(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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I dati sulla spesa ci dicono che sul Pnrr siamo ancora indietro. In base alle più recenti informazioni disponibili, finora il nostro paese è riuscito a spendere solamente il 26% dei fondi assegnati. Un dato che deve rappresentare un campanello dall’allarme visto che ci stiamo avvicinando alla fase finale del piano.
Il governo ha pubblicato dati aggiornati sui fondi del Pnrr già spesi. I fondi erogati sono il 26% del totale.
I dati sulla spesa sono molto importanti per comprendere lo stato di avanzamento delle diverse opere.
Sono solo 7 le misure per cui sono già stati spesi tutti i fondi stanziati.
Senza contare le misure di nuova introduzione, sono 172 gli investimenti per cui oltre il 75% delle risorse deve ancora essere erogato.
Negli ultimi mesi il governo Meloni ha fatto una serie di annunci sul primato del paese riguardo al piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Tuttavia, osservando i dati disponibili, risulta piuttosto evidente come le difficoltà legate alla realizzazione del piano italiano siano tutt’altro che superate. Tra gli aspetti più critici figura certamente quello della spesa sostenuta. Al 30 giugno 2024 infatti i fondi Pnrr già erogati ammontavano a 51,4 miliardi di euro.
Questo dato – unito al fatto che il 56% delle scadenze legate alla realizzazione del piano deve ancora essere completato – ci dice che il grosso del lavoro resta ancora da fare.
Perché sono importanti i dati sulla spesa. Ma perché sono così importanti i dati sulla spesa? In maniera estremamente semplificata, possiamo dire che ogni progetto (che sia la realizzazione di un’opera o la fornitura di un bene o un servizio) si suddivide in due fasi principali. Innanzitutto c’è la parte che possiamo definire procedurale e che precede l’avvio concreto dei lavori. In questa fase, ad esempio, si definiscono le tipologie di interventi da realizzare, si decidono i criteri per la selezione dei soggetti beneficiari, si pubblicano i bandi.
Monitorare questi aspetti è relativamente più facile perché le pubbliche amministrazioni sono obbligate per legge a documentare i vari passaggi attraverso degli atti ufficiali. Ed è proprio su questi aspetti che si è concentrato anche l’esecutivo quando recentemente ha parlato delle misure del Pnrr già “attivate”. Ovvero quegli investimenti e quelle riforme per cui la parte procedurale si è già conclusa o è in via di completamento.
Le informazioni riguardanti gli aspetti procedurali sono certamente importanti ma non dicono molto sulla realizzazione concreta dei diversi interventi. Da questo punto di vista il parametro di riferimento sono le erogazioni fatte alle ditte vincitrici degli appalti.
Il Sal è fondamentale per monitorare l’avanzamento dell’opera, gestire i flussi finanziari e assicurare la conformità dei lavori rispetto ai termini contrattuali. Generalmente infatti tali fondi non vengono consegnati tutti insieme a fine lavori ma a intervalli regolari in seguito al raggiungimento di determinati livelli di realizzazione delle opere. Per questo le varie ditte devono redigere un documento chiamato Sal (stato di avanzamento lavori) in cui vengono certificati i progressi fatti. Sapere quanti fondi sono già stati spesi per una singola opera è quindi un elemento fondamentale per comprendere se l’intervento sta procedendo e in che misura.
Purtroppo, allo stato attuale, non sono disponibili informazioni di dettaglio sulla spesa erogata per ogni singolo progetto finanziato dal Pnrr. Tuttavia, l’esecutivo ha recentemente pubblicato alcuni dati relativi alla spesa aggregata per ogni misura del piano. Un primo passo utile – ma non sufficiente – per capire a che punto siamo.
Cosa ci dicono i dati pubblicati sulla spesa. In un precedente approfondimento ci eravamo già soffermati sulla capacità di spesa delle diverse amministrazioni titolari. In questo caso invece ci concentreremo sui dati relativi alle diverse misure del Pnrr. Dati che si basano su quanto dichiarato dalle stesse amministrazioni.
Come già anticipato, nel complesso, la spesa già sostenuta finora ammonta a 51,4 miliardi. In termini assoluti, gli importi più significativi già erogati riguardano il Superbonus (14 miliardi circa), il credito di imposta per beni strumentali 4.0 (8,9 miliardi) e la realizzazione delle linee ferroviarie ad alta velocità per il collegamento con il nord Europa (2,4 miliardi). Per i primi 2 investimenti citati risultano già erogati tutti i fondi previsti.
I crediti d’imposta hanno spinto fortemente la spesa dei fondi Pnrr in questi primi anni. In termini di capacità di spesa – cioè di fondi già erogati a fronte dell’importo totale assegnato – sono altre 5 le misure che raggiungono il 100%. In 5 casi su 7 i fondi sono stati erogati attraverso il credito d’imposta. Si è osservato spesso come questo strumento sia risultato essere un metodo molto efficace per spendere in maniera rapida i fondi del Pnrr. Questo comporta comunque delle criticità.
