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OPENPOLIS * INFORTUNI LAVORO: « NELLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO 5.634 LE DENUNCE OGNI 100MILA LAVORATORI, IL DATO PIÙ ALTO D’ITALIA » (REPORT DATI)

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12.46 - giovedì 19 gennaio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Nel 2020 in Ue ci sono stati 1.446 infortuni ogni 100mila lavoratori. 2,1 quelli con esito fatale. In Portogallo, Francia e Spagna gli infortuni sono stati più di 2mila. In molti paesi e regioni c’è un problema di sotto-dichiarazione. In Italia, l’incidenza maggiore di denunce per infortunio la registra la p.a. di Bolzano.. Il record di denunce per incidenti mortali lo detiene il Molise (17 ogni 100mila occupati). Nonostante la situazione sia progressivamente migliorata negli anni, gli infortuni sul lavoro sono ancora una realtà in Italia come nel resto d’Europa. Si tratta di incidenti avvenuti “in occasione di lavoro” o “in itinere” (durante il tragitto tra casa e lavoro), secondo la definizione offerta dal ministero del lavoro.

Per infortunio sul lavoro si intende ogni lesione originata, in occasione di lavoro, da causa violenta che determini la morte della persona o ne menomi parzialmente o totalmente la capacità lavorativa.

– ministero del lavoro. Secondo la normativa vigente in Italia, il lavoratore che subisce un infortunio deve comunicare tempestivamente il fatto e, in seguito ai dovuti accertamenti, ha diritto a ricevere un indennizzo e un eventuale risarcimento. L’incidenza degli infortuni, una panoramica europea. Eurostat misura il tasso di incidenza infortunistica (con cui si intende il numero di infortuni in rapporto alla popolazione occupata) e ne redige anche una versione “standardizzata”, che tiene in considerazione la prevalenza relativa dei vari settori.

Diversi settori infatti, che possono essere più o meno rappresentati nei singoli stati membri, hanno diversi tassi di infortunio. Il tasso standardizzato permette quindi di restituire un’immagine più equilibrata, che rende più agevole la comparazione a livello europeo. 1.446 gli infortuni non fatali ogni 100mila lavoratori in Ue nel 2020.

In tutti gli stati membri con l’eccezione di Lettonia, Lituania, Ungheria e Romania, la situazione è migliorata nel corso dell’ultimo decennio. In Francia e Spagna si può notare anche un marcato calo nel passaggio tra 2019 e 2020. Questo si spiega in parte con il fatto che il 2020 è stato l’anno della pandemia, in cui varie attività sono state sospese e moltissime persone hanno smesso di recarsi sul posto di lavoro. Tuttavia il trend era già discendente da vari anni.

Mentre per quanto riguarda gli incidenti fatali, che mediamente in Ue sono stati 2,1 ogni 100mila lavoratori nel 2020, soltanto Cipro e Malta hanno registrato un peggioramento rispetto al 2011. In tutti gli altri paesi membri, le cifre si sono ridotte nel corso del decennio. In Portogallo, Francia e Spagna oltre 2mila incidenti. L’incidenza degli infortuni sul lavoro, fatali e non, nei paesi Ue (2020)

 

I dati illustrano l’incidenza degli infortuni sul totale della popolazione occupata (ogni 100mila persone), per tutti i settori Nace. Sono indicati sia gli incidenti seri (ovvero che hanno causato un’assenza di 4 o più giorni) che quelli fatali. Si considera il tasso standardizzato, ovvero la prevalenza di infortuni nei diversi settori di attività. Ci sono infatti lavori con un rischio più elevato di altri ma pure settori con maggiore occupazione. Come evidenzia Eurostat, laddove sono riportate cifre molto basse potrebbe esserci un problema di under-reporting. Un discorso che invece non vale per gli incidenti con esito fatale.

Il Portogallo è il primo paese Ue per numero di incidenti in rapporto alla popolazione (2.814 ogni 100mila occupati). Seguono Francia (2.597) e Spagna (2.304). Con 1.037 infortuni, l’Italia si attesta leggermente al di sotto della media Ue. Ultime Bulgaria e Romania che ne riportano meno di 100.

L’under-reporting si verifica principalmente nel caso degli incidenti non fatali. Tuttavia Eurostat evidenzia che in caso di cifre molto basse potrebbe esserci un problema di under-reporting, causato per esempio da un sistema di denuncia poco sviluppato, da una scarsità di incentivi finanziari per le vittime oppure da leggi meno rigide nei confronti dei datori di lavoro. Una dinamica che invece funziona diversamente nel caso degli incidenti mortali, meno facili da nascondere alle autorità competenti.

In questo caso il record lo detiene Cipro (5,1 ogni 100mila occupati), seguito dalla Bulgaria (4,5). Mentre gli ultimi sono Paesi Bassi, Svezia e Germania, con cifre inferiori a 1. L’Italia, da questo punto di vista, è undicesima in Ue: nel 2020 è stata teatro di 3 infortuni fatali ogni 100mila occupati, più della media europea di 2,1.

Non tutti denunciano gli infortuni: la situazione nelle regioni italiane. Così come i paesi dell’Ue, anche le regioni del nostro paese si differenziano notevolmente tra loro per il numero di incidenti sul lavoro e la loro incidenza rispetto alla popolazione occupata. Cifre molto diverse che possono indicare anche un approccio diverso al problema. Guardiamo in questo caso le denunce, ovvero le segnalazioni fatte dai lavoratori stessi, prima degli accertamenti. A Bolzano più denunce per infortunio, in Molise più denunce per incidenti fatali Le denunce per infortunio in termini assoluti e in rapporto al numero di lavoratori nelle regioni italiane (2021)

I dati si riferiscono al numero di denunce (prima degli accertamenti) per infortunio (fatale e non), in termini assoluti e in rapporto al numero di occupati, sempre stando ai dati Istat relativi al 2021. Laddove le cifre sono molto basse, nel caso degli incidenti non fatali, potrebbe esserci un problema di under-reporting. Nella provincia autonoma di Bolzano sono state 5.634 le denunce per infortunio ogni 100mila lavoratori: il dato più alto d’Italia. Seguono Emilia-Romagna (3.798) e Veneto (3.389). Sotto le 2mila denunce ogni 100mila occupati Calabria, Campania, Lazio, Molise e Sicilia.

Come accennato però le cifre molto basse spesso denotano un problema di under-reporting. Per questo, per realizzare un confronto più equilibrato tra le varie regioni, è importante considerare anche l’incidenza degli infortuni fatali. Da questo punto di vista la prima regione è il Molise, che nel 2021 ha registrato 17 denunce per infortunio ogni 100mila lavoratori. Oltre quota 10 anche la Basilicata (13), seguita dalla Valle d’Aosta (9). Mentre i dati più bassi li registrano Calabria, Lombardia e Toscana, tutte con meno di 5 infortuni ogni 100mila occupati.

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