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OPENPOLIS * PNRR – DIGITALIZZAZIONE PA LOCALI: « 1,78 MLD LE RISORSE ASSEGNATE, ANCHE TRENTO TRA I COMUNI DOVE L’AMMONTARE DELLE RINUNCE SUPERA IL MILIONE DI EURO »

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09.21 - lunedì 27 febbraio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Come il Pnrr incentiva la digitalizzazione delle Pa locali. Rendere più efficiente e digitale la pubblica amministrazione è uno degli obiettivi perseguiti dal Pnrr. Sono già molti i fondi assegnati, anche a livello locale, per questa finalità.

Il Pnrr prevede 6 interventi per la digitalizzazione delle Pa locali.

Le risorse stanziate finora ammontano a 1,78 miliardi di euro.

La regione che riceve più fondi è la Lombardia. Seguono Veneto, Piemonte, Campania e Sicilia.

A livello comunale il territorio che riceve più fondi è quello di Roma. Seguono Napoli, Torino, Firenze e Verona.

In molti casi le Pa hanno rinunciato ai fondi. Si tratta di 251 milioni che devono essere riallocati.

 

Come noto, la digitalizzazione del paese rappresenta uno degli obiettivi principali del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). A questo settore infatti sono dedicati circa 48 miliardi degli investimenti previsti pari a circa il 25% del totale. Si tratta di una quota superiore di 5 punti percentuali rispetto al minimo obbligatorio previsto del regolamento istitutivo del Next generation Eu. Una quota importante di queste risorse servirà per migliorare l’accessibilità alla rete e la velocità delle connessioni per privati, istituzioni e imprese.

Ma una parte altrettanto importante di queste risorse sarà utilizzata anche per rendere più efficiente la pubblica amministrazione. Ci sono diverse misure del Pnrr infatti che vanno in questa direzione con l’obiettivo di rendere più efficace, snello e veloce il rapporto tra cittadini e Pa. Il dipartimento per la trasformazione digitale stima in circa 6 miliardi di euro gli investimenti Pnrr in questo ambito.

Una quota rilevante di risorse servirà anche per finanziare la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni a livello locale. Queste rappresentano il punto di contatto più immediato tra il cittadino e lo stato. Dunque migliorare l’efficienza di questi uffici è molto importante.

Grazie agli open data messi a disposizione dal dipartimento siamo in grado di capire come questi fondi si distribuiscono a livello locale, chi sono gli enti beneficiari e quali interventi saranno finanziati. Un aspetto rilevante emerso dall’analisi di questi dati è che in alcuni casi le amministrazioni hanno rinunciato alle risorse assegnate loro.

Gli investimenti del Pnrr per la digitalizzazione della pubblica amministrazione rientrano nella prima componente della missione 1: “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella pa”. Come già anticipato, una parte degli investimenti previsti sarà dedicata agli enti

Abilitazione e facilitazione della migrazione sul cloud. Le Pa locali potranno avvalersi di una serie di fornitori certificati per trasferire in cloud tutta la documentazione in loro possesso. Per far questo sarà fornito loro anche supporto tecnico;
Piattaforma digitale nazionale dati. Questa nuova infrastruttura si prefigge di interconnettere le basi dati in possesso delle Pa affinché l’accesso ai servizi sia trasversale e le informazioni di interesse per i cittadini possano essere fornite una volta per tutte;
Esperienza del cittadino nei servizi pubblici. Questo investimento prevede l’armonizzazione delle pratiche di tutte le pubbliche amministrazioni verso standard comuni di qualità (ad esempio, funzionalità e navigabilità dei siti web e di altri canali digitali);
PagoPA e app IO. Si punta a rafforzare l’adozione delle piattaforme nazionali di servizio digitale incrementando la diffusione di PagoPA (la piattaforma di pagamenti tra la Pa e cittadini e imprese) e della app IO (un canale che mira a diventare il punto di accesso unico per i servizi digitali della Pa);
Adozione dell’identità digitale. Si punta a rafforzare il sistema di identità digitale, partendo dai servizi esistenti (Spid, carta d’identità elettronica) ma con l’obiettivo di arrivare a un’unica interfaccia;
Piattaforma notifiche digitali. Tale strumento servirà per inviare notifiche con valore legale in modo interamente digitale.

Per l’assegnazione delle risorse previste dagli investimenti appena citati sono stati finora emanati 26 diversi bandi. Tra questi 15 si sono già conclusi mentre gli altri sono ancora in corso. D’altronde nella maggior parte dei casi non ci sono scadenze di rilevanza europea – cioè quelle che l’Ue verifica prima di inviare nuove risorse – particolarmente ravvicinate.

Fa eccezione da questo punto vista la misura dedicata al cloud che prevede entro il 31 marzo di quest’anno l’assegnazione di tutti gli appalti. Per quanto riguarda invece le app della pubblica amministrazione e la piattaforma notifiche digitali alcuni target sono previsti alla fine dell’anno. In tutti gli altri casi invece le scadenze da rispettare sono più avanti nel tempo.

