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PAT – ISPAT * OCCUPAZIONE IV TRIMESTRE 2022: « GLI OCCUPÀTI IN TRENTINO A QUOTA 250MILA, IN AUMENTO SU BASE TENDENZIALE DELL’1,1% » (PDF REPORT)

Scritto da
13.18 - giovedì 25 maggio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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I punti salienti dell’offerta di lavoro

• Nel terzo trimestre 2022 gli occupati sfiorano quota 250mila, in aumento su base tendenziale
dell’1,1%, grazie principalmente alla crescita del numero degli indipendenti (+2,4%), che superano
le 51mila unità. Il lavoro alle dipendenze cresce invece in maniera lieve (+0,8%), sfiorando le
199mila unità, cui contribuiscono esclusivamente i contratti a tempo determinato (+6,1%), mentre
quelli a tempo indeterminato registrano una lieve flessione (-0,5%).

• L’incremento degli occupati è imputabile ad entrambe le componenti di genere con intensità simili
(+1,3% i maschi e +1,0% le femmine). In ragione delle dinamiche evidenziate, il tasso di
occupazione (15-64 anni) si porta al 71,5% (78,6% gli uomini, 64,3% le donne) con un aumento di
1,2 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre 2021 (+1,6 punti per gli uomini e +0,7 punti per
le donne). Rispetto al trimestre precedente si rileva un aumento del gap di genere di 2,7 punti
percentuali, mentre su base annua il gap fra uomini e donne si incrementa di 0,9 punti percentuali.

• La dinamica positiva dell’occupazione coinvolge sia gli italiani che gli stranieri, anche se con
intensità diverse. Maggiore è l’incremento dei lavoratori stranieri (+7,1%), più lieve quello degli
italiani (+0,5%). Questo trend si riflette sul rispettivo tasso di occupazione, che per gli stranieri
aumenta di 2,3 punti percentuali, mentre per gli italiani cresce di 1,0 punto percentuale.

L’aumento dell’occupazione interessa sia i lavoratori fino ai 34 anni, che registrano il maggior
incremento (+3,6%) e vedono così crescere il relativo tasso di occupazione di 1,9 punti percentuali,
sia la classe più adulta della popolazione (50 anni e più) che registra un aumento dell’occupazione
del 2,5%, che si ripercuote positivamente sul relativo tasso (+1,5 punti percentuali). Situazione
opposta per la classe centrale (35-49 anni) che vede ridurre il numero degli occupati (-1,8%) ma
che, per effetto delle dinamiche demografiche, evidenzia una lieve crescita del relativo tasso (+0,4
punti percentuali).

• Nel confronto territoriale, il tasso di occupazione del Trentino rimane superiore a quello della
ripartizione Nord-est (69,1%) e si mantiene significativamente distanziato dalla media nazionale
(60,3%).

• Il numero delle persone in cerca di occupazione prosegue la sua discesa iniziata nei trimestri
precedenti e si attesta a circa 9 mila unità (-11,9% su base annua). Tale riduzione è imputabile alla
sola componente maschile che cala del 44,8%, cui si affianca l’incremento di quella femminile
(+14,1%).

• I disoccupati ex-occupati, che rappresentano la quota maggiore dei disoccupati complessivi
(44,2%), calano del 12,8%, una flessione determinata esclusivamente dalla componente maschile
(-74,2%), a fronte di un incremento di quella femminile (+77,7%). I disoccupati ex-inattivi crescono
invece del 7,2%, cui contribuisce in maniera esclusiva la componente maschile. I disoccupati senza
esperienza di lavoro, che rappresentano l’insieme più contenuto tra chi cerca lavoro, registrano la
riduzione maggiore (-31,6%), determinata da entrambe le componenti di genere con intensità
abbastanza simili (-34,5% i maschi e -28,4% le femmine).

• Il tasso di disoccupazione (15-74 anni) si attesta al 3,5%, in riduzione di 0,5 punti percentuali
rispetto allo stesso trimestre del 2021 (-1,1 punti percentuali su base congiunturale). Nel confronto
per genere il decremento tendenziale è imputabile alla sola componente maschile (-1,4 punti
7
percentuali), mentre quella femminile cresce in modo contenuto (+0,6 punti percentuali).

• Nel confronto territoriale, il tasso di disoccupazione del Trentino torna al di sotto del tasso del
Nord-est (4,4%) e rimane molto distante dal livello registrato per l’Italia (7,7%), migliorando lo
scarto relativo.

• Le forze di lavoro, vale a dire l’aggregato che costituisce la popolazione attiva rappresentata dalla
somma degli occupati e delle persone in cerca di occupazione, raggiungono le 259mila unità, in
crescita su base annua dello 0,6% grazie alla sola componente femminile (+1,6%), cui si affianca la
lieve riduzione di quella maschile (-0,2%). Tale andamento è influenzato dall’aumento del numero
degli occupati (+1,1%) che controbilancia la riduzione delle persone in cerca di occupazione
(-11,9%). Il tasso di attività femminile si attesta al 68%, in aumento su base tendenziale di 1,1 punti
percentuali, mentre i maschi attivi raggiungono l’80% (+0,4 punti percentuali).

• Gli inattivi in età lavorativa si attestano a poco meno di 89mila unità e diminuiscono su base annua
del 3,4% come risultato di una riduzione per entrambe le componenti di genere (-2,3% i
maschi, -4,1% le femmine). Il tasso di inattività (15-64 anni) diminuisce così su base annua di 0,8
punti percentuali, portandosi al 25,9%, grazie al contributo di entrambe le componenti di genere
seppur con intensità diverse (-0,4 punti percentuali per i maschi e -1,1 punti percentuali per le
femmine)

• La riduzione del numero degli inattivi coinvolge esclusivamente coloro che in età lavorativa non
cercano un impiego e non sono disponibili a lavorare nemmeno se ne avessero le opportunità, vale
a dire gli inattivi in senso stretto, che diminuiscono su base annua del 7%, attestandosi a circa
78,4mila unità. L’insieme delle forze di lavoro potenziali, che comprende sia coloro che rinunciano
a cercare attivamente un lavoro, perché scoraggiati, ma che sarebbero disponibili a lavorare, sia
coloro che cercano un lavoro ma che non sono immediatamente disponibili, aumenta invece su
base annua del 36,4% superando le 10,3mila unità. Questo aggregato, unito alle persone in cerca
di occupazione, fornisce la misura dei soggetti potenzialmente impiegabili nel processo produttivo.

• Nel confronto territoriale il tasso di inattività del Trentino si colloca su un livello inferiore rispetto
al tasso del Nord-est (27,7%) e conferma la distanza rispetto al tasso di inattività nazionale (34,6%).

 

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