L’accentuazione dell’incidenza dei contributi alle imprese, in particolare di quelli consistenti nei crediti d’imposta, potrebbe imprimere maggiore velocità alla realizzazione della spesa, imponendo però l’esigenza di garantire un attento monitoraggio nella ripartizione territoriale dei fondi, al fine di preservarne un’adeguata fruizione anche alle aree meridionali.
– Corte dei conti, Relazione sullo stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (maggio 2024)
Troviamo poi soltanto altre 10 misure per cui le erogazioni già sostenute risultano essere superiori al 50% per un totale di circa 5 miliardi di euro erogati a fronte di un importo stanziato di 8,9 miliardi. Gli investimenti con la spesa più consistente in termini assoluti riguardano le già citate linee ferroviarie per l’alta velocità (54% dei fondi totali già spesi), il programma “Scuola 4.0” (1,1 miliardi pari al 53,4% dei fondi totali) e il rifinanziamento del fondo 394/81 dedicato alla crescita estera delle imprese italiane (656 milioni su 1,2 miliardi totali).
Per 7 misure del Pnrr sono già stati spesi tutti i fondi. I dati sulle misure del Pnrr più avanzate in termini di spesa sostenuta
Le misure più indietro nel completamento. Prima di passare all’analisi delle misure più indietro dal punto di vista dei fondi già erogati è importante sottolineare che alcuni investimenti sono stati introdotti con la revisione del Pnrr avvenuta tra il 2023 e il 2024. È il caso ad esempio dei diversi interventi rientranti nel capitolo dedicato al RepowerEu. In questi casi è fisiologico che i dati sulla spesa sostenuta siano molto bassi o nulli.
Tenendo presente questo elemento, possiamo osservare che ci sono 7 misure per cui la percentuale di fondi ancora da spendere è compresa tra il 25% e il 50%. Sono 29 invece quelle che rientrano nella fascia compresa tra il 50% e il 75% di risorse assegnate ancora da erogare. La stragrande maggioranza delle misure tuttavia, pur non considerando quelle nuove, rientra nella fascia 75%-100% di fondi ancora da spendere.
172 le misure e sottomisure del Pnrr con una percentuale di fondi assegnati ancora da spendere compresa tra 75% e il 100%. In particolare sono ben 50 le misure non di nuova introduzione per cui la spesa già sostenuta risulta compresa tra lo 0% e l’1%. Tra questi interventi, quelli economicamente più rilevanti ancora in stallo riguardano gli investimenti a favore delle comunità energetiche (2,2 miliardi), i contratti di filiera per l’agricoltura (2 miliardi), lo sviluppo del biometano per la promozione dell’economia circolare (1,9 miliardi) e lo sviluppo del settore agro-voltaico (1,1 miliardi).
Fondi spesi, 26 misure del Pnrr sono ancora al palo. Le misure del Pnrr con gli importi più alti ancora da spendere. Tra le misure con un alto importo che almeno hanno visto una minima percentuale di risorse già erogate troviamo invece la realizzazione dei collegamenti per l’alta velocità nel mezzogiorno (10,5 milioni erogati a fronte di risorse per 1,8 miliardi), gli incentivi all’utilizzo dell’idrogeno in settori hard to abate (106mila euro a fronte di 1 miliardo di investimenti) e il Recovery Art (4,6 milioni a fronte di 1 miliardo).
Il rischio di non riuscire a spendere tutti i fondi in tempo. Anche con i pochi dati a disposizione, risulta evidente come la realizzazione pratica della maggior parte degli investimenti sia ancora molto indietro. Questo non può che rappresentare un campanello d’allarme visto che il tempo inizia a scarseggiare.
Molti accademici iniziano a sostenere che non saremo in grado di spendere tutti i fondi. Infatti anche diversi esponenti autorevoli del mondo accademico stanno iniziando a paventare il rischio che l’Italia possa perdere una parte dei fondi assegnati. Secondo gli economisti Gustavo Pica e Gaetano Scognamiglio, ad esempio, attualmente il nostro paese riesce a spendere circa 1,5 miliardi al mese. Questo significa che a fine 2026, a meno di una forte accelerazione, l’Italia avrà erogato al massimo un centinaio di miliardi. Poco più della metà delle risorse assegnate al nostro paese.
Poter analizzare dati di dettaglio sul livello di spesa dei singoli interventi potrebbe aiutare a comprendere meglio dove si trovano le maggiori criticità. Questo sarebbe importante non solo per gli analisti ma anche per gli stessi decisori, chiamati a trovare delle soluzioni per non far fallire il Pnrr.
Il nostro osservatorio sul Pnrr. Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.
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Foto: Unslpash Ricardo Gomez Angel – Licenza