La situazione è quindi ancora parziale ma grazie agli open data implementati dal dipartimento per la trasformazione è possibile capire come queste risorse si distribuiscono sui vari territori e anche chi sono i soggetti beneficiari.

Come si distribuiscono i fondi. A livello regionale, possiamo osservare che il territorio che per il momento riceve la maggior quantità di risorse è la Lombardia con circa 326,4 milioni di euro. Seguono Veneto (192,5 milioni), Piemonte (150,2), Campania (146,3) e Sicilia (115,7). Per quanto riguarda invece gli interventi finanziati, al primo posto troviamo gli investimenti per migliorare l’esperienza del cittadino nei confronti della pubblica amministrazione (787,5 milioni), al secondo posto gli investimenti sul cloud (558,8).

Alla Lombardia oltre 300 milioni per la digitalizzazione delle Pa locali. La distribuzione tra le regioni dei fondi Pnrr per la digitalizzazione delle Pa locali già assegnati.

I comuni sono i principali beneficiari dei fondi Pnrr per la digitalizzazione delle Pa locali.

Com’è evidente dai grafici, sono i comuni i principali beneficiari di questi investimenti. Questi enti infatti riceveranno sostanzialmente il 95% delle risorse. Il 3,5% invece è destinato alle scuole per gli interventi sul cloud e al miglioramento dell’esperienza del cittadino. Mentre il resto è suddiviso tra una miriade di altre componenti della Pa a livello locale. Tra i soggetti finanziati troviamo, solo per fare alcuni esempi, agenzie regionali, camere di commercio, ordini professionali, comunità montane, aziende sanitarie e ospedaliere (in quest’ultimo caso occorre ricordare che altri investimenti per la digitalizzazione sono previsti nell’ambito delle misure del Pnrr per la sanità). Tali enti peraltro per il momento hanno avuto accesso solo ai fondi per il potenziamento del sistema di identità digitale per le app PagoPA e IO.

A livello locale, com’è logico attendersi, la maggior quantità di risorse è assorbita dai territori più popolosi. Al primo posto infatti troviamo Roma capitale con circa 9,6 milioni di euro già assegnati. Seguono Napoli (8,1 milioni), Torino (8), Firenze (8) e Verona (7,9). Singolare il caso di Milano che per questi investimenti riceve “solo” 7,1 milioni collocandosi al nono posto tra i comuni che ricevono più risorse. Un dato insolito per il secondo comune più popoloso del paese e probabilmente dovuto, almeno in parte, a una condizione di partenza già buona. Di conseguenza c’è stato meno bisogno di ricorrere ai fondi Pnrr in questo caso rispetto ad altre realtà.

Finanziamenti per la digitalizzazione della Pa a favore di oltre 7.500 comuni. Come si distribuiscono i fondi per la digitalizzazione della Pa nei comuni italiani

Tra i comuni non capoluogo l’ammontare di risorse maggiore va a Giugliano in Campania a cui finora sono stati assegnati oltre 2 milioni di euro. Seguono altri 2 centri campani: Aversa e Afragola entrambi con circa 1,2 milioni di euro assegnati.

Il tema delle rinunce. € 251 milioni le risorse da riattribuire per rinuncia delle Pa beneficiarie.

Tra i territori protagonisti delle rinunce spicca il caso di Palermo dove non arriveranno circa 5,3 milioni di euro, la maggior parte dei quali erano destinati all’infrastruttura cloud dell’ente comunale. Sono poi 6 i comuni in cui l’ammontare complessivo delle rinunce supera il milione di euro. Si tratta di Giugliano in Campania, Latina, Trento, Messina, Bergamo e Roma.

Purtroppo dalle informazioni disponibili non è possibile risalire alle motivazioni che hanno portato a queste rinunce. Una delle più plausibili riguarda il fatto, come abbiamo raccontato, che le Pa locali non siano in grado di adempiere alle numerose e complesse procedure richieste dal Pnrr per accedere alle risorse. In questo caso è possibile che, vista l’enorme mole di adempimenti burocratici di cui occuparsi, i responsabili di alcuni enti abbiano deciso di tirarsi indietro.

È possibile poi che in alcuni casi le rinunce siano dovute ad altre motivazioni. Ad esempio il fatto che l’importo assegnato non sia sufficiente a coprire l’intero costo del progetto. In questo caso l’ente beneficiario che non sia riuscito a sopperire ai fondi mancanti si è visto costretto a rinunciare. Un’altra ipotesi è che semplicemente gli stessi progetti siano risultati vincitori di altri bandi non rientranti nell’ambito del Pnrr. In tutto questo occorre ricordare ancora una volta che molti bandi sono ancora in corso. Non è quindi da escludere che alcune proposte possano essere recuperate in un secondo momento.

 

Il nostro osservatorio sul Pnrr. Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

 

 

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Foto di Annie Spratt

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