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OPENPOLIS * INFLAZIONE APRILE: « IN ITALIA È PARI ALL’8,7%, SUPERIORE SIA ALLA MEDIA “AREA EURO“ CHE “UNIONE“ »

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08.29 - mercoledì 31 maggio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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L’inflazione in Europa ad aprile. Si registra un nuovo aumento dell’inflazione nell’area euro. In Ungheria l’inflazione maggiore del continente mentre i tassi più bassi sono riportati in Belgio e in Lussemburgo.In area euro l’inflazione su base annua si attesta al 7%.
Aumenta l’inflazione su base annua ad aprile rispetto a marzo. Cala l’aumento dei prezzi del cibo (13,5%) ma rimane la componente maggiore. Continua ad essere presente una spinta inflazionistica che pesa sugli acquisti delle famiglie riducendone il potere d’acquisto.

Secondo la commissione europea, le previsioni sono comunque ottimistiche: i prezzi del gas si mantengono infatti stabili, per quanto gli effetti sul mercato energetico siano piuttosto vari tra i paesi membri. Si stima che per il 2023 l’inflazione annuale nell’Unione europea sarà del 6,7% mentre quella dell’area euro del 5,8%, per poi scendere rispettivamente al 3,1% e al 2,8% nel 2024. L’inflazione core invece sarà più persistente. Con questa espressione si intende la spinta dei prezzi di tutti quei prodotti che mostrano andamenti meno volatili e più stabili. Secondo le previsioni, sarà del 6,1% in area euro e del 6,9% nell’Unione europea, scendendo poi a 3,2% e 3,6% nel 2024.

Cos’è l’inflazione. Con questo termine si identifica un aumento generale dei prezzi di beni e servizi che vengono consumati nel corso di un anno. L’inflazione è un rincaro dei prezzi di ampia portata che non riguarda esclusivamente una voce di spesa. Questo aumento riduce il valore della moneta nel tempo, dal momento che con la stessa quantità di denaro si possono acquistare meno beni e servizi. Vai a “Che cos’è l’inflazione” L’aumento dei prezzi può essere dovuto a elementi sia interni che esterni all’economia del paese. Per esempio, la diminuzione dell’offerta di un determinato bene che ne causa un aumento di prezzo che ricade su altri settori. Oppure squilibri e tensioni a livello geopolitico che potrebbero fermare le forniture oppure alzare il livello di prezzo di certi beni.

Il tasso di inflazione da solo può raccontare solo una parte della storia. Ci sono infatti ulteriori fattori importanti da considerare come il livello dei salari, che determina la possibilità del singolo consumatore di acquistare beni e servizi o l’entità dell’aumento dei prezzi in particolari ambiti del paniere, che potrebbero trainare i rincari. Eurostat mette a disposizione ogni mese le stime sul tasso di inflazione tendenziale. Gli ultimi dati si rifanno al periodo di aprile 2023. Il tasso tendenziale in Europa si attesta all’8,1%.

7% il tasso di inflazione su base annua nell’area euro ad aprile 2023. Il paese che riporta il tasso maggiore è l’Ungheria con il 24,5%. Seguono la Lettonia (15%), la Repubblica Ceca (14,3%) e la Polonia (14%). Tassi minori invece in Spagna (3,8%), Belgio (3,3%) e Lussemburgo (2,7%). In Italia, l’inflazione è pari all’8,7%, superiore sia alla media dell’area euro che a quella dell’Unione.

Ad aprile l’inflazione incrementa più velocemente. Tasso di inflazione tendenziale per l’area euro e per quattro paesi dell’Unione. Eurostat utilizza l’indice di panieri armonizzato, costruito sull’ipotetica spesa mensile di un europeo medio. Questa metodologia permette di confrontare più paesi all’interno dello spazio comunitario. Il dato rappresenta la differenza percentuale tra l’indice dei prezzi registrato nel medesimo mese di due anni consecutivi. Per formare l’aggregato dell’area euro si tiene conto del peso che ogni singolo paese ha sui vari settori di spesa.

Dopo il picco registrato a ottobre 2022, le percentuali si sono abbassate per tutti i territori considerati fino a marzo 2023. Ad aprile si registra invece un aumento per quasi tutti i paesi compresi nell’analisi. L’Italia continua a riportare il valore maggiore (8,7%) seguita da Germania (7,6%), Francia (6,9%) e Spagna (3,8%).

Ad aprile 2023 aumenta la componente energetica. L’inflazione nell’area euro per tipo di beni prodotti. Eurostat utilizza l’indice di panieri armonizzato, costruito sull’ipotetica spesa mensile di un europeo medio. Questa metodologia permette di confrontare più paesi all’interno dello spazio comunitario. Il dato rappresenta la differenza percentuale tra l’indice dei prezzi registrato nel medesimo mese di due anni consecutivi diviso per macrosettori. Per formare l’aggregato dell’area euro si tiene conto del peso che ogni singolo paese ha sui vari settori di spesa.

I beni energetici hanno inciso sull’inflazione dell’area euro. Si registrano due picchi a giugno 2022 (41,9%) e ottobre 2022 (41,3%) per poi giungere a un calo della differenza dei livelli di prezzi fino al raggiungimento di un valore negativo a marzo 2023 (-0,9%). Ad aprile 2023 i beni energetici segnano un aumento rispetto all’indice calcolato a marzo 2023 (2,3%). La componente con gli incrementi maggiori rimane comunque il cibo, per quanto l’aumento sia minore rispetto a quello registrato nel mese precedente (13,5%). Stabili invece i beni industriali non energetici (6,2%) e servizi (5,2%).

Dinamica simile anche per l’Italia, che registra una diminuzione dell’inflazione sul cibo (da 12% calcolato a marzo 2023 a 11% di aprile 2023) mentre aumenta il peso dell’energia (da 10,7% a 16,7%). Diminuisce leggermente la pressione dei beni industriali non energetici (5,5%) e rimangono stabili i servizi (5,1%).

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