(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Riconoscere il valore degli infermieri significa investire nel sistema sanitario e contribuisce a rafforzare nella comunità la cultura della salute. Ora servono riforme strutturali per invertire la rotta. La differenza in termini di effetti sugli esiti di salute dei cittadini passa attraverso i professionisti sanitari e transitare nella popolazione il loro valore contribuisce a rafforzare nella comunità la cultura della salute.
Ora è il momento di sottolineare che la questione principale è la carenza di professionisti sanitari e in parti- colare di infermieri negli organici, ma anche di come rendere attrattivo il sistema sanitario trentino e prima ancora di come trattenere nel sistema la sua risorsa inestimabile, il capitale umano. È un percorso che non basta invocare, necessita di strategie a breve e a medio – lungo termine e di progettualità. C’è bisogno di in- vestimenti economici; di riformare alcune norme, tra cui l’abbattimento del tetto di spesa del personale; di riconoscere il valore e la specificità degli infermieri nei contratti; di interventi organizzativi, tra cui l’espansione di percorsi di carriera negli ambiti clinico – assistenziale, formativo e dell’organizzazione, oggi insufficienti per poter incidere in modo efficace sugli esiti di salute e per dare la giusta direzione, il poten- ziamento di strutture e di personale di supporto per liberare gli infermieri da attività improprie e l’implementazione di modelli organizzativi innovativi ad alta autonomia per le professioni sanitarie per po- ter continuare a rispondere in modo efficace ed efficiente ai bisogni di salute dei cittadini.
Sono stabiliti dalla norma nazionale ad esempio, i livelli essenziali di assistenza in cui mancano completa- mente le branche assistenziali infermieristiche anche se la Provincia potrebbe prevederle autonomamente con oneri aggiuntivi e autorizzare gli infermieri alla possibilità di prescrivere ausili, presidi sanitari e inter- venti/trattamenti assistenziali, come strumento per applicare le competenze specialistiche come già accade in diversi Paesi Ue. Non solo. Dobbiamo riformare le norme concorsuali del pubblico impiego perché gli at- tuali meccanismi sono del tutto inadeguati e riconoscere il valore della professione di infermiere anche e- conomicamente con incentivi dedicati e mirati per trattenere i professionisti nel sistema sanitario provincia- le – territorio, RSA e ospedale -, per attrarli, in particolare in specifiche valli dove la carenza è particolarmente grave e per entusiasmare i giovani nell’intraprendere il percorso universitario per diventare infermiere.
Si tratta di temi spinosi e difficili che nel dibattito politico rischiano di essere banalizzati e che hanno bisogno di riforme strutturali e non estemporanee. Inoltre serve portare avanti le riforme territoriali intraprese: in questi mesi si è parlato molto di presidi ospedalieri e acuzie e meno di territorio e prevenzione, ma soprat- tutto si è parlato poco di quale sarà il modello di assistenza territoriale trentino, dei meccanismi di inte- grazione e coordinamento dei professionisti. Il territorio è invece un elemento centrale del benessere e dei servizi ai cittadini: solo con un servizio territoriale che funziona, si possono migliorare le condizioni di salute delle persone e della comunità e ridurre, quindi, il numero dei pazienti acuti che avranno bisogno di presta- zioni ospedaliere.
Ecco perché, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento, auspica, come già confer- mato dall’Assessore Tonina con il quale il dialogo è aperto e costruttivo, di essere coinvolto nelle decisioni con un’unitarietà istituzionale nel voler lavorare a riformare un sistema che potrà mantenere il servizio sani- tario provinciale universale, solidaristico e fiore all’occhiello della nostra Provincia.
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Per il Consiglio Direttivo
Il Presidente
dott. Daniel Pedrotti