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OPENPOLIS * LOBBY: « DALL’INIZIO DELLA GESTIONE DI MAIO L’AGENDA DEGLI INCONTRI CON I PORTATORI D’INTERESSE NON È PIÙ AGGIORNATA, PERCHÉ? »

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10.30 - lunedì 28 gennaio 2019

Lobby. Di Maio, cosa è successo al registro per la trasparenza del Mise? Lobby. Nel 2016 l’ex ministro Calenda lanciò un sito per rendere più trasparente il lavoro delle lobby. Dall’inizio della gestione Di Maio l’agenda degli incontri con i portatori d’interesse non è più aggiornata. Perché?

Rendere più chiara la gestione del potere politico è una scelta necessaria per migliorare il rapporto di fiducia tra cittadini ed istituzioni. Soprattutto in un periodo storico in cui gli attori che gestiscono questo potere politico sono in continua evoluzione, la trasparenza diventa un elemento imprescindibile per rendere comprensibile il sistema.

Il crescente ruolo delle lobby e dei portatori di interesse è in questo senso un aspetto su cui da anni chiediamo più trasparenza. A gennaio del 2017 avevamo fatto una prima ricognizione della situazione nel nostro paese, con il MiniDossier “Vedo non vedo“. Una ricognizione continuata poi nel luglio successivo, raccontando l’introduzione da parte della camera dei deputati di un registro delle lobby. Queste analisi avevano evidenziato quanto la strada da percorrere fosse ancora lunga e perigliosa.
L’esempio del Mise, tra Calenda e Di Maio

Nel delineare il quadro in Italia, avevamo citato l’iniziativa che l’allora ministro dello sviluppo economico (Mise) Carlo Calenda prese nel settembre del 2016. Il registro per la trasparenza del Mise, creato sulla falsa riga di quello della Commission europea, permetteva di navigare i dati di tutte le strutture, lobbisti e portatori di interesse, accreditate presso il dicastero (persone, obiettivi, attività specifiche e altro), e di consultare l’agenda degli incontri che svolgevano con il ministro, i sottosegretari e i direttori generali.

A giugno del 2018, con l’insediamento del governo Conte, alla guida del ministero dello sviluppo economico è arrivato Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 stelle. Dopo un periodo iniziale di assestamento e transizione, il 28 settembre successivo, proprio il ministro Di Maio ha firmato una direttiva per adottare il registro della trasparenza del Mise, anche al ministero del lavoro, altro dicastero di cui è a capo.

Come anticipato, uno degli aspetti più innovativi dell’iniziativa lanciata da Calenda era la possibilità di monitorare gli incontri del ministro, sottosegretari e vari direttori generali con lobbisti e rappresentanti di categoria. Un elemento particolarmente interessante proprio considerando i due ministeri ora guidati da Luigi Di Maio, da un lato il ministero dello sviluppo economico e dall’altro quello del lavoro.

Due dicasteri che per definizione devono, per prendere decisioni politiche più informate, incontrare aziende, lobbisti, associazioni di categoria e portatori di interesse. In questo senso, la possibilità di monitorare l’agenda degli incontri di chi detiene il potere decisionale è un strumento aggiuntivo per comprendere meglio alcune delle scelte prese dal governo.

Gli incontri con lobbisti e portatori di interesse possono aiutare a capire meglio alcune scelte politiche.

Avere queste informazioni, per esempio, quando vengono approvati incentivi per specifiche categorie nella discussione della legge di bilancio, principale provvedimento economico del nostro paese, può rendere il processo decisionale più trasparente. Il valore aggiunto di avere questi dati è quindi enorme. Peccato però che da quando si è insediato il ministro Di Maio, l’agenda degli incontri con i lobbisti non è più aggiornata, né al Mise né al ministero del lavoro.

