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ON. FERRARI (PD) * SCUOLA INFANZIA – REPLICA AFFERMAZIONI PACCHER (LEGA) « IL PRESIDENTE FUGATTI PRENDA LE DISTANZE DALLA DIFFAMAZIONE ALLE MAESTRE »

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20.04 - domenica 19 febbraio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Fugatti prenda le distanze dalla diffamazione alle maestre.

L’elemento più prezioso per qualsiasi genitore sono i propri figli e quando questi sono piccoli il senso di protezione è alla sua massima espressione. Eppure ogni mattina i genitori dei più piccoli consegnano il loro bene più caro in mano ad altri adulti, che si prendono cura della crescita fisica, psicologica, relazionale e di apprendimento di queste creature. Affinché questo avvenga con serenità c’è bisogno di costruire un profondo rapporto di fiducia tra le figure adulte, che non è scontato e che è tanto più possibile quanto più alta è la professionalità di chi si fa carico dei piccoli degli altri.

Ecco perché la diffamazione pubblica a mezzo televisivo che il consigliere provinciale della lega Roberto Paccher ha fatto nei confronti di un’intera categoria di insegnanti dell’infanzia, colpevoli a suo avviso di pensare più ai propri interessi che al benessere dei bambini che hanno in carico e delle loro famiglie, non solo è inaccettabile per l’offesa gratuita e infondata gettata addosso in maniera generica ad un intero gruppo, ma è gravemente irresponsabile perché rischia di ledere profondamente il delicato rapporto di stima e fiducia reciproca tra le famiglie e le insegnanti. Chiedo al Presidente della provincia Fugatti, che in Trentino deve essere il garante degli interessi dei cittadini e delle cittadine, dei lavoratori e delle lavoratrici, dei bambini e delle bambine di prendere apertamente le distanze dalle infamanti dichiarazioni del consigliere del suo partito.

Quando la Giunta ha deciso che i bambini tra i tre e i sei anni in Trentino non faranno più dieci mesi di scuola e poi in estate attività ricreative ludico sportive, ma undici mesi di scuola, ha scelto la strada più semplice e più assurdamente banale per soddisfare le esigenze di conciliazione vita lavoro delle famiglie durante il mese di luglio, millantando anche di farlo a zero spese per le casse pubbliche quando in realtà quest’estate è già costato 2 milioni . Ma se le insegnanti protestano perché questo non fa il bene dei piccoli ed è necessario trovare altre soluzioni pubbliche per rispondere al bisogno di conciliazione dei genitori che lavorano, è vergognoso accusarle di non aver voglia di lavorare.

Il facile consenso che si può acquisire da parte di genitori che trovano così una risposta gratuita di “baby sitting”, confligge però con le esigenze di bambini che nel mese di luglio sempre più caldo anche nel nostro territorio, hanno diritto a godere delle diverse opportunità offerte negli anni da un sistema di servizi di conciliazione parallelo e interrelato a quello educativo e che ha sempre fornito loro la possibilità di attività sportive di vario genere, visite culturali, di giocare nel bosco, di andare in piscina. Tutte cose che le maestre non possono fare.

Un sistema riconosciuto di eccellenza è cresciuto negli anni ed è stato gestito dal sistema cooperativo trentino, che la giunta però non ha mai esitato a mettere in difficoltà, etichettandolo come distante dalla propria appartenenza politica ma privando cosi moltissimi giovani di fare esperienza educativa e sociale durante l’estate. Quel sistema trovava però supporto e apprezzamento da parte dei comuni, perché flessibile nell’adattarsi ai bisogni specifici di luoghi diversi e di comunità diverse. Dunque già nel dicembre 2021 per l’estate 2022 facevo approvare dal consiglio provinciale una proposta che consentisse di dare risposta ai bisogni estivi delle famiglie e dei bambini attraverso un sistema misto, pensato e condiviso dalla provincia con Enti gestori pubblici e privati e agli Enti locali, che utilizzasse gli spazi delle scuole, dove impiegare sia insegnanti dell’infanzia, su base volontaria, sia educatori professionali pubblici e privati.

Una soluzione non scontata e banale ma in grado di far tornare il Trentino ad essere luogo avanzato di sperimentazione di servizi innovativi. Certamente offrendo tutto ciò gratuitamente o con una spesa appena simbolica per le famiglie. Peccato che sia lasciata naufragare l’ipotesi. Se in Emilia Romagna le attività estive sono a carico pubblico, figuriamoci se non lo può fare una provincia autonoma! Scegliere la soluzione più inadatta ai piccoli insultando anche un’intera categoria di lavoratrici dopo averne ridotto la professionalità a quella di babysitter, risulta davvero vergognoso: il danno e anche la beffa, ma non solo per le maestre.

 

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On. Sara Ferrari (Pd)

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