Per sei mesi la notizia dell’arresto di un presunto assassino è stata tenuta nascosta da magistrati e forze dell’ordine, come se l’uccisione di una donna da parte del marito non fosse una notizia che l’opinione pubblica deve sapere.
È accaduto a Padova e il caso è venuto alla luce solo grazie a giornalisti che si ostinano a continuare a svolgere il proprio lavoro, quello di informare i cittadini, nonostante gli ostacoli frapposti da legislatore e inquirenti; con i secondi che, immotivatamente, interpretano la legge Cartabia con modalità ingiustificatamente restrittive.
Il delitto risale all’agosto del 2023: inizialmente si era pensato al suicidio di una donna, Nicoleta Rotaru. Ma successivamente è emerso un quadro ben diverso e il marito, Erik Zorzi, è stato arrestato lo scorso marzo e si trova ancora in carcere, in custodia cautelare. Ma nessuna notizia è mai stata fornita alla pubblica opinione, nonostante l’indubbio interesse in un periodo in cui i femminicidi sono un’emergenza sociale.
“I magistrati, pur nel rispetto della legge, hanno il dovere di informare i cittadini – dichiara il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli – La presunzione d’innocenza non c’entra nulla con la censura di notizie di rilevante interesse pubblico”.