Partiamo dal primo: visitando il link dell’agenda si arriva ad una pagina vuota. A quanto pare nessun dirigente del ministero, come anche il ministro Di Maio, ha svolto incontri di alcun tipo con i portatori di interesse. Non solo, utilizzando i filtri dell’interfaccia è possibile selezionare l’agenda dei direttori generali, ma non dei sottosegretari e del ministro. Incontri che comunque non sembrano essere aggiornati dalla fine del governo Gentiloni, non andando oltre il maggio del 2018.

L’agenda degli incontri con i lobbisti è ad oggi vuota, come mai?

Storia analoga per il ministero del lavoro. Qui, a differenza di quanto avviene al Mise, gli incontri con i lobbisti sono aggiornati all’attuale governo, ma questo tipo di informazione non è disponibile per i sottosegretari e il ministro. Ancora una volta, si dà l’impressione che nessuno dei membri del governo con delega al ministero del lavoro abbia avuto incontri con lobbisti da quando si è insediato l’esecutivo Conte. Cosa poco verosimile.
L’accesso al registro dalle homepage dei ministeri

Fino a marzo del 2018, quando il ministero era ancora guidato da Carlo Calenda, nella homepage del ministero dello sviluppo economico era possibile accedere in maniera diretta al registro. Bastava scendere nella sezione dedicata alla trasparenza, e si trovava il richiamo alla piattaforma.

Oggi invece navigando la piattaforma del ministero non sembrano esserci riferimenti al registro, rendendo l’accessibilità molto limitata. Rispetto alla homepage durante la passata gestione Calenda, sono rimasti solo i richiami alla sezione “amministrazione trasparente”. È stato quindi eliminato l’accesso diretto al registro.

Questa novità appare particolarmente significativa per due motivi. Il primo è che sul sito stesso, come si può vedere dall’immagine qui sopra riportata, viene fornita l’agenda degli appuntamenti del ministro Di Maio, in cui vengono elencati anche alcuni degli incontri con aziende e portatori di interesse. La domanda quindi è chiara: se nel sito vergono comunicate queste informazioni in altro modo, perché non vengono inserite nel registro per la trasparenza del Mise?

Il secondo motivo riguarda invece il ministero del lavoro. Sul sito di questo dicastero, come si può vedere dall’immagine sottostante, l’accesso al registro è presente in homepage, e non nascosto come al Mise. Anche qua parliamo di scelte comunicative non comprensibili e soprattutto non lineari.

Le incongruenze della situazione sono evidenti. Il dover svolgere incontri con lobbisti e portatori di interesse è parte integrante del lavoro di ministri e sottosegretari. È normale, e rientra nelle attività abituali degli incarichi in questione, e non dovrebbe essere nascosto.

È talmente normale che Di Maio stesso è il primo a comunicare il dove e il come di questi incontri sui suoi canali social. Un conto però è farlo come gesto di comunicazione politica personale, un altro è farlo scegliendo dei canali di trasparenza istituzionale. Se è in piedi una sistema per comunicare queste informazioni in maniera strutturata, tracciabile e riutilizzabile, perché prediligere i canali social?
Cosa è successo e cosa chiediamo

L’iniziativa presa dall’ex ministro Calenda era stata lodevole, come lo era stata la scelta di Luigi Di Maio di espandere il registro per la trasparenza anche al ministero del lavoro. Peccato però che attualmente la situazione è al quanto confusa, e non è chiaro quale direzione prenderanno i due registri in questione.

@luigidimaio come mai nel registro della trasparenza del Mise e del ministero del lavoro non sono aggiornati gli incontri con i lobbisti?

Chiediamo a questo punto un chiarimento da parte del ministro Di Maio sulla vicenda: perché il registro delle lobby è sparito dalla homepage del Mise? Perché l’agenda degli incontri con i lobbisti non è aggiornata da maggio dello scorso anno? Come sempre la nostra speranza è quella di instaurare un dialogo costruttivo con il ministro, per cercare di raccontare meglio e di più alcuni processi decisionali delle istituzioni pubbliche.

 

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