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OPENPOLIS * EUROPA – DIVARIO RETRIBUTIVO DI GENERE (2022): «MAGLIA NERA L’ESTONIA A 21,3%, AUSTRIA A 18,4% / ITALIA A QUOTA 4,3%»

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08.08 - giovedì 7 novembre 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Anche nei salari il traguardo della parità di genere è lontano. In Europa la differenza media oraria di pagamento tra uomini e donne è di quasi il 13%. Tuttavia, non vengono considerati molti fattori, come le differenze dei livelli occupazionali e il lavoro di cura non pagato.

In Europa, il salario orario medio femminile è inferiore del 12,7% rispetto a quello maschile.
Il valore più alto si registra in Estonia (21,3%), quello più basso in Lussemburgo (-0,7%).
Il dato europeo è in leggero calo però non è considerato sufficiente.
Ci sono ulteriori aspetti da considerare per valutare l’equità nel mercato del lavoro.
La disparità di genere è un problema strutturale di tutte le società ed è rappresentata in molte sfaccettature. Una di queste è la disuguaglianza tra uomini e donne nel mondo del lavoro, che si tratti dell’accesso all’impiego o delle sue condizioni. Uno degli aspetti più emblematici è il divario retributivo di genere, una misura spesso complessa da contestualizzare e interpretare.

Cos’è il divario retributivo di genere. L’obiettivo dell’indicatore è quello di individuare le differenze medie salariali orarie tra lavoratori e lavoratrici. Sono considerati sia i lavoratori part-time che quelli full-time ma si escludono tirocini, apprendistati e chi è impiegato nell’economia informale. Inoltre non sono compresi tutti i settori lavorativi, escludendo i comparti dell’agricoltura, della difesa, oltre che degli enti sovranazionali e dell’impiego pubblico. Gli stipendi orari di lavoratori e lavoratrici vengono aggregati e viene calcolata la differenza percentuale tra uomini e donne.

Questo valore è attualmente uno dei più utilizzati per delineare le politiche di appianamento delle differenze salariali. La commissione europea afferma che la riduzione del divario reddituale e pensionistico tra uomini e donne è una priorità, per la quale è stata formulata una strategia specifica. Vai a “Che cos’è il divario retributivo di genere”.

È un indicatore particolarmente complesso da contestualizzare, dal momento che si tratta di una fotografia complessiva della situazione che riflette non solo le possibili disparità di trattamento per una medesima posizione ma anche numerose caratteristiche del mercato del lavoro. Ci sono infatti dei settori in cui tendenzialmente ci sono più donne o uomini occupati in cui si rilevano alcune dinamiche particolari e fasce salariali differenti, oltre alla diversità di posizioni che vengono ricoperte all’interno di un determinato contesto.

Approfondisci
l’incidenza delle donne con posizioni manageriali in Europa.

Nel 2022 si contavano in Unione europea circa 194 milioni di persone con un’occupazione, di cui poco meno di 104 sono uomini mentre circa 90 sono donne.

Il paese che registra la percentuale più alta è l’Estonia, paese dove il divario retributivo di genere si assesta al 21,3%. Seguono Austria (18,4%), Repubblica Ceca (17,9%) e Germania (17,7%). A registrare i valori minori sono invece Belgio (5,0%), Romania (4,5%)
e Italia (4,3%). La percentuale più bassa si registra in Lussemburgo: -0,7%. Significa che in quel paese, le donne guadagnano in media leggermente di più rispetto agli uomini.

Eurostat pubblica anche dati di maggiore dettaglio sul tema, rispetto alle caratteristiche del mercato del lavoro, dei lavoratori o delle lavoratrici. Per esempio, risulta più basso per lavoratrici e lavoratori più giovani mentre il settore in cui si registrano i valori più alti tra i paesi europei è quello finanziario e assicurativo. Si tratta però di dati parziali che non sono disponibili per tutti gli stati continentali.

In Unione europea il divario retributivo di genere è in lieve calo
Andamento del divario retributivo di genere in Unione europea e alcuni paesi europei (2010-2022).

Tra il 2010 al 2022 assistiamo a un calo del divario retributivo di genere nei paesi dell’Ue. La percentuale raggiunge il suo massimo nel 2012 (16,4%) per poi scendere costantemente fino al 2021 e mantenere lo stesso valore nel 2022.

Si tratta però di una diminuzione che non viene considerata sufficiente dalla Commissione europea. Il paese europeo tra quelli considerati che riporta sistematicamente il divario retributivo di genere più alto è la Germania mentre quello in cui è più basso è l’Italia. Ma, come viene spiegato in una nota del parlamento europeo, una percentuale minore non è per forza una rappresentazione dell’equità in senso più ampio del mercato del lavoro.

Interpretare i numeri non è così semplice come sembra. Difatti, un minore divario retributivo di genere in un paese specifico non corrisponde necessariamente a una maggiore uguaglianza di genere. In alcuni stati membri, divari retributivi più bassi tendono ad essere collegati ad una minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. A loro volta, divari più alti tendono a essere collegati ad un’elevata percentuale di donne che svolgono un lavoro part-time o alla loro concentrazione in un numero ristretto di professioni.

Ci sono quindi degli aspetti che non rientrano direttamente all’interno dell’indice che potrebbero fornire ulteriori dettagli sulla situazione. Parliamo per esempio dei diversi tassi di occupazione, che risultano tendenzialmente maggiori tra gli uomini rispetto alle donne, ma anche la differente quantità di lavoratrici e lavoratori con contratti part-time e full-time. Aspetti che si legano al tema della disparità del lavoro di cura tra uomini e donne e cosa comporta per la carriera della madre, costretta talvolta a un’interruzione del lavoro o a un part-time lavorativo.

Con l’obiettivo di considerare tutti questi elementi, Eurostat ha provato a sviluppare un indice composito chiamato gender overall earning gap. Ma è stato calcolato esclusivamente per il 2018, a causa di alcune dibattute complessità metodologiche.

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