamente contrari quelli che, al contrario, intendono la difesa e la protezione dell’ambiente come baluardo inconciliabile con ogni richiesta proveniente dagli abitanti delle nostre vallate.

Ecco perché, di fronte al ritorno in auge del progetto di completamento del tratto trentino della A31, occorre forse iniziare a ragionare su questa tematica prendendo coscienza del problema effettivo in modo da adattarvi la risposta necessaria e non facendo il contrario come visto più volte negli ultimi decenni. Non a caso il progetto resta al palo e non sembra impellente la partenza dei lavori. Il nodo centrale della questione riguarda, va ribadito con forza, il collegamento fra il Trentino e la Provincia di Vicenza e non la semplice costruzione dell’ennesima autostrada.

C’è differenza fra le due cose? Ovviamente sì, in quanto i collegamenti con Vicenza e, in particolar modo, con Bassano esistono già tramite la statale della Valsugana e creano non pochi problemi agli abitanti della zona sia in termini di numero di veicoli transitanti, sia di inquinamento sia di adeguatezza e sicurezza della strada. L’eventuale nuova arteria che si vuole costruire deve avere come obiettivo specifico, per chi in Trentino si trova ad amministrare l’Autonomia, quello di dare una risposta efficace al problema dell’attraversamento della Valsugana, sempre più grave ed impellente e che non può più essere rimandato.

Ecco che qui entra in gioco il progetto della Valdastico. Nella soluzione che si fa strada con l’ultima variante introdotta al PUP si cerca di dare risposta ad un altro eventuale bisogno (benchè finora non siano presentati dati e studi in tal senso): quello di dare sbocco alle aziende della Vallagarina verso il Vicentino, attraendo turisti verso l’Alto Garda (ma dimenticando il turismo di Levico, Caldonazzo e del Lagorai). Non si fa cenno, tuttavia, al modo in cui il percorso ipotizzato potrebbe beneficiare una zona letteralmente soffocata dai gas di scarico come la Valsugana. Anzi, pure gli industriali vicentini hanno dichiarato l’inutilità del progetto per i loro interessi. La loro presa di posizione, che costituisce una vera e propria tegola per i sostenitori del progetto con uscita a Rovereto Sud, dovrebbe far riflettere e non portare a tirare dritti per la propria strada.

In primo luogo, perché un investimento di quell’entità (si parla di svariati miliardi di euro) per essere sostenibile deve necessariamente portare beneficio ad entrambi i territori coinvolti (quindi sia Trento che Vicenza), cosa che attualmente non sembra essere in grado di fare. In secondo luogo, deve essere ambientalmente sostenibile, limitando al minimo l’impatto sui territori, obiettivo che il progetto non sembra assolutamente perseguire, sia per quanto riguarda le falde acquifere (la sorgente delle Spino disseta letteralmente Rovereto e un buon numero di comuni lagarini) sia per i viadotti con cui andrà a distruggere i comuni del Leno.

In terzo luogo, un progetto di questo tipo deve essere condiviso anche dalla popolazione e se è ben vero che la logica NIMBY porta a scagliarsi contro ogni opera pubblica, la proposta del PUP scontenta non solo le comunità dell’area in cui l’arteria stradale andrà a sbucare, ma pure quelle che da questa strada si aspettano un miglioramento delle loro condizioni, come la Bassa Valsugana.

Ecco perché il PATT si è sempre opposto all’uscita della Valdastico in Vallagarina e continuerà a farlo. Ecco perché chiediamo a gran voce che il governo provinciale, stante anche le divisioni interne alla stessa maggioranza, si fermi a riflettere scegliendo per il bene dei trentini e non per una visione ideologica. Con l’inserimento del PUP si è arrivati a poter ragionare su entrambe le soluzioni (sbocco a Trento o in Vallagarina), ma ora si abbia il coraggio di andare oltre. Si dimostri che all’ordine del giorno c’è lo sviluppo del Trentino. Se vi sono dati in merito (finora solo annunciati) che fanno propendere per l’uscita in Vallagarina vanno tirati fuori e resi pubblici, aprendo il dibattito, verificando tutti i pareri contrari e, soprattutto, prospettando soluzioni realistiche per chi il problema lo vive già da anni.

Altrimenti si abbia il coraggio di tornare indietro e riprendere in mano la soluzione che, non solo a noi, sembra accontentare il maggior numero di attori: perché con l’uscita a Trento Sud si dovranno sicuramente tenere in considerazione le problematiche della Vigolana, di Caldonazzo e di Mattarello, ma si garantirebbe un alleggerimento del traffico sulla SS47, l’eliminazione del rischio di sversamenti di inquinanti nel Lago di Caldonazzo e si garantirebbe quel collegamento con il Vicentino che potrebbe giovare ad alcune nostre aziende, portando perfino ad un rilancio dell’Interporto di Trento e ad un utilizzo maggiore dei treni nella tratta Nord-Sud.
Come PATT saremo sempre contrari ad ipotesi ideologiche e ci batteremo per il rispetto delle idee e della necessità delle nostre valli e dei loro abitanti.

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Simone Marchiori
Segretario politico PATT

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