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PAT – ISPAT * POPOLAZIONE TRENTINO (2007 E 2023): « IL 35,0% DELLE FAMIGLIE È COMPOSTO DA UNA SOLA PERSONA, 45,4% TRA CHI HA PIÙ DI 64 ANNI»

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06.01 - giovedì 16 maggio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Permanenza nella famiglia d’origine e formazione di nuove famiglie Nel 2020 l’età media di uscita dalla famiglia di origine nel Trentino si attesta a 27,4 anni per i maschi e 25,4 anni per le femmine, risultando in linea con la tendenza europea e inferiore rispetto alla media italiana (31,2 anni per i maschi e 29,2 anni per le femmine). Questi dati evidenziano una tendenza dei giovani trentini a lasciare il nucleo familiare in età più giovane rispetto alla media nazionale.

Se si confronta questa informazione con il dato relativo all’età media dei genitori al parto, che in Trentino si attesta a 32,2 anni per le madri (32,4 anni in Italia) e a 35,9 anni per i padri (35,8 anni in Italia), emerge come i giovani tendano a consolidare la propria situazione personale e professionale prima di intraprendere la fase della genitorialità e della creazione di una famiglia. Tale tendenza è il riflesso di una serie di fattori, tra cui la durata del percorso scolastico, le opportunità occupazionali e le condizioni economiche, che influenzano le decisioni dei giovani riguardo ai tempi e alle modalità di ingresso nella vita adulta e familiare.

Considerando il genere della persona di riferimento della famiglia2 , si evidenzia una prevalenza di persone di riferimento maschili tra le coppie sposate con e senza figli, mentre per le convivenze emerge una maggiore parità, soprattutto in assenza di figli. Anche tra le famiglie unipersonali non si evince una chiara prevalenza di genere, mentre questa emerge in maniera netta per le famiglie monogenitoriali. Solo il 16,9% delle famiglie monogenitoriali vede la presenza del padre, mentre le madri sono il riferimento del nucleo familiare per il restante 83,1%.

 

PAT

 

L’aumento delle convivenze e delle famiglie ristrette – Tra il 2007 e il 2023 la tendenza al ridimensionamento dei nuclei familiari si è accentuata. Ciò riguarda in particolare le famiglie che hanno come riferimento persone sotto i 40 anni di età, in cui la percentuale di nuclei con al massimo due componenti sale dal 47,4% al 62,1%. Tra le persone con più di 64 anni le famiglie con uno o due componenti sono largamente maggioritarie e passano dall’85% al 90%. Questi dati indicano un allineamento delle esperienze familiari tra diverse fasce d’età, con una crescente adozione di modelli di convivenza più ristretti.

Guardando alle famiglie che hanno come riferimento persone sotto i 40 anni di età, diminuisce l’incidenza delle coppie sposate: i giovani sposati con figli passano dal 44,4% del 2007 al 21,5% del 2023; gli sposati senza figli calano dal 14,1% al 6,5%. Contemporaneamente, si registra un aumento della quota di coppie giovani conviventi, sia con figli (dal 5,6% al 10,5%) sia senza figli (dal 7,7% all’11,3%).

Considerando le famiglie che hanno come riferimento persone tra i 40 e i 64 anni, si osservano andamenti analoghi, anche se meno intensi: si riduce l’incidenza delle famiglie sposate, sia con figli (dal 54,9% al 43,0%), sia senza figli (del 14,0% all’8,6%), e cresce la quota di coppie conviventi.
Guardando infine alle famiglie costituite da una sola persona, la loro quota risulta in aumento nelle fasce d’età giovanili e adulte, mentre rimane stabile nella fascia delle persone anziane.

 

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